“Il Paese ha un debito di riconoscenza verso la città di Brescia, colpita per manifestare la sua opposizione irriducibile all’eversione”. Lo scrive il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo messaggio per il 49° anniversario della strage di piazza della Loggia, dove una bomba nascosta in un cestino portarifiuti fu fatta esplodere alle 10:12 del 28 maggio 1974, mentre era in corso una manifestazione contro il terrorismo neofascista, uccidendo otto persone e ferendone 102. “Tanto sangue innocente fu versato dagli strateghi del terrore e dai loro spietati esecutori per destabilizzare la democrazia, attaccare lo Stato”, ricorda Mattarella. Ma, aggiunge, “i piani eversivi del terrorismo neofascista vennero contrastati e sventati. In fedeltà ai principi costituzionali. Protagonisti furono il popolo italiano, le forze politiche e sindacali, le espressioni culturali e sociali, che seppero reagire a mezzo della partecipazione democratica”.

Mattarella ricorda che “le sentenze sono riuscite a ricostruire circostanze e responsabilità dell’attentato di Brescia, evidenziandone la matrice e i suoi legami con l’eversione di destra. Nel giorno dell’anniversario i sentimenti di vicinanza e solidarietà si rivolgono in primo luogo ai familiari e ai discendenti di coloro che persero la vita, ai loro amici e compagni di lavoro. La comunità nazionale è consapevole di quanto stretta sia la connessione tra democrazia e giustizia e per questo sente di esprimere gratitudine verso chi ha riversato nell’impegno civile – come l’Associazione dei familiari delle vittime – l’immenso dolore personale patito”, sottolinea. “La memoria è la radice del futuro. Per questo il ricordo di oggi è un messaggio rivolto in special modo alle generazioni più giovani, a cui è trasmesso il testimone della convivenza, della solidarietà, del bene comune da riconoscere e preservare con cura, al di là di ogni legittima differenza di opinioni e interessi”, conclude.

Il presidente del Senato Ignazio La Russa parla di “una delle pagine più buie della storia italiana, una ferita profonda inflitta alla nostra Repubblica. Ma di questa triste pagina custodiamo memoria anche della forte reazione della comunità nazionale. Una reazione orgogliosa che portò alla sconfitta di chi puntava a minare la democrazia attraverso la strategia del terrore. Alle vittime innocenti della strage e ai tanti che ancora oggi ne portano le ferite va il mio deferente pensiero“, scrive. Il presidente della Camera Lorenzo Fontana rivolge un “pensiero commosso alle vittime, ai feriti e ai loro familiari. A quasi cinquant’anni di distanza da quel vile attentato terroristico di inaudita violenza che ha segnato una delle pagine più cupe e drammatiche della nostra storia recente, è dovere delle istituzioni rinnovare l’impegno quotidiano nella difesa dei valori e dei principi democratici della nostra Costituzione”.

Le celebrazioni si sono aperte nella piazza bresciana con gli usuali otto rintocchi di campana, tanti quanti le vittime. L’anniversario arriva a pochi giorni dal ricorso in Cassazione depositato dall’Avvocatura di Stato contro la decisione del gup di Brescia di escludere la Presidenza del Consiglio dalle parti civili nel processo a carico di Roberto Zorzi, ritenuto uno degli esecutori materiali della strage. L’udienza è stata aggiornata al 15 giugno, ma il caso rischia di paralizzare il procedimento. “Visto che il governo ci tiene molto ad esserci mi auguro che la Cassazione fissi l’udienza entro il 15 giugno. Il mio è un appello. Dopo cinquant’anni non c’è molto altro tempo da perdere”, ha detto Manlio Milani, presidente della Casa della Memoria di Brescia. “Bisogna fare presto, ma anche bene a garanzia di tutti”, ha sottolineato il presidente della Corte d’appello Claudio Castelli. Un lungo applauso ha salutato Franco Castrezzati, il sindacalista che al momento dello scoppio della bomba stava parlando sul palco e che anche quest’anno, in carrozzina e segnato dall’età, ha voluto essere presente.

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