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23 Settembre 2020
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“Per tutti questi secoli le donne hanno avuto la funzione di specchi, dal potere magico e delizioso di riflettere raddoppiata la figura dell’uomo”: sono passati quasi cent’anni, ma l’affermazione di Virginia Woolf (Una stanza tutta per sé, 1928) non è invecchiata di un giorno. E se provassimo finalmente a romperlo, quello specchio, e a guardare senza filtri la persona che abbiamo davanti? Quanto gli uomini conoscono davvero le donne e quanto le donne si conoscono in profondità? Non abbiamo le risposte, ma proviamo a raccontare, “A parole nostre”, che nessuno specchio deformante ha motivo di esistere.
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A cura di Silvia D’Onghia
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Simone de Beauvoir (qui in foto con Sartre), Sibilla Aleramo, Anaïs Nin, Colette, Anne Sexton, Sylva Plath, Gertrude Stein, Virginia Woolf e tutte le altre: sono state fra le prime donne impegnate a trovare la propria identità, la libertà e il coraggio per vivere una vita degna e a raccontarcelo nei loro libri in prima persona.
di Rossana Campo
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L'intervista
Nata da madre di origine ucraina e da padre maliano, vittima di haters e insulti da quando era bambina, ha deciso di scrivere contro il razzismo: "Di solito non mi criticano per quello che dico, ma per il semplice fatto che esisto"
di Michela A. G. Iaccarino
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Il saggio
Il metodo vincente: logica comune e un sistema di regole condivise da tutti. Regole che si aggiornano continuamente, visto che “l’errore è uno dei modi per proseguire la ricerca, raddrizzare il processo logico o addirittura cambiarlo”. E tra numeri e formule non c'è spazio per la verità di un uomo solo
di Giuseppe Cesaro
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Dal Regno Unito al mondo
Il primo magazine illustrato nato dalla mente di una giornalista italiana, Michela Di Carlo, in cui le donne ultraquarantenni possono esprimersi con libertà e ironia e trovare consigli e condivisioni
di Sabrina Provenzani
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La newsletter
La scrittrice Giorgia Bernardini: "Il 5 ottobre a San Siro si gioca Milan-Juventus. Femminile. Sarebbe il caso che, a parità di stadi, ci fosse parità di stipendi e di riconoscimenti. Ma la responsabilità è anche delle nostre sportive che, diversamente da ciò che accade per esempio negli Usa, non portano le battaglie per il gender gap fuori dai campi"
di Angelica Tranelli
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