Sospesa dall’insegnamento fino a tutta la durata del procedimento penale. Laura Bonafede, figlia dello storico boss del mandamento di Campobello di Mazara, Leonardo Bonafede, in rapporti con Matteo Messina Denaro fino a pochi giorni prima dell’arresto, non potrà più insegnare. Almeno non fino a quando la sua posizione giudiziaria non sarà definita. Dalle indagini del Ros dei carabinieri, coordinate dalla procura di Palermo guidata da Maurizio De Lucia, emerge, infatti, il coinvolgimento dell’insegnante: un video ritrae la donna mentre incontra il capo mafia di fronte al reparto di salumeria della Coop di Campobello di Mazara, incontro che dalle lettere ritrovate dagli inquirenti (e attribuite all’insegnante), non era stato casuale. Per questo il direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale siciliano, Giuseppe Pierro, già martedì aveva firmato un provvedimento in cui estendeva la sospensione per Bonafede. Una sospensione di dieci giorni era già stata decisa subito dopo gli ultimi esiti delle indagini che avevano visto il suo coinvolgimento nella rete di relazioni intrattenuta dal boss durante la sua latitanza. Adesso, dopo la riunione che si è tenuta stamattina al ministero dell’Istruzione tra il ministro Giuseppe Valditara, l’assessore regionale siciliano alla Formazione, Girolamo Turano, e Pierro, è stata resa nota la decisione di estendere il provvedimento sine die.

Contemporaneamente è stata avviata un’indagine disciplinare interna per accertare ogni ulteriore elemento per valutare la condotta della docente. Maestra elementare all’Istituto comprensivo Capuana-Pardo di Castelvetrano, Bonafede “era una docente che nulla aveva mai fatto trapelare sul luogo di lavoro – ha spiegato la dirigente scolastica Vania Stallone – nessun comportamento sospetto”. L’ultimo risvolto delle indagini, però, ha svelato una corrispondenza intima tra lei e il boss, all’epoca latitante. L’incontro alla Coop è stato ripreso dalle telecamere del supermercato poi acquisite dagli uomini del Ros, guidati dal colonnello Lucio Arcidiacono. Un incontro che ha permesso agli investigatori di risalire all’identità del “cugino” che teneva un vero e proprio diario indirizzato a Messina Denaro. Sebbene scrivesse al maschile, gli inquirenti ritengono si trattasse proprio dell’insegnante che in una missiva, datata 14 gennaio, ovvero due giorni prima dell’arresto di u Siccu, fa riferimento all’incontro davanti “all’affetta formaggi”. Una corrispondenza in cui traspare un vero e proprio trasporto per il boss a cui svela tutta la sua gelosia: “Ho visto Margot (così i due si riferivano all’Alfa Romeo Giulietta di Messina Denaro) alle 18.56 dal Tramite (Lorena Lanceri, arrestata lo scorso 16 marzo: era da lei che Messina Denaro andava a mangiare ogni giorno, ndr) – scriveva Bonafede – stranamente non mi sono arrabbiato, non sono andato su tutte le furie come di solito mi succede. Mi ha dato parecchio fastidio, questo non lo posso negare. Mi ha dato fastidio non sapere cosa stessi facendo in quel momento, non sapere se eravate soli, se ti saresti fermato ancora a lungo, se … se … se … potrei dire mille se”. Parole che hanno lasciato “tutti a bocca aperta”, sottolinea la dirigente scolastica. “Chi mantiene atteggiamenti ambigui o complici nei confronti dei mafiosi non può mettere piede in un’aula scolastica e oggi grazie al ministro Valditara e all’Ufficio scolastico regionale abbiamo raggiunto questo risultato”, ha sottolineato Turano dopo l’incontro.

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