Poco prima di rivolgersi alla nazione annunciando di essere disposto a congelare le leggi sulla revisione legale fino alla sessione estiva della Knesset per amore del “dialogo”, il premier Benjamin Netanyahu ha firmato un impegno a istituire una Guardia Nazionale che sarà subordinata al ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben- Gvir. Ben-Gvir, un discepolo del rabbino razzista Meir Kahane, è un criminale aggressivo, estremista e più volte condannato. Formare una milizia che sarà subordinata a lui invece che alla polizia è una mossa che rischia di mettere in pericolo gli israeliani che non hanno commesso alcun crimine. “Un leader politico che non è interessato a una guerra civile – ha scritto il quotidiano Haaretz – non crea e finanzia una forza di polizia privata armata per il membro più estremista del suo gabinetto. Questa mossa dimostra efficacemente che Netanyahu si sta preparando alla guerra civile”.

Il primo ministro, intanto, ha guadagnato tempo fino all’estate per reprimere le proteste e fingere di impegnarsi in un “dialogo”. Ma è evidente che intende utilizzare questo tempo principalmente per essere meglio preparato alla prossima ondata di manifestazioni. E lui e il suo partner kahanista affronteranno quell’ondata con una forza di polizia privata a loro disposizione e fuori dal controllo del comandante della polizia Kobi Shabtai. È facile indovinare chi si unirà ai ranghi della milizia. I teppisti della “Familia”, i famigerati fan del Beitar Jerusalem, i razzisti di “Lehava”, gli “Hilltop Boys”, i ragazzi delle colline che vivono negli insediamenti in Cisgiordania, come i protagonisti dei recenti pogrom contro il villaggio palestinese di Huwara.

Mentre parlava i diretta tv, il premier Netanyahu ha volutamente omesso di annunciare la formazione di questa sedicente “Guardia Nazionale”. Ci ha pensato Itamar Ben Gvir a dare l’annuncio via Twitter: “Ringrazio il primo ministro per aver accettato la mia richiesta per una istituzione della Guardia Nazionale”. Come d’abitudine, il premier omette, nasconde. I denari per finanziare la milizia di Ben Gvir sono già pronti. Il gabinetto ha approvato in gennaio il Bilancio dello Stato – che in Israele è biennale – e per il 2023/2024 sono previsti 9 miliardi di shekel (quasi 3 miliardi di euro) per il ministero della Sicurezza nazionale, quello di Ben Gvir. Secondo il fumoso piano del leader dell’ultradestra, la Guardia Nazionale volontaria affiancherà esercito e polizia di frontiera nei momenti caldi, soprattutto nelle città miste, come Lod, Gerusalemme, Haifa, Bersheeva. E naturalmente in Cisgiordania per proteggere gli insediamenti. I 400mila coloni che vivono nei 167 insediamenti della West Bank si sono già dotati di un’organizzazione paramilitare. Le armi furono distribuite a piene mani dalle Forze di Difesa israeliane (Idf) durante la seconda Intifada, all’inizio degli anni Duemila, e non sono mai state ritirate.

Stando alle indiscrezioni, l’idea di Ben Gvir sarebbe quella di reclutare circa 10mila volontari. I suoi sodali di partito (Potere Ebraico) sono già al lavoro nelle amministrazioni locali dove sono presenti fondando gruppi di autodifesa ebraica che contano un migliaio di aderenti e che verranno poi integrati nei ranghi della Guardia Nazionale. La città mista arabo-ebraica di Lod – nel centro di Israele – si è già dotata di una milizia volontaria armata. Un’altra milizia è stata formata a Bat Yam, un sobborgo misto arabo-israeliano alle porte di Tel Aviv, per “difendere le nostre case”. A Beersheva, il capoluogo del sud di Israele, il comune ha deciso di distribuire borse di studio di 10mila shekel per gli studenti che si uniranno volontariamente alla Pattuglia del Negev, fondata l’anno scorso dal deputato locale di Potere Ebraico, Almog Cohen. Sul suo sito web della Pattuglia – soprannominata Sayeret Barel – la promessa di aiutare a ristabilire legge e ordine è falsa, dato che il fondatore invita ripetutamente i soldati a giustiziare i palestinesi e definisce la polizia in divisa “cane da attacco del post nazismo”. Sayeret Barel riflette lo spirito del tempo. Il suo vero obiettivo è mostrare ai beduini, agli arabi, “chi è il capo” e far passare una visione del mondo con una netta supremazia ebraica. Presto questi miliziani saranno integrati nella nuova Guardia Nazionale.

Questa settimana si sono poi moltiplicasti i messaggi sui social pro-Netanyahu che chiedono alle “persone di buona volontà” di allenarsi nei poligoni di tiro e rinfrescare le proprie abilità di combattimento in preparazione del giorno in cui sarà necessario. I pasdaran di Netanyahu si stanno preparando per l’estate.

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