Qualcosa di impensabile, far camminare una persona paralizzata. Negli anni scorsi in Svizzera erano riusciti a far muovere persone con paralisi spinale grazie alla stimolazione elettrica. Ora ancora una volta gli scienziati del Politecnico di Losanna hanno fatto un nuovo passo avanti. Un uomo paralizzato da 11 anni in seguito a un incidente ha ripreso a camminare in modo naturale grazie al ponte digitale che permette al suo cervello di dialogare direttamente con le zone del midollo spinale che controllano il movimento. Pubblicato sulla rivista Nature, il risultato riguarda una tecnica per ora sperimentata su una sola persona, ma già sufficiente a dimostrare che si apre una nuova frontiera nel recupero delle funzioni neurologiche, applicabile a più settori della riabilitazione e che permette di muoversi in modo più autonomo e naturale. È una strada ancora lunga, il cui prossimo obiettivo è ottenere sistemi miniaturizzati.

“È un ponte digitale, quello che abbiamo stabilito fra il cervello e il midollo spinale”, ha detto Grégoire Courtine, che ha coordinato la ricerca al Politecnico di Losanna, nella conferenza stampa organizzata da Nature. “L’approccio – ha aggiunto – è completamente diverso da quelli sperimentati finora”. In questo caso, infatti, l’obiettivo non è soltanto restituire a una persona paralizzata la capacità di muoversi, ma di farlo in modo naturale. Vale a dire che diventa possibile regolare il passo anche su un terreno irregolare e che richieda degli aggiustamenti imprevisti, senza che queste operazioni siano programmate in precedenza da un computer, come è accaduto negli esperimenti fatti negli scorsi anni. Con il ponte digitale è invece il cervello stesso a calibrare i comandi, a seconda delle situazioni. Questo, osservano i ricercatori, “si traduce in un significativo aumento nella qualità della vita, con la possibilità di camminare da soli nelle vicinanze di casa, poter entrare e uscire da un’automobile, o bere con gli amici stando in piedi al bancone di un bar”.

Foto Centre hospitalier universitaire vaudois (CHUV)/Gilles Weber

Lo studio su Nature

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