Palermo, 7 ott. (Adnkronos) - Sono appena entrati in camera di consiglio i giudici della Corte d'Assise di Palermo per decidere la sentenza del processo per l'omicidio dell'agente di Polizia Nino Agostino e della moglie Ida Castelluccio, uccisi il 5 agosto del 1989 a Villagrazia di Carini, nel palermitano. La donna era in stato di gravidanza. Alla sbarra ci sono Gaetano Scotto e Francesco Paolo Rizzuto, rispettivamente accusati di duplice omicidio aggravato in concorso e di favoreggiamento aggravato per l'omicidio della coppia. Il padre dell'agente, Vincenzo Agostino, dal giorno dell'agguato non tagliò mai la barba in attesa di "avere giustizia". E' morto lo scorso aprile, in attesa di conoscere la sentenza. La moglie, Augusta, era morta 5 anni prima. A portare avanti la battaglia per la verità, a distanza di 35 anni, sono le figlie Nunzia e Flora e i nipoti. Durante il processo è emerso che il poliziotto Agostino, che all'epoca era in servizio al Commissariato di San Lorenzo di Palermo raccoglieva informazioni sui latitanti nel territorio del mandamento di Resuttana.
"Un fatto importante da risultare decisivo nella valutazione di quella che deve essere la responsabilità di chi faceva parte di questa compagine criminale", hanno spiegato le difese di parti civili, durante le arringhe. Non ci sono state repliche, né dalla Procura generale né dalle difese, prima che i giudici entrassero in camera di consiglio.
In passato il boss Nino Madonia era stato giudicato in un procedimento parallelo con rito abbreviato. Adesso sul banco degli imputati Gaetano Scotto, suo stretto collaboratore, per il quale la procura generale nelle scorse settimane ha chiesto l'ergastolo. Per la difesa di Scotto non si sarebbe trattato di un omicidio di mafia. Ma il delitto sarebbe stato di ben "altra natura che trae origine da ben altri rapporti". Elementi che porterebbero "alla assoluta mancanza di prova nei confronti di Scotto Gaetano. Per tali motivi concludo, così come il mio precedente difensore, chiedendo l'assoluzione di Scotto Gaetano per non aver commesso il fatto contestato", ha detto l'avvocato Giuseppe Scozzola.
Al termine della requisitoria, l'accusa ha chiesto l'ergastolo per Gaetano Scotto e assoluzione per Francesco Paolo Rizzuto. Il pg Umberto De Giglio, ha detto durante la requisitoria che gli elementi raccolti “in questo processo dimostrano con certezza che l’agente di polizia Antonino Agostino è stato assassinato da soggetti appartenenti a Cosa nostra”. In particolare "da Scotto e Madonia". Secondo la procura generale, “Scotto ha eseguito materialmente l’omicidio come ci riferiscono concordemente Vito Lo Forte, Vito Galatolo e Oreste Pagano in base alle informazioni che gli stessi hanno appreso da fonti e in contesti diversi”. “Tutte le direzioni delle diverse visuali dalle quali si può analizzare il duplice omicidio si incrociano proprio sulla posizione della figura di Scotto. Tutte le traiettorie probatorie ci portano a Scotto”, ha spiegato il Pg De Giglio alla corte presieduta da Sergio Gulotta. La sentenza sarà emessa in serata. Prevista anche la presenza della procuratrice generale presso la Corte d'Appello Lia Sava.