Articoli di Paolo Frosina e Diego Pretini →
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- 09:26 - Milano, incendio in un emporio cinese: morti tre ragazzi
(Adnkronos) - È di tre morti il bilancio di un incendio avvenuto ieri sera, giovedì 12 settembre, intorno alle 23, a Milano, in un emporio di articoli cinesi in via Ermenegildo Cantoni 3. Le vittime sono tutte giovani e di nazionalità cinese: si tratta di due fratelli di 19 e 17 anni e un'altra di 24 anni.
Sul posto sono intervenuti cinque mezzi del comando dei vigili del fuoco di Milano, che hanno lavorato tutta la notte per domare le fiamme e poi procedere alla messa in sicurezza del magazzino. Indagano carabinieri e polizia scientifica per capire le dinamiche del tragico evento. Sul posto anche 118 e polizia locale. I vigili del fuoco stanno ancora lavorando per procedere al raffreddamento degli ambienti e al conseguente smassamento.
Le tre giovani vittime avevano cercato di fuggire dalle fiamme, ma sono stati probabilmente uccisi dall’esalazione dei fumi. La struttura aveva infatti un unico punto di accesso e i tre non potevano scappare.
Sono in corso le indagini del nucleo investigativo antincendio dei vigili del fuoco e dei carabinieri, per capire cosa abbia causato le fiamme. Non si esclude al momento che possa essersi trattato di un incendio doloso.
- 09:18 - Ecofin Budapest boicottato, attesi solo 8 ministri su 27
Budapest, 13 set. - (Adnkronos) - Il boicottaggio di molti Paesi Ue nei confronti della presidenza di turno ungherese è riuscito. Nel prospetto distribuito stamani nella sala stampa del centro congressi Bàlna, sulle rive del Danubio, dove si riuniscono l'Eurogruppo e l'Ecofin informale, tradizionale appuntamento di settembre per i ministri delle Finanze e i governatori delle banche centrali, sono elencati solo otto ministri, meno di un terzo del totale.
Gli altri 19 Stati membri sono rappresentati a livello di sottosegretari o di funzionari. Gli otto Paesi presenti a livello di ministri sono Austria, Cipro, Repubblica Ceca, Italia, Lussemburgo, Malta, Slovacchia e Slovenia. Il boicottaggio è stato deciso a causa delle iniziative unilaterali in politica estera assunte dal premier ungherese Viktor Orban all'inizio della presidenza del Consiglio Ue.
Oltre agli otto ministri attesi, è presente anche il padrone di casa, il ministro ungherese Mihaly Varga, che non fa parte dell'Eurogruppo. Con Varga, il conto sale a 9 ministri: il ministro ungherese, tuttavia, non ha confermato il numero dei colleghi attesi alle riunioni di oggi, quindi il conteggio non è ancora definitivo.
Al boicottaggio operato dalla maggior parte degli altri Paesi membri, si aggiunge una marcata rigidità dell'organizzazione ungherese. Chi ha chiesto l'accredito stampa fuori tempo massimo, cosa abbastanza normale se le procedure vengono aperte in pieno agosto, si è visto rifiutare la 'late accreditation', che è prassi negli informali, specie in quelli che si tengono dopo la pausa estiva. E' interesse della presidenza, in genere, avere la copertura mediatica più ampia possibile degli eventi che organizza. E la presenza della stampa oggi a Budapest, vista l'assenza di numerosi ministri, è decisamente ridotta.
Varga, arrivando al centro congressi Bàlna, ha detto che "ci sono le condizioni per riunioni di successo", malgrado la scarsa presenza di ministri delle Finanze Ue prevista oggi nella capitale magiara. A chi gli chiedeva se fosse deluso per la scarsa affluenza prevista di colleghi risponde: "Non sono deluso: ogni Paese prende le proprie decisioni in merito al livello di rappresentanza ed è libero di decidere quale sia la persona adatta" a rappresentarlo all'Eurogruppo e all'Ecofin informale. Varga non ha confermato il numero di ministri atteso, nove su 27 (incluso lui): "Vedremo", si è limitato a dire, senza rispondere a ulteriori domande sul punto.
