Annalisa Fontana, la donna morta dopo essere stata data alle fiamme dal suo compagno Onofrio Bronzolino, è solo l’ultima in ordine di tempo. Anzi, forse mentre scriviamo questa newsletter c’è già un altro nome che si aggiunge alla lista dei femminicidi. Lista ufficiosa, tra l’altro, perché lo Stato italiano non ha neanche un elenco ufficiale delle donne ammazzate in quanto donne. Ieri la ministra della Famiglia, Eugenia Roccella, ha annunciato per l’ennesima volta che il governo sta lavorando sulla prevenzione (forse con i corsi previsti dal collega Valditara nelle scuole che, scopriremo nelle prossime settimane, partono già col piede sbagliato). E allora che fare? Come proteggersi dagli uomini violenti? Se le istituzioni non ci aiutano, chi lo farà? Lo facciamo da sole, rispondono le migliaia di donne che si iscrivono ai corsi di difesa personale o che prenotano una videochiamata col servizio Donnexstrada quando devono tornare a casa da sole. Ma non solo. Valentina Mira ha scoperto che si stanno diffondendo dei canali Telegram di mutuo soccorso: una rete orizzontale che si ritrova, in ogni città, per accompagnare qualche “sorella” attraverso una strada buia, per riprenderne un’altra all’uscita di una discoteca o in una stazione. A idearli è stata la scrittrice e attivista Valeria Fonte.
Abbiamo detto che chiediamo sicurezza allo Stato, ma lo Stato non ce la dà. E se bisognasse cambiare prospettiva? Elisabetta Ambrosi ha intervistato la filosofa francese Elsa Dorlin, la quale è convinta che la domanda di aiuto è una dichiarazione d’impotenza e che, per le battaglie femministe come per quelle ambientali, sarebbe invece opportuno diventare protagoniste dei cambiamenti.
Con Federica Di Martino torniamo a occuparci di interruzione di gravidanza, perché domani ricorre la Giornata mondiale per l’aborto sicuro e garantito. La Ru486 è stata introdotta per legge nel nostro Paese nel 2019: sono quindi passati quattro anni ma, come leggerete, la pillola abortiva è rimasta una chimera. Anche per questo, segnaliamo che alcune associazioni impegnate nella difesa dei diritti sessuali, riproduttivi, civili, umani lanciano un appello al ministro della Salute affinché l’Italia recepisca, entro il 2023, le linee guida dell’Organizzazione mondiale della sanità in materia di aborto. La campagna si chiama #IVGsenzaMA. Purtroppo non siamo soli. Abbiamo spesso raccontato l’ondata reazionaria che sta investendo l’Europa: questa settimana con Alessia Grossi andiamo a vedere cosa sta accadendo in Portogallo, dove l’Associazione dei medici cattolici si oppone all’idea, lanciata dal ministro della Salute, di spostare la pratica di aborto non terapeutico negli ambulatori dei medici di famiglia.
Ospitiamo, infine, la voce di due donne che hanno intrapreso il proprio percorso femminista e adesso lo raccontano in un podcast: sono Giorgia Soleri e Federica Fabrizio e nel loro “Ignifughe” ci raccontano come rabbia e sorellanza siano due strumenti indispensabili per cambiare le cose.
Buona lettura.
A cura di Silvia D’Onghia
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