Braccialetti, cremine, sali da bagno, ricette facili e veloci: non c’è scampo, siamo inondati. Domenica 8 maggio sarà la Festa della mamma e ormai da una decina di giorni almeno ci stanno trapanando il cervello con le pubblicità più allucinanti sul “regalo perfetto”. Masticata, ingioiata e smaltita la polemica di quelli che “non ho privilegi, ma il cognome delle madri ai figli mi sembra solo una cavolata burocratica” (vedi la pronuncia della Consulta), è tutto già tornato alla normalità. Quindi celebriamo le donne, pardon le mamme, con i doni migliori che si possano desiderare. Nei negozi reali o in quelli virtuali, è tutto un profluvio di retorica sulle madri bellissime, stanchissime, maestre di vita (cioè, di come si mette il mascara, testuale). Ma abbiamo scoperto che c’è addirittura chi va oltre. Niente giocattoli erotici, che avete capito: un regalo fai da te, persino nel confezionamento.
Occorre, allora, ribadire alcuni concetti importanti sulla maternità, e in particolare sul mito della “supermamma” che invade e condiziona il nostro immaginario: quella perfetta, capace di tenere insieme carriera e famiglia, quella che con una mano prepara i brownies e con l’altra dirige una riunione su Zoom. E che magari la sera si dilania nei sensi di colpa perché si è presa “una pausa sul water”. Bene lo racconta Alice Brioschi, curatrice di un saggio in cui alcune professioniste raccontano come non sia obbligatorio l’assunto “essere madri significa essere felici”. E pure che sarebbe ora di smetterla con i sensi di colpa, sul water e pure altrove.
La felicità, spiega Rosella Postorino, è un diritto ma non un dovere. In un volume che raccoglie e amplia il discorso tenuto ai neolaureati senesi tre anni fa (università in cui lei stessa ha studiato), la scrittrice Premio Campiello si rivolge ai più giovani: “È importante che proviate a sentire dov’è che la vostra vita pulsa di più, oltre ogni condizionamento sociale, oltre le aspettative dei genitori o dei pari”. Consigli che in realtà si adattano perfettamente a ogni età della vita.
Vita che, appunto, non è sempre come ce la siamo immaginata. Caterina Venturini, scrittrice e sceneggiatrice, ha appena pubblicato un romanzo la cui protagonista, Carla, si è trasferita negli Stati Uniti per seguire un uomo che non ha scelto con particolare desiderio e con cui, tuttavia, le cose funzionano. Carla vuole essere amata e approvata a tutti i costi, salvo poi concedersi il lusso di deludere le persone. Stare dentro la vita essendone l’elemento critico, dunque. Elisabetta Ambrosi ha intervistato per noi Caterina Venturini.
Chiudiamo con un appuntamento che torna, finalmente, anche in presenza: Mix, il Festival di cinema LGBTQ+, si svolgerà a Milano dal 16 al 19 giugno con primizie internazionali. Parole d’ordine: interculturalità e intersezionalità. Ce ne parla Federico Pontiggia.
Buona lettura.
A cura di Silvia D’Onghia
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