- 09:14 - Cittadinanza: Boschi, 'da FI cinismo politico'
Roma, 13 set. (Adnkronos) - “Forza Italia ha fatto una campagna estiva, creando aspettative di avere diritti in più in chi oggi vive in Italia e fa parte della nostra comunità, per poi fare l’ennesimo passo indietro. È vero e proprio cinismo politico”. Così la deputata di Italia Viva Maria Elena Boschi, intervenendo alla festa dell’Unità a Milano.
“Noi abbiamo presentato una proposta che riparte dalla formulazione del 2017, che - spiega - fu votata alla Camera da una parte del centro destra. Ma siamo pronti a sederci al tavolo con chiunque, siamo disponibili a votare qualunque legge che riconosca un diritto in più e che non sia una presa in giro. Purtroppo, dopo quello che è accaduto in queste ore, con la retromarcia di Fi sul carcere per le donne incinta o con bambini con meno di un anno dopo mesi di dichiarazioni di Tajani a favore di telecamera, sorgono dubbi che Forza Italia possa portare avanti una battaglia per i cittadini invece che nell’interesse del partito”, conclude.
- 09:11 - Fdi: Rachele Mussolini, 'addio? Io moderata, non sono così a destra'
Roma, 13 set. (Adnkronos) - "Sono grata a FdI, ma mi sento più moderata, non così a destra". Rachele Mussolini, in un'intervista a Repubblica, spiega il suo 'addio' al partito meloniano e il passaggio a Forza Italia. "Ci ho pensato a lungo, è stata una scelta sofferta. FdI - e prima ancora An - è stata la mia casa per vent’anni. Ma ho una sensibilità più centrista. E FI è lo sbocco naturale. Perderò tante preferenze, ma mi rimbocco le maniche per prenderne di nuove", dice la nipote del Duce, eletta consigliera in Campidoglio in quota Fdi.
"Avevo detto ai vertici del partito la mia intenzione - racconta -. Credevo di avere più tempo, per dirlo a tutti. A volte in FdI ho fatto un po' da controcanto sui diritti, ma non mi ha mai chiamato nessuno per farmi la ramanzina. C’è sempre stato rispetto. Però in politica un conto è esprimere il proprio pensiero, un altro è poterlo realizzare. Per questo ho deciso di lasciare. Ma resto orgogliosa del governo Meloni".
Sullo Ius Scholae, "perché no? È naturale concedere la cittadinanza, dopo un ciclo di studi di 10 anni, a un ragazzo che magari è nato in Italia e parla il dialetto romano meglio di me! È un modo per sedare i problemi di integrazione, che altrimenti si acuiscono. Ed è anche un arricchimento se le culture s’incontrano, nel rispetto delle tradizioni. Fino a qualche anno fa FdI era a favore... Ora mi è stato detto che il tema non è nell’agenda di governo. Capisco che i problemi siano tanti, è vero, ma nulla toglie al fatto che si possa comunque inserire. Le mie figlie, i nostri figli sono già avanti. Spero che FdI lo voti". Quanto al caso Boccia, "bisogna essere molto cauti con le persone che si frequentano - osserva -. Soprattutto quando si hanno cariche così alte, è fondamentale andarci coi piedi di piombo. Ci sono state leggerezze. È stata una questione di cuore, diciamo così. Di sicuro è costata tanto".
- 08:59 - Liguria: Rixi, 'sarò capolista Lega, da Bucci grande coraggio'
Roma, 13 set. (Adnkronos) - "Il sindaco di Genova Marco Bucci è il miglior candidato possibile, perché con lui si va delineando un centrodestra aperto e ampliato alla società civile". Lo afferma, in un'intervista al Corriere della Sera, il leghista Edoardo Rixi, uno dei possibili candidati del centrodestra alla presidenza della Liguria prima che venisse scelto proprio Bucci per tentare di vincere la partita apertasi dopo le dimissioni di Giovanni Toti in seguito all'inchiesta sulla corruzione portata avanti dalla Procura di Genova.
