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il Fatto Quotidiano
18 Gennaio 2023
A parole nostre

Le parole sono importanti. Soprattutto se riferite a una donna ammazzata davanti a un ristorante nel quale aveva litigato con il suo assassino. E allora perché scrivere che Martina Scialdone “aveva lasciato” Costantino Bonaiuti, che costui era “dilaniato dalla gelosia”? Perché riportare addirittura il post di un collega che definisce l’ingegnere Enav “intelligente, simpatico, un gran figo”? Il femminicidio di Roma ha dell’incredibile, come incredibili sono le parole che i giornali hanno utilizzato per raccontarlo. Nonostante il Manifesto di Venezia per il rispetto e la parità di genere nell’informazione compia quest’anno 6 anni, dunque, la stampa italiana non si adeguerà mai a un linguaggio che rispetti le donne e non perpetui il fenomeno della vittimizzazione secondaria. Leggendo l’articolo di Elisabetta Ambrosi, che riporta fedelmente le frasi dei quotidiani, vengono i brividi.

Le parole sono importanti. Ce lo ribadisce anche Federica Crovella, che ha studiato una ricerca dell’Università Cattolica di Milano secondo la quale la comunicazione inclusiva fa bene alle aziende e migliora il benessere di chi ci lavora. Suddividendo un campione di mille persone in tre gruppi, la professoressa Claudia Manzi ha sperimentato come coloro che sono stati sottoposti a un’adeguata formazione circa il linguaggio da usare sul lavoro, siano più disponibili persino a un impegno civile extra professionale.

Con Valentina Mira torniamo invece a occuparci dell’Umbria, una regione che la Lega sta riportando al Medioevo. Non solo per la proposta di legge che definisce legittima la famiglia formata da uomo e donna uniti in matrimonio; prevede la presenza nei consultori di associazioni anti-abortiste; incentiva la contraccezione naturale e le gravidanze. No, adesso rischia di chiudere, a Terni, l’unica Casa regionale delle donne, che il Comune leghista vuole trasformare in residenza per anziani.

Se non s’inverte la rotta, il nostro Paese rischia di fare la fine degli Usa, dove possono abortire soltanto le donne ricche. A proposito di Stati Uniti, arriva da lì un’altra, proverbiale lezione di bell hooks. Nel suo “Da che parte stiamo”, la docente da poco scomparsa analizza la società imperniata sul capitalismo borghese, che reputa normale la fame di denaro e altrettanto normale che tutti debbano aspirare a essa. E così i poveri vengono rappresentati come falliti, incapaci, parassiti. Quasi “occupabili”, diremmo con una battuta. Ce ne parla Cristina Quintavalla.

Michela Iaccarino recupera, invece, la storia delle Agoje, guerriere africane del regno che ha dominato il territorio dell’attuale Benin dal 1600 alla fine dell’800. Una saga resa mitologica da Hollywood con il film “The woman king”, nel quale le combattenti appaiono determinate a sconfiggere il patriarcato. La verità, purtroppo, è tutt’altra. Basta dire che le Agoje lavorarono al soldo degli schiavisti.

Per la pagina letteraria, infine, arriva in Italia l’autobiografia di una donna incredibile: Eve Babitz. Scrittrice, giornalista, amante di personaggi del calibro di Cary Grant e Jim Morrison, ha fatto della Los Angeles degli anni d’oro il suo salotto, con una sfrontatezza che solo le persone realmente libere possono avere. Ce la racconta Angelo Molica Franco.

Buona lettura.

A cura di Silvia D’Onghia

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Il femminicidio di Roma

Martina Scialdone, per la stampa (come sempre) la colpa è anche della vittima

Abbiamo letto sui giornali che l'avvocata uccisa “voleva lasciare” il suo assassino, Costantino Bonaiuti, che pare “avesse un discreto successo sul fronte sentimentale” pur con “una vita in salita”. Addirittura, c'era “l'ombra di un altro uomo a cui la ragazza si stava interessando”. Altro che Manifesto di Venezia e corsi di formazione...

di Elisabetta Ambrosi

La ricerca

Maschile, femminile o neutro? La comunicazione inclusiva fa bene alle aziende

Un progetto della Cattolica di Milano ha raccolto 1000 partecipanti, che sono stati divisi in tre gruppi e sottoposti a una formazione online sul tema degli stereotipi di genere. Poi sono state fornite indicazioni sul tipo di comunicazione scritta da utilizzare nel mese successivo

di Federica Crovella

Terra leghista

Terni, l’unica Casa delle donne di tutta l’Umbria diventa un centro anziani

Dal 2014, le attiviste organizzano laboratori, corsi di formazione, assistenza legale, gruppi di confronto e mutuo aiuto; non solo non ha mai ricevuto finanziamenti pubblici, ma ora dovrà pagare per continuare a svolgere le proprie attività. Il centro diventerà un luogo che favorisca “l’invecchiamento attivo e il benessere delle persone”

di Valentina Mira

Il punto di vista

Negano la povertà per eliminare la lotta di classe: ieri, oggi, sempre bell hooks

Nel suo “Da che parte stiamo” una spietata analisi della società americana imperniata sul capitalismo borghese, che reputa normale la fame di denaro e altrettanto normale che tutti debbano aspirare a essa. E così gli indigenti sono rappresentati come falliti, incapaci, truffatori, pericolosi, parassiti

di Cristina Quintavalla

La verità

Le Agoje e “The woman king”, una saga fasulla che serve a Hollywood, non alla Storia

La pellicola con Viola Davis riscrive il senso dell'esercito africano composto di sole donne: fatte passare per guerriere contro il patriarcato, erano in realtà al servizio degli schiavisti bianchi

di Michela A.G. Iaccarino

Il volume

Una “donna-sirena” a LA: smodata, irriverente, indispensabile Eve Babitz

Arriva in Italia l'autobiografia di un'icona che ha attraversato la vita di molti divi hollywoodiani con la stessa ironia con cui si usano gli “aggettivi” (così chiamava gli uomini): da Cary Grant a Jim Morrison, passando per la famosa foto nuda con Duchamp

di Angelo Molica Franco

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