Non sono stato io: “Vendevano cappelli falsi”. E poi la goliardata: nel primo comunicato stampa ufficiale si parlava di “maleducazione”. Quanto accaduto a Rimini – 500 segnalazioni di molestie e 160 denunce durante il raduno degli Alpini – trae origine da due fenomeni tipici della violenza sulle donne: il diniego e la minimizzazione. A spiegarlo è Virginia Ciaravolo, psicoterapeuta e criminologa, che ha appena dato alle stampe un importante saggio, “D’improvviso si è spenta la luce”, nel quale – con l’ausilio di altri esperti – affronta tutte le questioni legate alla violenza: dalla definizione stessa al doppio percorso che le vittime devono compiere, dal tabù nel parlarne alla rieducazione degli uomini violenti. Ai fenomeni di branco, appunto, come nel caso di Rimini.
Il patriarcato trova spesso la sua massima rappresentazione nelle figure dei dittatori, che la retorica vuole “maschi alfa”. E questa rappresentazione avviene, per esempio, attraverso l’esaltazione del corpo maschile: Putin a torso nudo, per esempio, o Mao Tze-tung che a 70 anni, pur non essendo atletico, fa l’attraversata del fiume Yang Tse in un tempo record. La docente Flavia Trupia ne ha studiato i comportamenti, gli slogan, il linguaggio, e in un’intervista a Maria Cristina Fraddosio spiega come riconoscere la retorica per vaccinarsi contro il totalitarismo.
Passiamo, poi, a una figura da riscoprire e a una di cui scoprire il lato inedito. Irène Némirovsky è una scrittrice ucraina vissuta all’inizio del Novecento che, dopo aver lasciato Kiev anche a causa di una madre narcisista e anaffettiva, trova casa a Parigi. Fino a quando i nazisti non la portano ad Auschwitz, dove muore per tifo. La sua storia, raccontata dalla psicoterapeuta Federica Lauto, ci aiuta a rispondere alla domanda “Se non ho colpe, di cosa devo aver paura?”. Elisabetta Ambrosi ne ricostruisce la vicenda. Angelo Molica Franco ha letto per noi, invece, un’opera che ci restituisce una Virginia Woolf quanto meno insolita: l’amica che non si presenta alle cene o che litiga con la sorella per colpa del di lei marito. Bompiani sta pubblicando i Diari della grande autrice.
Chiudiamo con un esordio letterario da tenere d’occhio: Tereza Semotamová è una sceneggiatrice, giornalista e germanista praghese che proprio nella città natale ambienta il suo primo romanzo, “Nell’armadio”, il luogo in cui la protagonista si rifugia per sfuggire a se stessa e al mondo. Del resto, chi di noi non si è rintanato tra i vestiti della nonna, anche solo per giocare a nascondino? Ce ne parla Guido Biondi.
Buona lettura.
A cura di Silvia D’Onghia
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