In Liguria, dice Rixi, vice di Matteo Salvini al ministero delle Infrastrutture, "non ci possiamo permettere di perdere. È una delle regioni con il maggior numero di infrastrutture da portare a termine. Il governo crede molto negli investimenti fatti nella nostra regione. Ai tempi della ricostruzione del ponte Morandi, dicevano che Bucci era il sindaco del fare. Per l'attuale governo, questa è una garanzia. E per quel che mi compete, intendo metterci la faccia. Mi candiderò come capolista della Lega per stare vicino a Marco, non intendo in alcun modo lasciarlo solo in questa battaglia. Al netto delle scelte e degli impegni che ognuno ha, tutti devono fare la loro parte in una campagna elettorale che sta assumendo un significato nazionale", dice Rixi.
Quanto alla malattia di Bucci, che fino all'ultimo ha 'pesato' sulla sua indicazione a candidato per il centrodestra, "come tanti altri lavoratori o tante persone con incarichi importanti - dice Rixi -, affronta il suo male con coraggio e abnegazione. Tutti i suoi dati recenti sono positivi, e Marco ha un grande coraggio. Nel momento in cui ha accettato, è perché se la sente. Anche dopo la complicata operazione del giugno scorso, quando i medici gli avevano imposto tre mesi di riposo assoluto, lui due giorni dopo era in ufficio a lavorare". La malattia però non può essere un tema politico: "A mio avviso, no. Nei mesi scorsi, mi dava molto fastidio il fatto che se ne parlava già al passato, mentre invece Marco continuava a lavorare nonostante tutto. Questa candidatura è anche una risposta alle maldicenze di parte. Si vota per la persona e le sue capacità, non per la sua cartella clinica, che pure lui con grande onestà ha praticamente reso pubblica".
- 08:46 - Ue: Bonino, 'Fitto può essere buon commissario, Pd lo voti'
Roma, 13 set. (Adnkronos) - "Fitto potrà essere un buon commissario se si emancipa dalle derive ideologiche dei suoi attuali compagni di viaggio, se sarà attento al suo incarico. È indicato dal governo Meloni, che è un governo fondato su una maggioranza sovranista e populista, imbevuta della propaganda anti Ue di Lega e Fratelli d’Italia, con buona pace di Forza Italia. Fitto però viene da una storia diversa e sull’Europa ha un profilo differente". A dirlo, in un'intervista al Corriere della Sera, è Emma Bonino.
"Le scelte di Meloni in Europa sono quelle di un capo di un partito sovranista, antagonista della Ue e non quelle di un leader di un grande Paese europeo che vuole concorrere alla guida dell’Unione. Così ha messo non lei, ma l’Italia nell’angolo dell’irrilevanza", accusa. Ciò non toglie che Fitto è un nome giusto e anche il Pd, secondo Bonino, dovrebbe votarlo: "Lo spero. E mi auguro che Fitto saprà essere chiaro nel puntualizzare che lui intende servire le istituzioni europee e che risponderà alla Presidente von der Leyen e al Parlamento europeo, non al governo italiano o alla maggioranza Meloni. E poi dovrà dimostrare di essere adatto al portafoglio che gli verrà affidato. A questo punto, dubito che la maggioranza che ha dato via libera alla Commissione boccerà un singolo commissario".
Se Fitto dovesse spuntarla, "i problemi - per Bonino - arriveranno da sovranisti e populisti del suo schieramento europeo, sono loro che non hanno votato la presidente Von der Leyen a partire da leghisti e Fratelli d'Italia: saranno gli alleati di Fitto in Italia i principali avversari di Fitto in Europa. D'altronde, le ambiguità di Meloni che non sceglie tra antagonismo e protagonismo in Europa non sono un buon viatico".
