Articoli di Daniele Napolitano →
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- 07:40 - Italia-Cina: Mattarella, 'visita ravvicinata mia e Meloni segno amicizia e collaborazione'
Pechino, 9 nov. (Adnkronos) - "È la seconda di Visita di Stato che svolgo in Cina registrando ogni volta non soltanto una forte amicizia, ma una crescente amicizia. Ieri con il Presidente Xi Jinping abbiamo affrontato molti problemi, su ciascuno dei quali abbiamo registrato una piena sintonia e convergenza di valutazioni che sono la prova della crescita di amicizia e di volontà di collaborazione reciproca, sia bilaterale, sia nell'ambito del rapporto tra la Cina e l'Unione europea". Lo ha affermato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, incontrando a Pechino il presidente dell'Assemblea nazionale del Popolo, Zhao Leji.
"Vi è davvero un fondamento -ha ricordato il Capo dello Stato- che si inquadra nel rapporto strategico di partenariato globale che compie vent'anni ma che nasce da molto tempo prima. Il rapporto antico che lega la Cina e l'Italia trova oggi una declinazione attuale, piena, collaborativa sul piano politico e della visione internazionale per quanto riguarda la volontà di pace, di multilateralismo, di collaborazione, di apertura nelle relazioni economiche, sia sul piano culturale di una collaborazione intensissima tra i nostri Paesi".
"Per questo -ha concluso Mattarella- questa Visita per me è molto importante. Lei ha ricordato che vi è stata pochi mesi la visita del presidente del Consiglio Meloni: è del tutto inconsueto una così ravvicinata presenza dei massimi vertici del nostro Paese, questo manifesta quanto sia importante per noi sviluppare il rapporto di amicizia e di collaborazione con la Cina".
- 07:36 - **Italia-Cina: Li Qiang, 'Mattarella grande statista e amico di vecchia data'**
Pechino, 9 nov. (Adnkronos) - "Il Presidente Mattarella è uno statista di grande reputazione in Italia, è un amico di vecchia data del popolo cinese, presta da sempre attenzione e sostegno all'amicizia tra Cina e Italia e ha dato contributi allo sviluppo delle relazioni bilaterali. Quest'anno ricorre il ventesimo anniversario del partenariato strategico globale sino-italiano: nell'arco di tre mesi avete effettuato due visite in Cina, a dimostrazione di una grande attenzione". Lo ha affermato il premier cinese, Li Qiang, incontrando il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
- 07:35 - **Italia-Cina: Mattarella, riequilibrare rapporti commerciali'**
Pechino, 9 nov. (Adnkronos) - "La visita della presidente Meloni e mia a distanza di pochi mesi sottolinea la volontà dell'Italia di intensificare il più possibile i già eccellenti rapporti tra Cina e Italia sotto ogni profilo dei vari aspetti della vita bilaterale e internazionale. Anche in quello economico abbiamo visto ieri con il Presidente XI Jinping", per l'azione del quale c'è "grande considerazione da parte nostra, vi è una volontà di intensificare la collaborazione in maniera intensa". Lo ha affermato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel corso dell'incontro a Pechino con il Premier cinese Li Qiang, nel terzo giorno della sua Visita di Stato in Cina.
"Abbiamo un interscambio -ha ricordato il Capo dello Stato- che nell'arco di sei anni, tra il 2016 e il 2022, si è sostanzialmente raddoppiato, passando da 38 miliardi a quasi 74, con due osservazioni: che è ancora al di sotto del potenziale che vi è nelle collaborazioni commerciali tra Cina e Italia, quindi della volontà di ampliare il flusso commerciale e la collaborazione; e l'altra, l'esigenza di un riequilibrio nello sviluppo dei rapporti commerciali, tra esportazioni e importazioni tra Cina e Italia".
"Così come -ha sottolineato ancora Mattarella- per quanto riguarda gli investimenti: noi abbiamo molto a cuore gli investimenti cinesi in Italia e incoraggiamo quelli italiani in Cina, che sono cresciuti in maniera piuttosto veloce, sono arrivati a 15 miliardi nel 2023; auspichiamo che anche quelli cinesi possano crescere in Italia velocemente così come quelli italiani e anche questi sono al di sotto del potenziale possibile. Quindi questo è un primo tema di collaborazione che noi auspichiamo si sviluppi nell'ambito del partenariato strategico globale e dell'accordo triennale di attuazione che è stato sottoscritto in occasione della visita della presidente Meloni tre mesi fa. È quindi un piano di collaborazione crescente che vorremmo sviluppare insieme".
