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il Fatto Quotidiano
22 Febbraio 2023
A parole nostre

“Né sane, né salve”, anzi gravemente in pericolo; eppure “ancora vive e coraggiose”: e quanto coraggio ci vuole a sfidare la sharia in un Afghanistan riconsegnato ai talebani dopo 20 anni di esportazione di democrazia occidentale. Un Paese in cui alle donne viene ora impedito persino di andare al parco da sole, ma in cui alcune insegnanti stanno rischiando la vita pur di fare il proprio mestiere. Come ci racconta Michela Iaccarino, è così che sono nate a Kabul le scuole clandestine destinate alle ragazze, che la legge islamica vorrebbe relegate alla schiavitù dell’ignoranza. Una piccola rivoluzione silenziosa.

Le donne afghane, come le iraniane, non conoscono più il valore della parola libertà. Noi italiane sì, anche se spesso ce ne dimentichiamo e, anzi che farne tesoro, tendiamo a reiterare comportamenti patriarcali che ci vogliono subordinate e servizievoli nei confronti del modello maschile. È il caso, spiega la filosofa Chiara Bottici a Elisabetta Ambrosi, di Chiara Ferragni e Giorgia Meloni. Distanti, certo, eppure accomunate dal sentirsi api regine che perpetuano lo status quo. Bottici esprime il concetto di “anarca-femminismo” per ribadire come, per salvarci da tutte le forme di oppressione, sia necessaria l’intersezionalità.

Con Federica Crovella parliamo, invece, di insicurezza. O meglio, della sensazione che le donne hanno quando camminano per strada. Dopo aver a lungo cercato, Crovella ha scoperto che in Italia non esistono dati ufficiali aggiornati sulla percezione della sicurezza. Sono, così, le associazioni presenti sui territori a sopperire a questa carenza. Eppure, afferma la studiosa Donata Columbro, gli stessi sindaci potrebbero trarre vantaggio da studi di questo genere, per esempio sulle periferie. E quando parliamo di senso di insicurezza, ricorda Columbro, dobbiamo analizzarlo dal punto di vista di ogni minoranza.

Per la pagina culturale, celebriamo i 30 anni del Teatro delle Donne di Firenze, e lo facciamo pubblicando la prefazione di Dacia Maraini al volume che ne ricorda le imprese. Giuseppe Cesaro, infine, ci porta nella tenera e spietata Napoli, dove cresce e (soprav)vive Carmine, detto Uvaspina. Un esordio letterario degno di attenzione.

Buona lettura.

A cura di Silvia D’Onghia

Divieti capitali

Le scuole clandestine per le ragazze di Kabul, dove un libro può costare il carcere

Ci sono studentesse e insegnanti coraggiose che rischiano ogni giorno violando la sharia. In Afghanistan, ormai le donne devono essere accompagnate da un uomo persino al parco

di Michela A.G. Iaccarino

L'intervista

Meloni-Ferragni, la filosofa Bottici: “Api regine di un modello patriarcale”

Nel suo ultimo saggio, “Nessuna sottomissione”, affronta il tema del femminismo sotto il principio dell'intersezionalità: “Non si possono difendere le donne senza difendere il Pianeta”

di Elisabetta Ambrosi

L'inchiesta

Le donne hanno paura, ma nessuno sa quanto: mancano le ricerche sulla sicurezza

Strade buie, cat calling, molestie e aggressioni: le città non lasciano tranquille le loro abitanti. Eppure nessuno, a livello istituzionale, si occupa di analizzare il fenomeno, con raccolte di dati. E così le associazioni fanno da sole, dal basso. La giornalista Columbro: “Le indagini devono riguardare anche le comunità marginalizzate”

di Federica Crovella

L'anticipazione

Il Teatro delle Donne compie 30 anni, Maraini: “Un’argine alla deriva reazionaria”

Un volume ricostruisce la storia di un'esperienza fondamentale, attingendo ai documenti d’archivio e alle preziose testimonianze delle fondatrici. La scrittrice: “Chi crede ancora all’arte delle parole, chi vuole raccontare il presente è costretto a farlo a sue spese, in piccoli teatri, con piccole compagnie”

di Dacia Maraini

L'esordio

Uvaspina, un esordio tenero e spietato come soltanto Napoli sa essere

Monica Acito, trentenne e cilentana di nascita, ci consegna un romanzo che sa di sole, di sale e di Sud: un “femminiello” alle prese con la città magica e sospesa, come quella mano che – forse – gli salverà la vita

di Giuseppe Cesaro

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