Sono innumerevoli le gag di Mr. Bean a bordo della sua fedele Mini, molte volte coprotagonista delle (dis)avventure del noto personaggio inglese. Non tutti sanno però che Mr. Bean, alias Rowan Atkinson, è anche un grande appassionato di automobili – nel suo garage sono passati mezzi del calibro di McLaren F1 e Honda NSX – nonché laureato in ingegneria elettrotecnica. Nella foto che vedete sopra, nondimeno, era a bordo di un mezzo storico alla partenza della Mille Miglia Storica del 2011.

Di recente Atkinson ha pure acquistato un’auto elettrica. La quale, tuttavia, sembra non averlo convinto troppo. Al punto da esprimere i suoi dubbi in un recente editoriale scritto dall’attore inglese e pubblicato dal Guardian, dal titolo: “I love electric vehicles – and was an early adopter. But increasingly I feel duped” (“Amo i veicoli elettrici e sono stato uno dei primi ad adottarli. Ma sempre più spesso mi sento ingannato”. Scrive l’attore inglese: “Ho comprato il mio primo ibrido elettrico 18 anni fa e la mia prima auto elettrica pura nove anni fa e mi sono divertito molto con entrambi. I veicoli elettrici possono essere un po’ senz’anima, ma sono meccanismi meravigliosi: veloci, silenziosi e, fino a poco tempo fa, molto economici da gestire. Ma sempre di più mi sento un po’ ingannato”.

Perplessità che Atkinson ha circostanziato con una certa dovizia di particolari: “Prima della conferenza sul clima Cop26 a Glasgow nel 2021, Volvo ha rilasciato dei dati secondo cui le emissioni di gas serra durante la produzione di un’auto elettrica sono superiori del 70% rispetto a quando si produce un’auto a benzina”. La differenza in termini di emissioni al momento della produzione è attribuibile prevalentemente alla fabbricazione delle batterie agli ioni di litio, le più usate sulle vetture elettriche in commercio: batteria che “sono assurdamente pesanti, per realizzarle sono necessari molti metalli delle terre rare e enormi quantità di energia, e durano solo 10 anni. Sembra una scelta perversa nella lotta contro la crisi climatica”.

Per dovere di cronaca, va precisato che la “scadenza” dei 10 anni di cui parla Atkinson non trova riscontro nella letteratura scientifica disponibile. Sarebbe più corretto affermare che il degrado degli accumulatori dipende molto dalle modalità di ricarica degli stessi – le ricariche superveloci accorciano la vita utile della batteria – e dal fatto che l’automobilista abbia l’accortezza di mantenere il livello di carica compreso fra il 20% e l’80%, senza scendere o superare troppo spesso le sopracitate soglie.

Atkinson riconosce, comunque, che il livello tecnologico delle batterie stia crescendo velocemente e che, forse, nel giro di qualche anno sarà possibile mitigare i loro svantaggi. Ma affinché questo accada, “ci vorranno anni prima che vengano messe in vendita, a quel punto avremo milioni di auto elettriche con batterie in rapida obsolescenza”.

L’attore si dice inoltre favorevole ai carburanti sintetici: “Una cosa sensata da fare sarebbe accelerare lo sviluppo del carburante sintetico, già utilizzato nelle corse automobilistiche; è un prodotto basato su due semplici concetti: primo, il problema ambientale con un motore a benzina è la benzina, non il motore e, secondo, non c’è niente in un barile di petrolio che non possa essere replicato con altri mezzi”.

La star televisiva britannica è pure convinta che la prima forma di ecologia sia l’allungamento della vita delle auto già fabbricate e il mantenimento della loro efficienza il più a lungo possibile: “Dovremmo continuare a sviluppare l’idrogeno, così come i carburanti sintetici per salvare la rottamazione delle auto più vecchie che hanno ancora tanto da dare, promuovendo allo stesso tempo un modello di business completamente diverso per l’industria automobilistica, in cui conserviamo i nostri nuovi veicoli più a lungo, riconoscendo la loro incredibile ma trascurata longevità”.

Ad onor del vero, comunque, alla fine del 2022 era stata la BMW a proporre il concetto di riciclo e prolungamento della vita delle automobili più anziane come vera e propria forma di ecologismo perseguibile: “Dobbiamo pensare a come prolungare la vita dei veicoli, e non ad alimentare un mercato dell’usato in cui vendersi auto a vicenda”, spiegava la responsabile del team di sostenibilità di BMW Group, Monika Dernai. “Un’idea potrebbe essere quella di rinfrescare gli interni”, tramite aggiornamenti software e hardware. “Il settore ha bisogno di nuove competenze, specie nell’area aftermarket. Di auto progettate in modo tale, ad esempio, che i vecchi sedili possano essere rimossi e sostituiti da sedili nuovi, trasformando così un abitacolo anziano in un ambiente dall’aspetto nuovo”, asseriva la Dernai.

Infine, Atkinson chiosa il suo editoriale con una riflessione che, certamente, dividerà nei giudizi: “Consiglierei l’auto elettrica? Tendo a dire che ai miei amici che se la loro auto è un vecchio diesel e fanno un sacco di km in centro città, dovrebbero prendere in considerazione un cambiamento. Ma altrimenti, meglio non cambiare per ora. Un giorno la propulsione elettrica sarà di reale beneficio ambientale, ma quel giorno deve ancora sorgere”.

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