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il Fatto Quotidiano
23 Marzo 2021
Fatto for future

Prosegue l’appuntamento con la Newsletter Fatto For Future. Questa settimana, oltre alla consueta rubrica di Luca Mercalli, un report impressionante sull’inquinamento delle città: ogni anno spendiamo milioni in costi sociali e ora il Parlamento europeo chiede alla Commissione di intervenire. Il professor Mancuso ci spiega come imparare dalle piante. Legambiente lancia l’allarme neve: nel futuro scompariranno le piste da sci per l’innalzamento della temperatura. Mentre l’Associazione Marevivo denuncia la caccia ai delfini e alle balene in Giappone. Per finire la rassegna stampa internazionale.

Buona lettura


Lo smog ci costa 130 milioni l’anno per ogni città: il Parlamento Ue chiede alla Commissione norme più stringenti

di Stefano Valentino

Domani l’Europarlamento vota un rapporto che chiede alla Commissione europea di introdurre norme più stringenti sulla qualità dell’aria, a tutela della salute dei cittadini. E proprio un nuovo studio pubblicato oggi calcola che il particolato nocivo (PM) e gli ossidi di azoto (NOx) potrebbero ridursi rispettivamente fino al 23% e al 36% nelle città più grandi (con oltre un milione di residenti) grazie solo al blocco dei veicoli più inquinanti. Ciò consentirebbe un risparmio fino a 130 milioni di euro all’anno in spese sanitarie e altri costi sociali dovuti all’impatto sanitario dello smog. E questo per ogni grande città europea.

La ricerca, commissionata alla società di consulenza CE Delft dalla rete di ONG Alleanza europea per la salute pubblica (EPHA), esamina 28 tipi di politiche urbane adottate in diverse città in tutto il mondo (autobus a emissioni zero, condivisione di scooter elettrici, ciclabili) per valutare la loro capacità di abbattere le concentrazioni di PM e NOx dovute al traffico. Sulla base dello studio, l’EPHA ha lanciato un appello ai sindaci italiani e di altri Stati membri, raccomandando l’urgente riduzione del traffico su gomma attraverso una combinazione delle misure più adeguate alle singole città. In particolare, secondo lo studio, il divieto di accesso delle auto alle zone a bassa emissione nei centri cittadini (come le aree B e C a Milano) avrebbe ridotto il PM fino al 17% e gli NOx fino al 12% in diverse metropoli europee, facendo risparmiare ai cittadini fino a 95 milioni di euro in costi sociali. Si tratta di un importo che nel lungo termine sarà superiore a quello investito nelle infrastrutture (come le telecamere per la scansione di veicoli).

(continua a leggere)


Il libro

Affrontare la complessità

Per governare la transizione ecologica

(Edizioni Ambiente, pagine 312, prezzo 26 euro)

di Federico M. Butera

Viviamo in un’epoca, l’Antropocene, in cui gli impatti delle attività umane sul pianeta hanno raggiunto livelli senza precedenti. Anche se la quantità di analisi e ricerche scientifiche su questi temi è ormai sconfinata, è sempre più difficile orientarsi tra fake news e fonti credibili.
Per questo, servono strumenti per imparare a ragionare nel modo corretto su questi argomenti, centrali per il benessere, presente e futuro, delle nostre società. Affrontare la complessità fa chiarezza sulle questioni ambientali – l’inquinamento, i cambiamenti climatici, l’acidificazione degli oceani, i consumi di acqua e di risorse, le trasformazioni dei suoli e la distruzione della biodiversità – da una prospettiva che evidenzia le interconnessioni tra le parti di quel sistema meravigliosamente complesso che è il nostro pianeta. Nel contempo, ne chiarisce le relazioni con i sistemi politici, economici e sociali: in questo modo, evidenzia la possibilità che bruschi cambiamenti di stato nella biosfera possano destabilizzare rapidamente il funzionamento delle nostre economie.
Pensato in primo luogo per gli studenti e gli insegnanti, ma accessibile a chiunque sia interessato alle grandi questioni della nostra epoca, il libro di Federico M. Butera delinea uno scenario, basato sull’economia circolare, la riduzione degli sprechi, le rinnovabili, l’efficienza nell’uso delle risorse e dell’energia, che può indirizzare le nostre società lungo un cammino davvero sostenibile.

Federico M. Butera è professore emerito del Politecnico di Milano, dove ha insegnato Fisica Tecnica Ambientale. Da oltre quarant’anni svolge attività di ricerca, di divulgazione scientifica e progettazione nel settore dell’uso razionale dell’energia e delle fonti rinnovabili nell’ambiente costruito. È autore di oltre 200 articoli scientifici, di 13 libri e manuali, di prodotti multimediali e di numerosi articoli divulgativi su quotidiani e riviste. Ha ricevuto diversi riconoscimenti internazionali, fra i quali il premio del World Renewable Energy Network come “Pioneer for Contributions in Renewable Energy” nel 1998, il premio Eurosolar per l’impegno e le realizzazioni nel campo dell’energia solare e dell’architettura sostenibile nel 2004 e il PLEA (Passive and Low Energy Architecture) Pioneer Award nel 2015.


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