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il Fatto Quotidiano
15 Dicembre 2020
Fatto for future

Prosegue l’appuntamento con la Newsletter Fatto For Future. Questa settimana, oltre alla rubrica e all’approfondimento di Luca Mercalli, l’intervista a una delle ragazze che ha sfidato i Paesi Ue sul clima, portandoli davanti alla Corte europea. Poi lo stato disastroso della tutela delle aree protette nei nostri mari, dove le specie marine si riproducono. E il Mediterraneo è sempre più povero di pesce. Legambiente, invece, ci parla dello scioglimento dei ghiacciai, un fenomeno drammatico, e di come correre ai ripari. Mentre Fridays For Future ci spiega perché bisogna dire no al piano Eni per lo stoccaggio del carbonio. Per finire la consueta rassegna stampa internazionale.

Buona lettura.

La Greta portoghese che sfida la Ue: “Così abbiamo denunciato 32 paesi per il clima”

di Elisabetta Ambrosi

Non è un’ambientalista a suo agio nelle piazze, nella vita sta studiando per diventare infermiera e vive – senza tv – in un piccolo paese in Portogallo, Lieria, con suo fratello Martim, 17, e sua sorella Mariana di 8. Eppure Claudia Duarte, 21 anni, nel 2017, quando nessuno ancora conosceva Greta, ha deciso – insieme ad altri cinque tra bambini e ragazzi supportati dalla ong “Global Legal Action Network” – di ricorrere alla Corte Europea dei diritti umani di Strasburgo, denunciando i 27 paesi dell’Unione (dunque Italia compresa), più Norvegia, Russia, Gran Bretagna, Turchia e Ucraina. Paesi che, a suo avviso e a quello dei legali e degli scienziati coinvolti, stavano palesemente violando il diritto alla vita e a non essere discriminati dei più giovani, a causa della loro inazione sul cambiamento climatico e del mancato rispetto degli impegni dell’Accordo di Parigi. Con una decisione storica, il 30 novembre scorso la Corte di Strasburgo ha accolto il loro ricorso, e ingiunto a tutti gli stati, entro febbraio, di rispondere all’accusa che viene loro rivolta. Tra cui quella, gravissima, di violare l’articolo 3 della Convenzione europea sui diritti umani, che protegge il diritto a non essere soggetti a ‘trattamento umano e degradante’.

Com’è nata l’idea di ricorrere alla Corte Europea dei Diritti umani?

In maniera molto semplice: quattro anni fa nel nostro paese ci sono state ondate di calore e incendi devastanti. Eravamo veramente spaventati, le temperature elevate non ci consentivano di dormire. Da qui è nata, appunto, l’idea della denuncia, scritta sia dagli avvocati che ci assistono che dagli esperti, che hanno spiegato alla Corte come impatteranno i cambiamenti climatici nel nostro paese. Il riscaldamento globale mette in discussione sia il diritto alla vita – perché crea un rischio per la nostra esistenza, e impatta anche sulla nostra salute mentale – sia quello al non subire discriminazioni.

(Continua a leggere)


IL LIBRO
Linda Maggiori, Questione di futuro. Guida per famiglie eco-logiche!, Edizioni San Paolo 2020, pp. 272, euro 18,00

Che cosa significa essere cittadini consapevoli, consumare meno e meglio, evitare sprechi alimentari, spostarsi senza inquinare, accogliere e condividere? Significa soprattutto pensare al futuro, alle nostre famiglie, all’ambiente, al pianeta. Non si tratta di tematiche lontane, di azioni impossibili, di uno scaricarsi delle colpe a vicenda: i cittadini dicono di non riuscire a prendersi cura dell’ambiente per colpa delle istituzioni, le istituzioni dicono che è colpa del disinteresse dei cittadini. In tutto questo caos, qualcuno deve provare a prendere l’iniziativa. Nessuno di noi è un’isola, nessuno dei nostri comportamenti è un fatto privato. Questo volume affronta tutte le grandi tematiche che ogni famiglia si trova davanti, dalla scelta della casa, al cibo, al trasporto, ai vestiti, all’igiene e tanto altro ancora. Una famiglia, ma anche un singolo, può davvero fare molto per cambiare il mondo. Non lasciamoci scoraggiare dall’impotenza. Senza tralasciare l’impegno sociale e comunitario, come diceva Gandhi, si può essere il cambiamento che vogliamo vedere nel mondo.

L’autrice

Linda Maggiori, blogger e scrittrice, nata a Recanati nel 1981, vive con il marito Giovanni e i loro quattro bambini a Faenza (Ra), dove da alcuni anni sperimentano uno stile di vita sostenibile: senz’auto e a rifiuti (quasi) zero. Alla nascita del primo figlio, con alcune amiche, ha fondato un’associazione di aiuto sull’allattamento e sull’uso dei pannolini lavabili (Gaaf). È volontaria nella rete Zero Waste, e in associazioni per la mobilità sostenibile (Fiab), conduce progetti di educazione ambientale nelle scuole. Ha pubblicato molti libri: Anita e Nico dal Delta del Po alle Foreste Casentinesi e Anita e Nico dalle Foreste Casentinesi alla Vena del Gesso, Salviamo il Mare, Impatto Zero, Vademecum per famiglie a rifiuti zero e Occidoria e i Territori Ribelli. Storia Fantasy sulle ingiustizie Nord Sud del mondo; l’ultimo è Vivo senza Auto. È blogger per Il Fatto Quotidiano, oltre ad aver creato il blog famiglie-ifiutizero.blogspot.com e famigliesenzauto.blogspot.com. Inoltre collabora con sapereambiente.it e con il quotidiano Il Manifesto (Extraterrestre).


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