- 20:55 - Meteo: in Lombardia condizioni stabili con cielo sereno in montagna e nebbie in pianura
Milano, 8 nov. (Adnkronos) - Sull'Europa Centrale permane un vasto campo di alta pressione che marginalmente interessa anche il Nord Italia, dove il tempo rimane quindi stabile e dove la scarsa circolazione del vento unita agli alti tassi di umidità rimarca condizioni di foschie e nebbie diffuse durante le ore più fredde; discorso diverso per i rilievi dove il cielo è sereno.
Il bollettino meteo di Arpa Lombardia indica, tra oggi e domani, una debole perturbazione che apporterà sulla regione maggiore nuvolosità ma senza precipitazioni di rilievo, a cui seguiranno condizioni stabili con cielo sereno in montagna e nebbie in pianura, quest'ultima maggiormente probabile al mattino e dopo il tramonto.
Un cambiamento è atteso per martedì, quando una veloce area di bassa pressione in discesa dal Nord Europa potrebbe aprire la strada ad una fase di tempo piovoso e generalmente più freddo, motivo per cui si indica il possibile ritorno della neve sulle Alpi.
- 19:27 - Milano: in carcere per quasi due anni, innocente risarcito con oltre 157mila euro
Milano, 8 nov. (Adnkronos) - E' di quasi 158mila euro il risarcimento stabilito per l'ingiusta detenzione di un ventiquattrenne, di origine egiziana, in carcere per quasi due anni, perché accusato del sequestro di persona, tentata estorsione e lesioni inflitte con una mazza di ferro a un connazionale. Arrestato nel maggio del 2021, condannato in primo grado a sei anni e sei mesi, è rimasto in carcere per 669 giorni, ossia un anno e dieci mesi, fino alla sentenza d'appello che, il 22 marzo del 2023, lo ha assolto con la formula più ampia - perché il "fatto non sussiste" e per "non aver commesso il fatto" - e ne ha ordinando l'immediata scarcerazione.
Assistito dagli avvocati Debora Piazza e Marco Romagnoli, per lui - che aveva reso subito dichiarazioni spontanee fornendo una ricostruzione alternativa dei fatti - è arrivato il risarcimento per l'ingiusta detenzione da parte dei giudici della quinta sezione della corte d'Appello di Milano.
La cifra concessa è stata di 157.763,58 euro (235,82 euro al giorno) ed ha accolto, in parte, la richiesta della difesa che chiedeva 250mila euro, includendo i danni morali. Il primo risarcimento - per il finto sequestro inscenato dalla presunta vittima - è diventato definitivo, mentre per altri quattro connazionali che hanno chiesto di veder quantificata l'ingiusta detenzione non si è ancora arrivati a una pronuncia definitiva.
- 19:26 - Sicilia: Iacono (Pd), 'vicenda squallida, Auteri si dimetta da Ars'
Roma, 8 nov. (Adnkronos) - “Due cose appaiono evidenti in questa triste e squallida vicenda che riguarda i finanziamenti elargiti dall’Ars e dalla Regione Sicilia. Una è l’inadeguatezza del deputato Auteri, il cui linguaggio e i modi sono incompatibili con il ruolo istituzionale e l’appartenenza al Parlamento Regionale. L’altra è l’emergere di un sistema molto più profondo e radicato del semplice, scandaloso, caso portato alla luce nelle ultime ore. Un sistema che vede l’occupazione politica delle centrali di spesa su turismo e cultura. Se dovesse essere confermato un passaggio di risorse che finiscono per finanziare le casse di un partito, saremmo davanti a qualcosa che va ben oltre l’ennesimo scandalo del centrodestra. E certamente non limitato alla Sicilia. Qualcosa su cui sarebbe doveroso fare chiarezza”. Così la deputata democratica Giovanna Iacono.
