“La partita sui biocarburanti non è affatto persa”, ha detto venerdì Giorgia Meloni al termine del Consiglio europeo a Bruxelles. “Intanto abbiamo vinto la battaglia sulla neutralità tecnologica, che è la condizione per riconoscere i biocarburanti”. Di certo però c’è che, 24 ore dopo, Berlino porta a casa l’accordo a cui puntava quando ha fermato l’iter di approvazione del regolamento europeo sullo stop alle auto inquinanti dal 2035: ci sarà un esplicito via libera ai carburanti sintetici (e-fuel). I veicoli alimentati con combustibili ottenuti con processi alimentati da fonti rinnovabili e combinando idrogeno e monossido di carbonio, che viene così sottratto all’atmosfera, continueranno a poter essere immatricolati anche dopo quella data. Mentre si registra un nulla di fatto per i combustibili prodotti da materie prime di scarto, residui vegetali e olii difesi da Italia, Polonia, Repubblica e ceca e Bulgaria, che sono alleate di una coalizione ostile anche ai nuovi standard Euro7.

E così, nonostante il tentativo della premier di fare buon viso a cattivo gioco, da una parte della maggioranza arrivano già commenti molto critici. Per il responsabile del Dipartimento Energia di Forza Italia Luca Squeri “l’accordo tra Germania e Ue sull’uso dei carburanti sintetici, con l’esclusione dei biocarburanti, è semplicemente intollerabile. È un’intesa destinata a danneggiare non solo l’Italia ma tutta l’Europa. Il governo continui la battaglia, sacrosanta, per la neutralità tecnologica, perché rischiamo di pagare a carissimo prezzo l’ambientalismo folle della sinistra europea“. Più attenti ai toni Lega e FdI: il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, si è limitato a una frase stringata secondo cui “il governo è determinato a proseguire nella strada del buonsenso: a tutela di posti di lavoro, ambiente e attività produttive e per non fare solo un enorme regalo alla Cina è necessario che l’Europa apra anche ai biofuels”. All’insegna della moderazioni anche il capodelegazione di Fratelli d’Italia-Ecr al Parlamento europeo, Carlo Fidanza: “Prendiamo atto dell’accordo tra la Commissione e il governo tedesco sugli e-fuel. Seguendo lo stesso principio fa più che bene il governo Meloni a non mollare su questo punto, che è ovviamente coerente con l’interesse nazionale italiano ma anche con un approccio scientifico realistico e non ideologico”. Al momento secondo l’esponente di destra “i nuovi target per la riduzione delle emissioni di Co2 sono irrealistici e raggiungerli avrà un impatto sociale devastante“.

Dall’opposizione Angelo Bonelli, co-portavoce nazionale di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, commenta che “Giorgia Meloni torna da Bruxelles sconfitta su tutta la linea, il suo atteggiamento permanente conflittuale rispetto all’Europa sta portando l’Italia in un vicolo cieco: sola in compagnia di Polonia e Bulgaria, nella retroguardia dei paesi che contano. Mentre la Germania tratta con successo per ottenere l’uso di motori endotermici ma con i cosiddetti e-fuel, i carburanti sintetici, la Premier non porta casa nulla. Questo è frutto del suo atteggiamento contro le politiche europee sulla transizione ecologica e per combattere i cambiamenti climatici, che ha inanellato una serie di No al progresso e all’innovazione, da quello sulle auto elettriche a quello sulle case green”. Non solo: “Il tema centrale, quello della presa in carico da parte dell’Europa del fenomeno migranti, non è stato neanche preso in considerazione dal Consiglio Europeo“.

Per Andrea Boraschi, direttore di Transport &Environment Italia, “l’accordo tra Bruxelles e Berlino ha il merito di porre fine a una fase di stallo che ha rischiato di pregiudicare un lungo lavoro e gli obiettivi europei di difesa del clima. Ora l’Unione deve procedere rapidamente e dare chiarezza alla sua industria automobilistica, esposta a una forte competizione da parte di Usa e Cina”. La ong ha pubblicato nei giorni scorsi un’analisi secondo cui biofuels e e-fuels mostrano limiti evidenti sotto diversi punti di vista. Nel corso dell’intero ciclo di vita, ad esempio, i veicoli alimentati con questi carburanti generano maggiori emissioni rispetto ai mezzi elettrici. Oltre a creare tensione sul mercato, entrando in competizione con le colture per uso alimentare, i biocarburanti tradizionali, inoltre, possono “rilasciare un quantitativo di gas serra fino a 3 volte superiore nel confronto con il diesel fossile. Per contro, i biocarburanti avanzati o prodotti a partire da rifiuti e residui sono in grado, in teoria, di ridurre le emissioni fino all’88% rispetto a un carburante fossile”. In generale questi vettori dunque, “non conseguono un obiettivo zero-emission e scontano la limitata disponibilità di quantitativi sostenibili delle materie prime da cui dipendono. Il loro impiego, di conseguenza, dovrebbe essere limitato ai comparti che non possono essere elettrificati facilmente”.

Sul fronte delle emissioni “non è meno netta la bocciatura degli e-fuels, peraltro tuttora inesistenti sul mercato. Essi genereranno, durante il ciclo di vita, il 53% di emissioni in più rispetto ai mezzi elettrici al 2030, anno in cui, secondo i dati dell’industria della raffinazione, gli e-fuels saranno disponibili presso i distributori, arrivando però a rappresentare appena lo 0.4% dell’offerta. Le auto elettriche invece, già oggi e con l’attuale mix energetico, permettono di ridurre del 69% in media a livello Ue (e del 62% in Italia) le emissioni di CO2 lungo il ciclo di vita nel confronto con le auto a benzina”. Secondo T&E, “biocarburanti e combustibili sintetici, inoltre, evidenziano significativi problemi di efficienza, palesando rendimenti complessivi molto bassi dal processo di produzione fino alla combustione in un motore endotermico. A parità di chilometraggio, in particolare, alimentare un’auto a biocarburanti o a e-fuels può implicare un quantitativo di energia fino a cinque volte superiore rispetto a quello richiesto da un veicolo elettrico. Altro aspetto critico è la scarsa disponibilità di questi combustibili, una caratteristica che ne pregiudica un impiego significativo nella decarbonizzazione del settore auto”.

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