È ricoverato nel reparto di neuropsichiatria infantile, eppure su di lui pesa l’accusa di aver tentato di uccidere la sua professoressa. La storia arrivata questa settimana da Abbiategrasso, dove un ragazzo di 16 anni ha accoltellato in classe la sua insegnante, ci pone davanti a una realtà finora troppo spesso ignorata: la violenza dei figli. Complici gli anni della pandemia, durante i quali gli adolescenti hanno ridotto le relazioni sociali amplificando così il disagio tipico dell’età, ci ritroviamo in casa ragazzi che non sanno gestire la rabbia. Oppure la manifestano attraverso gesti violenti nei confronti dei genitori o di loro stessi. Elisabetta Ambrosi ne ha parlato con la psicoterapeuta Virginia Suigo, dell’Istituto Minotauro di Milano, che del fenomeno si occupa in un volume appena pubblicato. E che ci spiega come uscirne.
Con Thomas Mackinson restiamo sul tema della violenza, ma per curarne un aspetto che le cronache non riescono a mettere a fuoco: quello della violenza economica nei confronti delle donne. Secondo gli studi condotti da Bankitalia e dal Notariato, che continuano la loro campagna di sensibilizzazione insieme con le associazioni antiviolenza, il 40% delle italiane non possiede neanche un conto corrente: ciò significa che a detenere le finanze familiari sono ancora gli uomini. Che a volte non si limitano solo a centellinare la paghetta alle mogli, ma intestano loro società fittizie, le depredano dei beni delle famiglie d’origine, addirittura le riempiono di debiti per attività illecite.
È giusto, dunque, che le donne ne abbiano coscienza e che prendano in mano le loro vite. Esattamente come hanno fatto, dall’altra parte del mondo e per altri motivi, le Mujeres Amazónicas, un gruppo di attiviste sudamericane che ha deciso di opporsi alla distruzione della foresta pluviale più grande del Pianeta. Per questo – spiega una di loro, Patricia Gualinga, a Natale Ciappina – in tante subiscono violenze o minacce. Ma, laddove gli Stati non fanno nulla, qualcuno deve pure opporsi, per esempio, alle compagnie petrolifere.
Luana De Micco ci riporta, invece, in Europa per parlare di cibo. O meglio, di come la cucina reiteri stereotipi di genere, non solo attraverso le dipendenze alimentari. La giornalista francese Nora Bouazzouni le racconta che si ritiene normale che il cucinare quotidiano delle donne non venga remunerato né valorizzato; quando invece esso si professionalizza, nei ristoranti, sono gli uomini a trarne profitto, fama e denaro. Basta guardare un Masterchef a caso per rendersene conto.
Per la pagina letteraria, infine, Giuseppe Cesaro ci porta nel mondo maschilista delle religioni. Ines Testoni, docente di Psicologia sociale, ripercorre l’intreccio tra fedi monoteistiche e patriarcato, attraverso le culture antiche e fino ai totalitarismi. Per arrivare a un assunto difficilmente contestabile: Dio, se esiste, non è maschio.
Buona lettura.
A cura di Silvia D’Onghia
Ascolta questa newsletter su FqExtra o su Spotify
|