Tra pochi giorni, domenica 10 aprile, la Francia si recherà alle urne per il primo turno delle elezioni presidenziali. Lo farà nel clima teso della guerra in Ucraina, con la crisi energetica alle porte e dopo due anni di pandemia da Covid-19. Il presidente uscente Macron è il favorito nei sondaggi. Colui che aveva promesso, all’alba del primo mandato, di costruire un Paese più uguale, fondato sulla parità tra uomini e donne, e che adesso si trova a dover spiegare perché nel bilancio dello Stato la spesa per la causa femminile è pari soltanto allo 0,01%. A sfidare lui, e gli altri 7 candidati maschi, ci sono 4 donne, soltanto una delle quali, Marine Le Pen, ha la possibilità di finire al ballottaggio. Luana De Micco ha passato in rassegna i programmi elettorali di tutti e 12 gli aspiranti inquilini dell’Eliseo per capire cosa intendono fare per le questioni di genere. E ha scoperto che propaganda e stereotipi sono duri a morire anche tra le donne.
Ciò accade nel mondo, non solo in Francia. Lo abbiamo visto subito dopo la notte degli Oscar, quando l’universo femminile si è diviso tra chi condannava il gesto di Will Smith, lo schiaffo in apparente difesa della moglie insultata, e chi inneggiava alla vendetta del cavaliere. In realtà, come ci ricorda Flavia Brevi – fondatrice e creativa di Hella Network, il collettivo per la comunicazione inclusiva –, proprio la figura del cavaliere deriva da un cliché costruito nei secoli che, oltre a determinare l’appartenenza dell’oggetto-donna, ingabbia gli uomini in un ruolo che spesso non vorrebbero. Pensate alle regole del corteggiamento: l’uomo deve chiedere di uscire, dare il primo bacio, pagare il conto e, tempo al tempo, inginocchiarsi con i carati in mano. All’estero è partita la campagna di una app di dating per abbattere quello che viene definito il romance gap.
E, a proposito di luoghi virtuali di scambio e d’incontro, Elisabetta Ambrosi si occupa questa settimana di una nuova tendenza, che sta prendendo piede anche tra le “operose” donne. Si chiama “goblin mode” e si traduce con il gettare nel secchio la fitta agenda di impegni, disdire il parrucchiere, indossare una comoda tuta (neanche da ginnastica) e ritagliarsi del tempo per sé amabilmente stravaccate sul divano. Se volete divertirvi, andate a cercarla su TikTok.
Per la pagina culturale, questa settimana Angelo Molica Franco ci guida tra le donne di Giacomo Balla, una sorta di universo che ha aiutato l’artista nel racconto del vero. Una mostra a Milano le celebra. Guido Biondi, invece, ci parla di un progetto che unisce fotografia e fumetto, con uno sguardo particolare all’espressione femminile. Ne ha parlato con la curatrice, Alessandra Mauro.
Buona lettura.
A cura di Silvia D’Onghia
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