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Ben tornati all’appuntamento con la newsletter Fatto for Future. Questa settimana, oltre alla rubrica di Luca Mercalli, con Elisabetta Ambrosi ci occupiamo di cannabis. Come viene spiegato in un recente saggio, il proibizionismo italiano – conclusosi con il ddl Sicurezza, ma iniziato molti anni fa – sta producendo seri danni non soltanto all’economia, con tutte le aziende dedicate alla cannabis light che rischiano di fallire, ma anche ai pazienti e all’ambiente.
Intervistiamo, poi, l’economista Loretta Napoleoni, che ci spiega come – nonostante le recenti conquiste tecnologiche che pensiamo di controllare – quelli davvero controllati siamo noi. I “tecnocapitalisti” alla Musk approfittano della nostra ignoranza per imporci scelte e direzioni da prendere.
Per la rubrica La voce dei buoni, questa settimana seguiamo la signora Beatrice e i volontari di Retake, che ogni giorno puliscono Roma da rifiuti e maleducazione.
Nello spazio dedicato alle associazioni, ospitiamo l’intervento di Mountain Wilderness, a proposito della proposta di riduzione sostanziale del Parco dell’Adamello, e vi raccontiamo “Botanic Puse”, il primo eco-murale realizzato nel cuore di Manhattan dall’artista Fabio Petani nell’ambito di un progetto della non-profit italiana Yourban 2030.
Buona lettura.

L’erba e le sue buone ragioni: un saggio spiega perché vietare la cannabis danneggia la salute, l’ambiente e l’economia
di Elisabetta Ambrosi
Un dibattito pubblico che non guarda alla ricerca. E che resta “impermeabile a ogni esperienza socio-economica tanto quanto all’evidenza scientifica, rimanendo ancorato al miope pregiudizio per cui regolamentare gli usi della canapa è solo ‘libertà di spinello’, mentre la cannabis è vista come ‘droga di passaggio’”. Con tutte le conseguenze critiche sull’economia, sull’ambiente, sui malati, mentre ringrazia il narcotraffico che ne trae vantaggio. Mentre le carceri, anche a causa del decreto Caivano, ora sono ancora più affollate di giovanissimi spacciatori fragili e a rischio. È questa, in sintesi, l’accusa mossa da un libro approfondito sulle scelte politiche rispetto alla cannabis scritto dalla giornalista Nadia Ferrigo, L’erba e le sue buone ragioni. Perché liberalizzare la cannabis conviene alla società (Einaudi).
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Il libro

Sotto l’inesauribile superficie delle cose. Il paradigma della profondità nell’immaginario dell’Antropocene
di Niccolò Scaffai
Aboca, pp. 180, euro 22,5
La profondità è un motivo ricorrente nell’immaginario contemporaneo; la rappresentazione degli spazi sotterranei e sottomarini è diventata sempre più frequente nella letteratura, nel cinema, nelle arti figurative. Ma la profondità nella cultura contemporanea ha un carattere specifico, che consiste nel legame con l’Antropocene, l’epoca cioè in cui l’attività umana è diventata così intensa da incidere sui processi geologici, alterando clima e struttura del pianeta. In questo libro sorprendente e ricchissimo, Niccolò Scaffai definisce il “paradigma della profondità”. Perché conoscere, cioè accedere alla profondità, è la condizione per portare alla luce e indicare l’esempio virtuoso di una forma di vita non antropocentrica.
Niccolò Scaffai è docente di Critica letteraria e letterature comparate all’Università degli Studi di Siena
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