Lunedì prossimo, il 19 giugno, approda nell’Aula della Camera la proposta di legge, sostenuta dal centrodestra, che vuole rendere la maternità surrogata – già illegale nel nostro Paese – un reato universale, cioè perseguibile anche quando i cittadini italiani lo commettono all’estero. Come a dire che una coppia che si reca in Canada per la Gpa sarà punibile in Italia. Una mossa politica che, a nostro giudizio, sa solo di propaganda, poiché un simile reato sarà difficilmente applicabile e poiché a ricorrere alla pratica tanto invisa alla maggioranza di governo sono soprattutto le coppie eterosessuali, non i gay. “Diritto penale creativo”, lo definisce la filosofa Roberta De Monticelli: insieme con le colleghe Serughetti e Bottici, spiega a Elisabetta Ambrosi perché si tratterebbe di una forma di sovranismo compensatorio.
Con Sabrina Provenzani restiamo in tema maternità, ma per raccontare una storia orribile che arriva dal Regno Unito. Una donna di 43 anni è stata condannata a 28 mesi di carcere per aver abortito farmacologicamente oltre il tempo legale. Già madre di tre figli, di cui uno disabile, ha mentito sulla settimana di gestazione per poter avere accesso alla telemedicina durante il lockdown. E ha espulso il feto alla 32esima settimana. Terribile, lo ripetiamo. In Inghilterra, però, la legge che regola il termine per interrompere la gravidanza è del 1861, e adesso dopo questa condanna sono in molti a chiederne la revisione.
Giugno è il mese del Pride; sabato scorso, a Roma, decine di migliaia di persone si sono riversate in strada per cantare, ballare, manifestare la propria personalità, ma soprattutto rivendicare i propri diritti. Con questo governo, l’approvazione di una legge contro l’omofobia è impensabile. Non ci consola, eppure siamo in buona compagnia: Fabiola Palmeri ha intervistato Kodo Nishimura, un monaco giapponese attivista per i diritti Lgbtq+, che fa il punto sulle politiche nipponiche intorno alle questioni di genere.
Con Riccardo Antoniucci torniamo in Italia per parlare di futuro: molti non lo sanno, ma tra i nostri “cervelli” c’è anche una matematica considerata pioniera dell’Intelligenza Artificiale. È la professoressa Luigia Carlucci Aiello, ricercatrice e docente alla Sapienza di Roma, che riconosce la presenza dei bias anche nell’AI ma ci rassicura sulla mancanza di creatività delle macchine.
Chiudiamo questo numero con uno spazio musicale. La cantautrice genovese Giua, sulla scia della suggestione per le parole di Michela Murgia, ha dedicato un brano a “Quella là”: la femminista di sinistra, donna dai facili costumi, sempre sulla bocca delle comari del Paese. Insomma, una di noi.
Buona lettura.
A cura di Silvia D’Onghia
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