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il Fatto Quotidiano
6 Settembre 2023
A parole nostre

“Vedono le donne come persone un po’ sciroccate, che devono stare attente a non mettersi in situazioni pericolose. E così, al contempo, si giustificano i poveri uomini. Ecco, quello di Giambruno è un sessismo benevolo, pericoloso quanto quello malevolo ma più subdolo, perché fa sentire protette, venerate”. Vera Gheno non fa certo fatica a schierarsi: da sempre promotrice, ad esempio, dell’introduzione della schwa e per questo bersagliata anche da esimi colleghi, la sociolinguista fiorentina sa bene cosa significano le parole del compagno della premier e cosa esse comportano. Gheno è da poco in libreria con un manuale sugli atteggiamenti che avvelenano la comunicazione in Rete e nell’intervista che ha realizzato con Elisabetta Ambrosi ammette di essere stanca di confrontarsi con chi mantiene la porta chiusa.

Il sessismo benevolo di cui parla fa subito venire in mente le favole delle principesse, e quegli stereotipi immortali che vedono le donne più avvezze alla cura domestica e meno propense a maneggiare la scienza. Allora sono proprio una matematica e un’astrofisica, Nastassja Cipriani ed Edwige Pezzulli, a mettere in fila, in un saggio, tutti gli scienziati o i filosofi che hanno tentato di lasciare a casa le colleghe. Da Aristotele a Gentile, senza dimenticare Odifreddi. Lo ha letto per noi Giuseppe Cesaro.

Con Riccardo Antoniucci torniamo a parlare di Iran, perché l’Onu ha bollato come “apartheid di genere” quanto il regime sta facendo alle donne: a quasi un anno dalla morte di Mahsa Amini, il Parlamento di Teheran continua a discutere la proposta di legge che inasprisce ulteriormente divieti e punizioni per chi non indossa il velo in pubblico. Michela Iaccarino ci ricorda un’altra rivoluzione soppressa nel sangue, stavolta in Russia. Nel 2012, 40 secondi di musica punk portarono le Pussy Riot sul tetto del mondo, ma anche nelle colonie penali. A sostegno della loro battaglia, centinaia di persone furono arrestate o uccise. Ora il diario di quei giorni arriva in Italia, attraverso le parole di una di loro, Masha.

Per la pagina culturale, infine, con Valentina Mira compiamo un viaggio da sud a nord per seguire il progetto Queer è Ora: una mostra fotografica che parte dal Salento, una campagna di affissioni e un paio di provocazioni che faranno discutere.

Buona lettura.

A cura di Silvia D’Onghia

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La linguista

Vera Gheno: “Giambruno e le donne ‘sciroccate’: il sessismo benevolo giustifica gli uomini”

In libreria con un manuale sui “15 comportamenti che avvelenano la nostra vita in Rete e come evitarli”: “Bisogna agire, attraverso la diffusione della conoscenza, sulle persone che in qualche modo tengono aperta una porticina alla possibilità di cambiare idea”

di Elisabetta Ambrosi

Il saggio

Da Aristotele a Darwin (a Odifreddi), quelli che… la scienza “non è roba da donne”

Le scienziate Cipriani e Pezzulli mostrano come anche i grandi pensatori abbiano reiterato la concezione sessista secondo cui il genere femminile ha predisposizioni “biologiche” diverse o addirittura un'intelligenza inferiore a quella degli uomini

di Giuseppe Cesaro

Diritti

Castità e hijab, in Iran va avanti la legge contro le donne. L’Onu: “È apartheid di genere”

Si sta discutendo un testo che contiene punizioni e divieti. Secondo un report delle Nazioni Unite, le autorità di Teheran operano “una discriminazione sistematica con l’intenzione di costringere le ragazze alla sottomissione totale”. Un anno fa la morte di Masha Amini

di Riccardo Antoniucci

Le ragazze col passamontagna colorato

Pussy Riot, quei 40 secondi e il sogno di una rivoluzione: il diario di Masha

Dopo la musica, la fuga e i travestimenti, ci sono le colonie penali e la sorellanza scoperta dietro la sbarre. E una promessa: “La libertà non esiste se non si combatte ogni giorno in suo nome”

di Michela A.G. Iaccarino

Il progetto

Queer è Ora, per essere senza confini bisogna rifare il Quarto Stato

Mostra fotografica, campagna affissioni, catalogo e comunicazione social: dal Sud contro gli stereotipi. Con un 34esimo posto su 49 Paesi europei, l'Italia ha ancora molto da fare per i diritti delle persone LGBTQIA+

di Valentina Mira

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