Quante volte abbiamo ascoltato, o peggio, siamo state vittime di una battutaccia a sfondo sessista sul luogo di lavoro? “Quella sta lì perché l’ha data al capo”, “Oggi è isterica, avrà le sue cose”, “Brava, ragioni quasi come un uomo” e potremmo continuare a lungo. Ebbene, dal primo aprile chiunque reiteri nel tempo questo tipo di insulto commetterà un reato. No, non illudiamoci: accade in Francia, dove entra in vigore la legge approvata nell’agosto scorso che equipara questi atteggiamenti alle molestie sessuali. E che come tali, dunque, possono essere non solo sanzionate dal datore di lavoro, ma punite a norma del codice penale. Luana De Micco ci racconta i piccoli, ma importanti passi che Parigi sta compiendo verso la parità di genere.
Parigi, non Roma. Dove siamo invece ancorati a una concezione del lavoro che vede la maternità come un intralcio per le aziende e per la carriera femminile. Per rimanere sugli stereotipi, “i figli sono ancora delle madri”. E questo perché ai padri non solo non è data la possibilità, ma non sono nemmeno obbligati dalla legge a prendersi cura dei figli nei loro primi mesi di vita. Parliamo del congedo di paternità: anche in questo caso, siamo agli ultimi posti in Europa per numero di giorni messi a disposizione dei neo-papà, e a stipendio pieno. E se l’ultima legge di Bilancio qualcosa ha smosso, secondo le associazioni che si stanno battendo con sit-in e petizioni, non è ancora abbastanza. Se n’è occupata Maria Cristina Fraddosio.
Restiamo in tema di genitorialità. Elisabetta Ambrosi ha letto il saggio, appena edito in Italia, dello psicoterapeuta tedesco Maaz, secondo cui l’amore mancato (o mal trasmesso) dei nostri genitori influisce sulle relazioni, rendendole tossiche. Perché è inutile cercare di riprodurre con il partner ciò che sentiamo di non aver ricevuto, del tutto o non abbastanza, da bambini. E ancora, Guido Biondi ha intervistato la mediatrice familiare Chiara Tronconi, da poco in libreria con un romanzo, che affronta il tema del sostegno necessario agli uomini poco pronti ad affrontare una separazione.
Chiudiamo in bellezza, anzi in musica. Ad aprile, il 24 per la precisione, compie 80 anni un’artista che sarebbe addirittura riduttivo definire icona: Barbra Streisand. Una che nella vita non ha dato voce soltanto alle canzoni, rendendole eterne, ma a una serie di battaglie per i princîpi che sono alla base della democrazia: dai diritti civili alla lotta al razzismo, dalla parità di genere alla salute delle donne. Giuseppe Cesaro ci ricorda chi è questa meravigliosa artista.
Buona lettura.
A cura di Silvia D’Onghia
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