Le hanno uccise, le hanno violentate, le hanno mutilate. Hanno provato in ogni modo a zittirle. Eppure le donne iraniane resistono e continuano a combattere per la propria libertà. E così il regime degli ayatollah ha pensato di colpirle direttamente nei luoghi che rendono libere le menti: le scuole. Dapprima avvelenandole, adesso impedendo loro di sedersi sui banchi se non indossano correttamente il velo. Il ritorno al Medioevo, in Iran, lo chiamano “crescita spirituale sana e sicura”. In un Paese, il nostro, che sbatte in prima pagina un neonato abbandonato – legittimamente – da sua madre, noi vogliamo continuare a occuparci della rivoluzione silenziosa delle donne iraniane. Roberta Zunini ci aiuta a fare il punto.
Su una sola cosa ci sentiamo di intervenire, prendendo spunto da quanto accaduto a Milano: il parto. Ma non quello in anonimato, che ancora per fortuna è consentito, ma quello che uccide. Secondo l’ultimo rapporto dell’Oms, ogni due minuti nel mondo una donna muore durante la gravidanza o mettendo alla luce un figlio. La mancanza di assistenza sanitaria, l’ignoranza sulla contraccezione, la povertà, le guerre hanno ammazzato, nel 2020, quasi 290mila ragazze. E non pensiamo solo all’Africa, che pure detiene il triste primato dei decessi: come ci racconta Federica Crovella, pensiamo anche alla vicina Ucraina.
Elisabetta Ambrosi questa settimana si è interrogata, invece, sui canoni della bellezza in un’epoca in cui i chirurghi estetici sono diventati dei guru. A partire dal documentario “Specchio delle mie brame” (disponibile su Prime Video), la psicologa Marta Tibaldi ci spiega come il nostro concetto di bellezza sia orientato dal desiderio maschile: noi donne ci sforziamo di essere esattamente come ci vogliono gli uomini, in questo ribaltando il potere stesso della seduzione.
Per la pagina letteraria, ospitiamo un intervento della scrittrice e attrice Eleonora Mazzoni che, seguendo la sua passione per Alessandro Manzoni, ci restituisce la figura di un uomo molto diverso da quello che siamo abituati a immaginare.
Torna, infine, l’appuntamento satirico con Amalia Caratozzolo, che conclude il suo ciclo di fiabe poco convenzionali con la figura che più di tutte ci ha danneggiato (e continua a farlo): Peter Pan.
Buona lettura.
A cura di Silvia D’Onghia
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