- 08:31 - Scuola: Schlein, 'in manovre Meloni è grande assente, governo non crede in futuro Paese'
Roma, 13 set. (Adnkronos) - "Per noi l’istruzione pubblica è la prima grande leva di emancipazione sociale, le diseguaglianze si contrastano dai primi anni di vita. Un bimbo di Reggio Calabria ha cinque anni di aspettativa di vita in meno rispetto a un coetaneo di Bologna. L’Italia è già troppo divisa, altroché autonomia differenziata. Quest’ultimo provvedimento darà alla scuola del Paese un colpo letale". A dirlo, in un'intervista a Repubblica, è la segretaria del Pd, Elly Schlein.
"I docenti vanno pagati meglio - torna a ribadire la leader dem - visto che oggi sono tra i peggio retribuiti del mondo sviluppato. Se è precaria la scuola, se è precaria la ricerca, è precario il futuro del Paese. Questo governo non crede nel futuro del Paese. Bisogna ridare ai docenti dignità sociale. Non è solo una questione di qualità didattica, è democrazia", attacca Schlein chiedendo "uno sforzo economico maggiore, già nella prossima manovra, ma la verità è che il Governo Meloni ha fatto due manovre dimenticando scuola e diritto allo studio".
La segretaria dem al governo contesta "duramente il dimensionamento scolastico, che costringe ad affidare a un solo preside più istituti. Le aree del Paese più interne vanno difese, non svuotate. L’idea dell’autonomia scolastica, che rende i territori più fragili. Sono tanti i fronti aperti", a partire dal "caos sul reclutamento degli insegnanti. E’ un’iniquità non sostenibile che docenti precari da anni in attesa di assunzione si vedano superati da vincitori dei concorsi successivi. Così ne risente la qualità dell’insegnamento, né si affrontano povertà educativa e dispersione scolastica. Dobbiamo risolvere alcune grandi questioni complesse che oggi ruotano attorno all’istruzione". Tra le proposte del Pd, ricorda Schlein, "libri di testo gratuiti per tutti nelle scuole secondarie e controllo dell’andamento dei prezzi nell’editoria scolastica. Si fatica a capire il senso degli ultimi aumenti. Ci sono famiglie che contano il numero di matite e di quaderni, prima di passare in cassa. Noi investiremo 500 milioni di euro l’anno".
Quanto al rapporto Ocse, "il fatto grave - per Schlein - è che siamo in posizioni di retroguardia per l’investimento complessivo sull’istruzione, un punto sotto la media dei Paesi produttivi. Stiamo calpestando il futuro. Bisogna fare delle scelte, indicare le priorità. La scuola è tra le priorità, insieme a sanità, attività produttive, salari e ambiente. Su alcune questioni dobbiamo proseguire nel solco del Next generation europeo, ma gli stipendi degli insegnanti sono una responsabilità dello Stato. I fondi europei, comunque, vanno utilizzati con maggiore intelligenza. Dobbiamo abbattere le rette di accesso ai nidi. In alcune regioni italiane si sta sperimentando un buon modo di fare inclusione aprendo il servizio a tutti. La politica è esattamente questo, scegliere che cosa fare".
"Il Governo Meloni ha messo 4,3 miliardi sulla riforma Irpef e ha ottenuto un risparmio di 15 euro al mese per famiglia. Quella stessa stessa famiglia, probabilmente, preferirà non versare 500 euro per i libri scolastici. La destra si riempie di retorica sulla famiglia - accusa la leader del Pd -, ma taglia il fondo infanzia e gli asili nido, ritocca l’assegno unico familiare che noi, invece, difenderemo nella sua visione universalistica. Questo governo non si accorge che la denatalità è figlia della precarietà, colpisce giovani, donne e Sud. La paura di futuro coinvolge persone che temono di non potersi creare una famiglia né fare figli. Con i due anni della Meloni sono aumentati i contratti a termine. Sì, dobbiamo moltiplicare gli asili nido".