- 19:25 - **Difesa: Meloni, 'investire di più ma no costi su cittadini', Draghi mette nel mirino 2% 'si può fare'**
Roma, 8 nov. (Adnkronos) - Il problema ha un nome o meglio una percentuale: 2%. Con l'arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca cresce il pressing degli States sull’Europa affinché metta mano al portafoglio e centri il limite minimo del 2% del Pil per le spese per la difesa e per l’Alleanza atlantica. Un traguardo che vede non solo l'Italia fanalino di coda assieme ad altri 5 Paesi 'inadempienti', ma fotografa una Roma che arranca ancor più con il ritorno dei paletti del Patto di stabilità. La partita è aperta ed è dura da portare a casa. La premier Giorgia Meloni, oggi a Budapest per il Consiglio europeo informale, si dice "assolutamente convinta che l'Europa e l'Italia debbano riuscire a garantire la loro maggiore indipendenza e autonomia anche investendo di più in difesa". Ma, mette in chiaro, "servono gli strumenti per poterlo fare. Questo è un grande dibattito che riguarda il Patto di stabilità e che l'Italia ha posto: ci sono nel nuovo Patto delle aperture ma va fatto molto di più e penso che sia un altro di quei dibattiti che bisognerà riaprire".
Più risorse alla difesa, dunque, ma con una mano tesa a chi non vuole disattendere gli impegni presi. E con una premessa che per la presidente del Consiglio è d'obbligo: "al di là della volontà - dice - c'è poi quello che si può fare e le risorse vanno individuate in qualche modo. L'unica cosa che non sono disposta a fare è prendermela con i cittadini italiani, i lavoratori. Noi spendiamo le risorse su priorità reali, non gettiamo soldi dalla finestra e quindi su scelte strategiche che io condivido bisogna dire anche come si fa ad aiutare gli Stati membri a trovare le risorse".
Numeri alla mano, l'Italia è ben distante da quel 2% deciso nel lontano 2014, inchiodata all'1,57% nel 2025. Per centrare l'obiettivo del 2, servirebbero 10 miliardi l’anno. Insomma non bruscolini, con una coperta corta e le risorse aggiuntive -l'aggravante su cui fa leva il governo- richieste dal nuovo patto di stabilità. Per l'ex premier Mario Draghi, oggi a Budapest, è possibile comunque tagliare il traguardo facendo tutti i compiti a casa. "È possibile - si dice infatti convinto - spendere il 2% del Pil per la difesa rispettando il Patto di stabilità, bisognerà prendere tutta una serie di decisioni: oggi bisogna decidere cosa fare perché questa è la nuova situazione".
Su cui grava anche il ritorno del tycoon alla guida degli Usa. "Non c'è alcun dubbio che la presidenza Trump farà grande differenza nelle relazioni tra gli Stati Uniti e l'Europa", riconosce Draghi, che tuttavia vede luci e ombre: "non necessariamente tutte in senso negativo, ma certamente noi dovremo prenderne atto". Anche rispolverando quello "spirito unitario" che in Europa sembra smarrito, perché "andare in ordine sparso", mette in guardia l'ex numero uno della Bce, di certo non aiuterebbe nessuno: "siamo troppo piccoli, non si va da nessuna parte".
Per Draghi, comunque, la sfida del 2% è a portata di mano. Il governo non sembra pensarla allo stesso modo. Solo ieri il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, amato anche da Draghi per il suo pragmatismo, ha ammesso che si tratta di un obiettivo "molto ambizioso e non del tutto compatibile sotto il profilo, in particolare, delle coperture con il quadro vigente della governance europea". Tradotto: per farcela, ammesso si possa, le regole vanno ammorbidite.
"Bisogna scorporare le spese per la difesa dal Patto di stabilità - dice all'Adnkronos il sottosegretario alla Difesa Matteo Perego di Cremnago -. L'elezione di Trump può essere uno stimolo affinché la Ue diventi un attore geopolitico globale, sia sulla politica estera che sulla difesa. Occorre uno sforzo per un piano industriale europeo" ma "senza lo scorporo delle spese sarà difficile arrivare al 2% del Pil. E' nell'interesse europeo che queste spese vengano scorporate". Anche perché, osserva l'esponente di Fi, "un'Europa che investe di più nella difesa può incidere negli equilibri geopolitici. La politica di Trump va colta come un'opportunità per l'Europa".
