di Alessio Andreoli

Le acque non defluiscono verso il mare, esondano i piccoli fiumi allagando non solo i paesi ma anche la città. Le mareggiate sconvolgono le spiagge, la grandine primaverile devasta le campagne. Una settimana fa si parlava degli enormi e reali danni dovuti alla siccità che di certo si ripresenterà a breve. C’è una guerra in corso alla stessa distanza che separa Palermo da Trieste. Sempre più spesso crollano ponti, le strade d’Italia sono devastate dalle buche, la manutenzione delle infrastrutture è una chimera. L’inflazione reale galoppa praticamente in doppia cifra, la sanità pubblica come la scuola stanno morendo asfissiate dalla mancanza di finanziamenti. Gli evasori imperversano almeno quanto la corruzione che colpisce sia il pubblico che il privato, la malavita è infiltrata sia nella PA che nel privato, i ricchi si arricchiscono sempre di più e i poveri sono sempre più poveri. Il parlamento è popolato da numerosi condannati o indagati. Lo Stato ha uno dei debiti pubblici più alti al mondo. La disoccupazione imperversa e paradossalmente mancano i lavoratori per l’agricoltura e l’industria. La burocrazia affligge i cittadini, la giustizia è lentissima, gli investimenti nella ricerca e nell’innovazione sono praticamente inesistenti. L’inquinamento ambientale affligge numerose zone d’Italia.

Purtroppo temo che questo elenco possa essere ulteriormente arricchito, perché io sono un comune uomo della strada e di certo qualche cosa mi sfugge. A fronte di tutto questo mi chiedo come mai viene dichiarato lo stato d’emergenza per l’arrivo degli immigrati, si discute da giorni di armocromia, si vuole tacitare la satira di chi non condivide le scelte del governo, il ministero dell’Istruzione si preoccupa del restyling del logo, tra l’altro logo molto discutibile. Mi domando perché la sostituzione etnica, i rave, gli universitari in tenda davanti agli atenei, alcuni storici, conduttori televisivi, la maternità surrogata, le coppie omosessuali, i partigiani, qualche preside e i cultori della lingua inglese sembrano minacciare più della guerra in Ucraina o della siccità o delle inondazioni. Perchè la Venere del Botticelli è profanata e sacrificata sull’altare di Oscar Wilde con il famoso detto “c’è una sola cosa al mondo peggiore del far parlare di sé, ed è il non far parlare di sé”. Mi interrogo sulle motivazioni che spingono a fare un ponte, che al di là della mancanza di finanziamenti, dei costi esorbitanti e dall’assoluta negatività del rapporto benefici/costi, forse sarà finito tra dieci anni (salvo le solite modifiche in corso d’opera) o perché parte dei soldi del Pnrr vengano spesi in munizioni o armi (da munizioni a armi il passo è breve).

E infine, a fronte del precedente e lungo elenco di disgrazie che affliggono l’Italia, la nazione e noi popolo di patrioti, mi domando perché qualcuno dal letto dell’ospedale arriva addirittura a evocare i comunisti mangia bambini, mi chiedo quanto sia necessaria l’elezione diretta del presidente della Repubblica o del presidente del Consiglio o quanto sia necessario frammentare l’Italia già così divisa con l’autonomia differenziata. Ammetto la mia manipolazione nel porre tutte queste domande retoriche a cui non darò una risposta, ognuno di noi si dia la propria; però vorrei davvero che tutto questo non cadesse nell’oblio, sommerso dalle ennesime dichiarazioni o iniziative di qualche abile ministro o da qualche astuto giornalista.

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