Luigi De Magistris

Luigi De Magistris

Sindaco di Napoli

Se dovessi indicare qual è stato il leitmotiv della mia esistenza, umana e professionale, citerei una frase del giudice Livatino: “Alla fine della vita ci verrà chiesto se siamo stati credibili e non credenti”. Proprio l’essere credibile -quindi la realizzazione di un’armonia fra pensiero e azione, fra ciò che si professa di credere e il comportamento- è sempre stato il mio obiettivo. Nel passato, quando ero pm, e nel presente che mi vede parlamentare europeo dell’IdV e presidente della Commissione controllo sul bilancio. Questa credibilità è la stessa che cerco di insegnare anche ai miei due giovani figli e che mi ha sostenuto nei momenti difficili della mia esperienza professionale. Quando? Quando per esempio spezzoni della magistratura e del potere politico mi hanno costretto a lasciare la toga, punendomi per le indagini portate avanti in merito alle collusioni fra prenditori di soldi pubblici e colletti bianchi del crimine organizzato, collusi con la politica e nelle istituzioni locali e nazionali. Le inchieste Why Not, Poseidone ed altre hanno avuto per me un prezzo salatissimo da pagare: lasciare la professione che amavo e per cui tanto ho studiato e combattuto, accompagnato dalle immagini confortanti di Falcone e Borsellino. A Napoli sono nato e cresciuto, a Catanzaro ho invece vissuto gli ultimi tempi. La Campania e la Calabria hanno fatto da sfondo alla mia esistenza, segnandola. Due terre tanto infiltrate dall’illegalità quanto, per questo, vivaio di nuove speranze di rinnovamento etico. Un rinnovamento a cui ho sempre creduto e a cui sempre crederò, vedendo nella società civile e nel mondo giovanile gli unici veri custodi e artefici di questa speranza democratica di cambiamento morale e politico. Una speranza che per me è simbolicamente racchiusa nell’immagine del Quarto Stato, dove il popolo è in movimento verso il sogno di una giustizia sociale e umana.

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