La pensa allo stesso modo il viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli, esponente di Fratelli d'Italia. Il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca, osserva sempre all'Adnkronos il vice di Tajani alla Farnesina, "è una sfida: gli Usa giustamente vogliono che l'Europa faccia la sua parte ma è giusto che sia così. Aveva iniziato questo ragionamento anche Biden nel corso della sua amministrazione". Tanto che lo stesso ministro della Difesa Guido Crosetto, nei mesi scorsi, aveva riconosciuto che chi non avrebbe fatto i compiti a casa (leggi ancora una volta 2%, ndr) sarebbe stato trattato come "un paria", al netto del nome del neo Presidente degli States.
Quanto al diktat del 2% del Pil rispettando il patto di stabilità, "Draghi non aveva il Patto di stabilità, ora è facile parlare - dice ancora Cirielli -. Il tema è che abbiamo in eredità un forte carico di interessi passivi: con i tassi della Bce più alti, con il Patto che si è 'ristretto', per fare nuovi investimenti importanti serve essere più flessibili. E comunque, il dossier delle spese militari andrà affrontato non dai singoli Stati ma dalla Ue, speriamo con un'ottica intelligente".
Per Maurizio Lupi, leader di Noi Moderati, "più che l’Italia è l’intera Unione Europea che deve rafforzare il proprio ruolo e la propria capacità di difesa. Dobbiamo affrontare questa nuova fase sia come una sfida sia come un’opportunità. L’Europa, come sostengono anche Giorgia Meloni e Mario Draghi, deve tornare ad essere protagonista anche nel dialogo con gli Usa, deve incidere di più sul piano internazionale e deve essere in grado di attuare politiche economiche di lungo respiro, con investimenti strategici per sostenere la crescita. C’è la necessità e l’opportunità di una svolta - rimarca Lupi all'Adnkronos - occorre saperla cogliere per costruire finalmente un’Unione Europea più unita e più forte".
Per Enrico Borghi, capogruppo Iv al Senato, "il tema di una 'europeizzazione' del nostro sistema di difesa e sicurezza non è di oggi. Peraltro è stato descritto con grande efficacia nel rapporto Draghi, che ha posto l’accento sulla sovranità europea in questa materia per risolvere sovrapposizioni e per evitare l’eccessiva suddivisione di fondi e progetti che non consente al comparto di avere la giusta dimensione (finanziaria, industriale e militare). L’elezione di Trump può, e credo debba avere, un effetto di accelerazione", sottolinea il componente del Copasir.
Borghi, sentito dall'Adnkronos, snocciola i numeri. “La spesa militare totale nei paesi Ue nel 2023 - dice - è stata di 313 miliardi di dollari, circa un terzo di quella degli Stati Uniti (916 miliardi) e di poco superiore alla Cina (296 miliardi). Nei fatti la spesa militare europea non è così bassa. È il triplo di quella della Russia che, secondo le stime Sipri, nel 2023 è aumentata del 24% a 109 miliardi di dollari, per la guerra con l’Ucraina, quella di Kiev +51% a 64,8 miliardi". "Il problema è che è una spesa frammentata -osserva - mentre il campo industriale europeo del settore è caratterizzato soprattutto da operatori nazionali che agiscono in mercati nazionali relativamente piccoli. Per questo servono i campioni europei del settore, che siano in grado di attrarre i fondi di venture capital e di fare efficienza e innovazione spinta. E poi c’è il tema dei bond europei per la difesa e della deroga ai patti di stabilità dei singoli paesi per gli investimenti nel settore".
E in una Ue in cui crescono destre sovraniste, la difesa comune europea "diventa il vero e proprio banco di prova che ci dirà se siamo stati all’altezza di questa fase storica. Lo diceva già De Gasperi 70 anni fa, e solo così potremo garantire effettivamente la sicurezza dell’Europa e la sua autorevolezza sul piano diplomatico". Ma la strada appare in salita e irta di ostacoli. Tanto più che quel numerino croce e delizia -il 2%- potrebbe addirittura lievitare. Il neo segretario generale della Nato Mark Rutte ha più volte ammesso che la percentuale pattuita in seno all'Alleanza ormai 20 anni fa non basterà per finanziare i piani di difesa regionali approvati dalla Nato. Tanto che nelle ultime riunioni dell'Alleanza si è parlato anche del 2,5% del Pil. Ma ogni giorno la sua pena, insegna un antico adagio. Tradotto: meglio concentrarsi sul grattacapo, non da poco, del 2%.