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il Fatto Quotidiano
22 Febbraio 2022
Fatto for future

Prosegue l’appuntamento con la newsletter Fatto For Future. Questa settimana, oltre alla consueta rubrica di Luca Mercalli, cominciamo dall’inchiesta di Elisabetta Ambrosi sulle valanghe in montagna, un fenomeno che si sta intensificando (e mutando) per via dei cambiamenti climatici. Mentre Pietro Mecarozzi ci parla di un recente report sull’inquinamento dell’aria, secondo cui le sostanze nocive uccidono 44 volte più delle guerre.

Nello spazio dedicato alle associazioni ambientaliste, Legambiente parla della legge per l’Agricoltura biologica che va approvata per il bene del made in Italy. Mentre Marevivo Onlus denuncia la pericolosità della plastica – superiore a quella del Covid – contro cui però nessuno fa nulla. Infine, nella rubrica “Verdi si diventa” ci occupiamo del parto e della crescita del bambino, un percorso a ostacoli per l’ambiente. Ma le alternative sostenibili ci sono.

Buona lettura


Cime pericolose, il cambiamento climatico è (anche) una valanga di neve

di Elisabetta Ambrosi

La cronaca pare non dare spazio a interpretazioni: i continui incidenti, i tanti decessi accaduti in montagna a causa di valanghe nevose sembrerebbero parlar chiaro rispetto ad un probabile nesso chiaro tra cambiamenti climatici e valanghe, rispetto al quale bisogna difendersi in maniera nuova e puntando soprattutto sulla tecnologia. Ma è proprio così? Cosa ci dice, anzitutto, la scienza?

In un rapporto dell’Ipcc (l’organo scientifico dell’Onu che si occupa di crisi climatica) chiamato Special Report on the Ocean and Cryosphere in a Changing Climate, nella sezione riservata all’alta montagna, si legge che “il ritiro dei ghiacciai e il disgelo del permafrost diminuiranno la stabilità dei pendii montuosi “, aumentando il numero dei laghi glaciali e di conseguenza frane e inondazioni in tratti nuovi rispetto al passato. In sostanza, “c’è un’elevata certezza che la frequenza delle rocce che si staccano e cadono da pendii ripidi cresca nelle zone di permafrost in degrado. Il disgelo ha anche aumentato la frequenza e il volume delle frane. Esiste poi il rischio di collassi parossistici di intere ghiacciai, dovuto all’aumento di temperatura del ghiaccio stesso”. Conferma l’analisi dell’Ipcc sulle valanghe rocciose Vanna Bonardo, presidente nazionale Cipra (Commissione Internazionale per la Protezione delle Alpi) e responsabile Alpi per Legambiente. “Rispetto alle frane e alle colate di detriti è chiaro che questi fenomeni sono aumentati in conseguenza del cambiamento climatico, anche perché in montagna, ambiente fragile e instabile, l’aumento delle temperature è ormai già di due gradi. Questo aumento, in generale, fa aumentare l’instabilità della montagna, perché oltre alla fusione dei ghiacci abbiamo anche il degradamento del permafrost, che causano situazioni di instabilità, e dunque frane e colate di detriti”. Dall’altro lato, continua Bonardo, “sono aumentati i fenomeni estremi, ora sono sessanta giorni che non piove, ma poi si innescano periodi altrettanto lunghi di precipitazioni persistenti o estreme. Tutto questo aggrava l’instabilità”.

(continua a leggere)


IL LIBRO

Brevissima storia della vita sulla Terra. 4,6 miliardi di anni in dodici capitoli

di Henry Gee

(Einaudi pp. 272 euro 16)

Siamo abituati ad associare l’esistenza della Terra a quella della nostra specie: Homo sapiens. Eppure gli esseri umani, benché lo abbiano modificato piú di qualsiasi altro animale, abitano il pianeta da poche migliaia di anni, un lasso di tempo irrisorio se guardato dalla prospettiva del momento in cui tutto è cominciato. Di quello che è successo prima che i nostri lontani antenati comparissero non sappiamo molto, a parte qualche infantile ricordo in stile Jurassic Park il resto è oscuro. Si tratta invece di un periodo di cambiamenti entusiasmanti, tra esplosioni nucleari e glaciazioni, metalli pesanti che evaporano e altri che sedimentano nel nucleo e fondono, tra terre che emergono e si spostano e altre che vengono sommerse e spariscono per sempre. Una storia cosí lontana da apparire misteriosa e affascinante quanto un racconto inventato; fatta di creature dimenticate che a queste mutazioni si sono adattate, sopravvivendo per milioni e milioni di anni, resistendo a radiazioni, temperature estreme, inondazioni: evolvendosi. Una storia di cui non abbiamo alcuna memoria, ma che ha reso possibile il nostro improbabile avvento, e che ci rivela il fragile e meraviglioso equilibrio su cui si è sempre retta la vita.
Henry Gee ha studiato zoologia e genetica all’Università di Leeds e ha conseguito il Ph.D. a Cambridge. Attualmente è Senior editor di Scienze biologiche per la rivista «Nature», dove per anni ha curato la famosa rubrica «Futures», dedicata alla fantascienza. Ha pubblicato decine di libri di raffinata divulgazione scientifica tra i quali ricordiamo Tempo profondo (Einaudi 2006) e La specie imprevista (il Mulino 2016).

L'aria che tira

Il report: “L’inquinamento uccide 44 volte più delle guerre”

Secondo la ricerca dell’Università di Chicago chi vive nelle aree più inquinate del mondo potrebbe vivere anche oltre 5 anni in meno. E il Pm10 riduce l’aspettativa di vita globale di 2,2 anni. Mentre l'insieme delle sostanze nocive rilasciate nell'atmosfera ha provocato, solo nel 2018, 490 mila morti in Europa e 65.700 in Italia

di Pietro Mecarozzi

L'appello

Agricoltura biologica, la legge va approvata per il bene del made in Italy

Il testo è tornato al Senato. Eppure, sostiene Legambiente, è uno strumento che il nostro Paese attende da 13 anni e che darebbe un'ulteriore spinta a un settore in cui siamo leader in Europa

di Angelo Gentili, responsabile agricoltura Legambiente

Non c'è tempo

La plastica non è meno pericolosa del Covid, ma nessuno fa niente

Si manifesta contro il green pass e si mette in discussione la validità scientifica del vaccino, mentre – l'associazione Marevivo lo sottolinea – non si scende in piazza per salvare il Pianeta. Eppure, ed è la stessa scienza che lo certifica, i nostri oceani (e quindi i nostri pesci, e la pioggia, e noi) sono pieni di quella sostanza indistruttibile e dannosa

di Rosalba Giugni, Presidente Marevivo Onlus

Verdi si diventa

Quanto inquina il bebè: parto e crescita sostenibili sono possibili

Gravidanza, nascita, vestiti, pannolini e creme, per finire con il latte in polvere: per mettere al mondo e crescere un bambino servono una miriade di cose. Ma c'è sempre un'alternativa possibile, per evitare gli sprechi e l'impatto sull'ambiente

di Elisabetta Ambrosi

Un “Po” di magra invernale. Ed Eunice piega l’Uk

In Italia – La prima perturbazione atlantica seria da un paio di mesi a questa parte ha finalmente portato precipitazioni talora abbondanti tra lunedì 14 e martedì 15 febbraio al Nord, ma non ovunque. Le nubi sono state generose in Liguria, Lunigiana, su pedemontana e Prealpi dal Garda al Friuli (65 mm intorno al Monte […]

di Luca Mercalli

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