Il voto del Partito democratico al Parlamento Ue sul piano Munizioni Asap? Non si può dire di essere contrari a usare le risorse del Pnrr e del Fondo di coesione per armamenti, come ha rivendicato Elly Schlein, e poi votare a favore del Piano. Ci sono cose che in politica sono più semplici di quanto si possa immaginare”. Ad attaccare è il segretario di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, a margine di un flash mob organizzato da Alleanza Verdi Sinistra davanti a Montecitorio, per protestare contro il via libera dell’Eurocamera con 446 voti a favore, 67 contrari e 112 astenuti alla legge a sostegno del Piano Asap ((l’Act in Support of Ammunition Production) per la produzione di munizioni Ue che rafforzino la capacità produttiva europea e sostengano lo sforzo bellico dell’Ucraina. Un piano che prevede che 500 milioni di euro derivanti dal bilancio dell’Unione Europea vengano versati alle industrie dei Paesi membri, con l’obiettivo di incrementare la produzione di armamenti. E che permetterà ai Paesi di reindirizzare parte dei fondi di coesione e del Pnrr per l’industria della Difesa.
Il voto è stato di fatto un plebiscito, con il sostegno della destra e il voto contrario (tra gli europarlamentari) del Movimento 5 stelle. Il gruppo Pd invece si è spaccato. La delegazione dem ha espresso 10 voti a favore, 4 astensioni (Pietro Bartolo, Achille Variati, Franco Roberti, Camilla Laureti) e il voto contrario soltanto di Massimiliano Smeriglio (che però è membro indipendente non iscritto). Tabulati alla mano si erano astenute anche Patrizia Toia e Alessandra Moretti, ma è stato poi l’ufficio stampa dem a ridimensionare il numero dei ‘dissidenti’ rispetto alla linea del gruppo. “A causa di un errore tecnico nel voto finale compare nei registri l’astensione, ma entrambe le eurodeputate hanno votato a favore e hanno già proceduto a chiedere la correzione”, è stato chiarito.
La maggioranza ha inoltre respinto gli emendamenti presentati dal gruppo dei Socialisti e democratici che richiedevano la stessa esclusione dell’uso dei fondi del Pnrr e del piano Coesione. Richieste che erano arrivate proprio dal Pd, con la stessa segretaria Elly Schlein a spingere affinché fosse fatta la distinzione. Ma la bocciatura degli emendamenti, scontata numeri alla mano, non ha impedito il voto a favore dell’atto complessivo. “Un controsenso il voto a favore del piano se ci diciamo contrari a dirottare i fondi Pnrr per le armi? No, sono cose differenti. È come sul Mes, noi chiediamo che venga ratificato, poi l’Italia non lo utilizzerà”, si è difeso a Montecitorio il dem Alessandro Alfieri, responsabile riforme e Pnrr del partito (ed esponente della minoranza interna). Tradotto, nessuna ambiguità secondo i dem.
Per poi attaccare invece la maggioranza di destra: “Noi abbiamo presentato emendamenti all’Europarlamento per evitare che quei fondi vengano usati per le armi, ma le destre (Fi-Lega-Fdi) hanno votato contro per bocciarli. Ora chiediamo che sia il ministro Raffaele Fitto in Aula, nel question time, a garantire che i soldi del Pnrr non vengano usati per le armi. Poi se la Polonia invece vuole usarli lo faccia, hanno maggiori problemi rispetto a noi, dato che hanno missili puntati contro a venti chilometri dalle loro città”. Eppure, come ha rivendicato l’europarlamentare Smeriglio, non c’è alcuna sicurezza che l’esecutivo, tra la pressione delle lobby delle armi e i ritardi nell’attuazione del piano, non cambierà idea. “Quando si apre uno spazio, il rischio che si cambino le carte in tavola c’è”, ha attaccato Fratoianni. E pure Angelo Bonelli, co portavoce di Europa Verde e deputato Avs, ha avvertito: “Del governo non ci fidiamo“.
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