L’ultima idea geniale è venuta al presidente del Senato, Ignazio La Russa, che contro i femminicidi ha proposto una manifestazione di soli uomini. Addirittura, non si dovesse riuscire a organizzare, un flash mob in Parlamento. Nel frattempo, la destra ha portato oggi in Consiglio dei Ministri un nuovo pacchetto di misure per inasprire il contrasto alla violenza di genere: si potrà procedere anche in assenza della denuncia della vittima, i braccialetti elettronici saranno applicati in automatico (finora erano a discrezione del Gip), Questore e Procura avranno tempi più stretti per intervenire e il violento dovrà rispettare la distanza minima di 500 metri dalla donna. Sull’onda dell’emozione per il femminicidio di Giulia Tramontano, s’interviene quindi nuovamente sulle misure restrittive ma non su quelle culturali, che invece sono all’origine delle violenze. Elisabetta Ambrosi ne ha parlato con la scrittrice Dacia Maraini, la quale è convinta che, se non si cambia il modello culturale, difficilmente si otterranno dei risultati sul piano della prevenzione.
L’altra polemica di questi giorni ha riguardato il Gay Pride di Roma. La Regione Lazio ha dapprima concesso, poi negato il patrocinio alla manifestazione, su pressione dei Pro-Vita, salvo poi promettere di restituirlo in cambio delle scuse della comunità Lgbtq+ per la sua posizione favorevole sull’utero in affitto. Insomma, un pasticciaccio per il governatore Rocca, che pure è presidente della Croce Rossa internazionale, che ha tra i suoi principi fondanti quello dell’inclusione. Noi, però, vogliamo occuparci del Pride per quello che è stato, che è e che sarà: lo facciamo attraverso le parole del presidente del Circolo Mario Mieli di Roma, Mario Colamarino, che ci presenta il suo “album di famiglia”. Viene pubblicato in questi giorni, e viene allestita una mostra al Mattatoio: 40 anni di storia del Circolo attraverso le foto, i giornali, le testimonianze di chi c’era.
Valentina Mira si occupa, invece, di una querelle che ha investito la Spagna e, di rimando, tutto il mondo dell’arte. Secondo un giornalista economico del Paìs, i quadri di Picasso ultimamente venderebbero meno per colpa delle femministe, che avrebbero screditato il pittore denunciandone il maschilismo. Abbiamo chiesto il parere autorevole di Achille Bonito Oliva.
Con Angelo Molica Franco restiamo in campo artistico, volutamente per ribaltarne la prospettiva: poiché lo sguardo femminile sembra avere tanto potere, abbiamo individuato nove artiste italiane capaci di leggere la modernità secondo canoni completamente nuovi.
Chiudiamo, infine, con un appuntamento per “smanettoni”: parte venerdì da Milano, e tocca varie città, Zona Warpa, il festival dei videogiochi ribelle e itinerante. I videogame sono per tutti, affermano dal Collettivo che lo organizza, e sono un mezzo di comunicazione potentissimo. Per questo l’accesso al sapere necessario a crearli va diffuso il più possibile, liberamente e gratuitamente. Maddalena Lai ci racconta questo mondo.
Buona lettura.
A cura di Silvia D’Onghia
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