Non vedrà la luce la legge sulle detenute madri, presentata per evitare che i bambini al di sotto dei sei anni finiscano in carcere con i genitori detenuti. La norma era già stata approvato alla Camera nella scorsa legislatura e il partito di Giorgia Meloni si era astenuto. Dopo le elezioni, il Pd aveva nuovamente ripresentato la proposta di legge, ma alla commissione Giustizia di Montecitorio sono passati alcuni emendamenti del centrodestra, che modificano profondamente il testo. E i deputati dem hanno deciso di ritirarla. “Eravamo a un passo dall’introdurre nel nostro sistema una legge di civiltà per fare in modo di non vedere mai più bambine e bambini dietro le sbarre. Con la forzatura della destra di oggi il testo è stato stravolto e purtroppo con queste norme l’obiettivo della nostra proposta è stato cancellato”, spiegano i deputati del Pd. “Se vogliono norme per più bambine e bambini in carcere si facciano da soli la legge. La destra ancora una volta mostra la sua totale insensibilità, una vergogna”, attaccano. Replica Matteo Salvini, accusando il Pd di voler liberare “le borseggiatrici rom che usano bimbi e gravidanza per evitare il carcere e continuare a delinquere. Vergognatevi”. Il capo del Carroccio tenta di intestarsi la vittoria nel campo del centrodestra: “La Lega – sostiene – aveva fatto passare la norma in commissione Giustizia e ripresenterà subito il testo: è una questione di salute, giustizia e buonsenso”.

L’iter della norma – La vicenda, anticipata dal ilfattoquotidiano.it, deflagra mercoledì 22 marzo, quando la commissione Giustizia ha approvato alcuni emendamenti a firma Carolina Varchi di FdI, con il parere favorevole del governo, che modificano la proposta di legge presentata dalla capogruppo Pd Debora Serracchiani. L’obiettivo originario della norma era ridurre al minimo il ricorso al carcere nel caso di una madre detenuta con figli al seguito, a prescindere dal tipo di reato commesso. Le modifiche della destra, invece, prevedono che le madri scontino la pena in carcere (e non negli Istituti a custodia attenuata per detenute madri), in caso di recidiva e cancellano la norma che prevede lo slittamento della pena per le donne incinte o con un figlio che abbia meno di un anno.

L’esultanza della Lega – “In Commissione Giustizia alla Camera è stata accolta la nostra richiesta, sostenuta da tutto il centrodestra, di riforma dell’articolo 146 del codice penale sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte. Finalmente si cambia e la gravidanza non sarà una scusa: chi commette reati verrà sanzionato, pur nel rispetto dei diritti di tutti, nascituro compreso”, aveva esultato il sottosegretario alla Giustizia, il leghista, Andrea Ostellari. Attualmente, infatti, l’articolo 146 del codice penale prevede il differimento della pena per le donne incinta, per le madri con un figlio inferiore a un anno di età, per chi è affetto da Aids o da altra malattia grave.

Pd: “Maggioranza si accanisce sui bambini” – Alla proposta del centrodestra le opposizioni hanno votato contro. La legge era attesa in aula per l’inizio della prossima settimana ma i parlamentari del Pd hanno ritirato le firme e quindi il provvedimento, essendo stato presentato da loro in quota opposizione, è decaduto. “Questo era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento nella precedente legislatura. Noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri, ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme”, ha spiegato il deputato dem Alessandro Zan, che ha tenuto una conferenza stampa insieme a Serracchiani e alla deputata Chiara Gribaudo. “A questo punto l’accanimento della maggioranza contro i bambini è una certezza”, attaccano. Protesta anche il Movimento 5 stelle: “Sulla proposta di legge per la tutela del rapporto tra detenute madri e figli minori Fdi, partito di maggioranza relativa, e tutto il centrodestra al governo dimostrano di non essere in grado di gestire il doveroso confronto parlamentare”, scrive in una nota Valentina D’Orso, capogruppo del Movimento 5 Stelle nella commissione Giustizia della Camera.

La nuova legge della Lega – Neanche il tempo che il Pd concludesse la protesta, e subito la Lega ha presentato la proposta di legge annunciata da Salvini. Il testo, primo firmatario il capogruppo in Commissione Giustizia della Camera Jacopo Morrone, non prevede alcun differimento della pena automatico per le donne incinte così come prevede l’articolo 146 del codice penale. “Benché le ladre siano ben note alle forze dell’ordine e vengano spesso colte anche in flagranza di reato – si legge nella relazione della pdl – il giorno successivo o addirittura dopo poche ore sono di nuovo “sul campo” ad operare e mettere a segno una serie infinita di furti. La questione delle borseggiatrici è diventata di tale rilievo da creare forti paure, allarmi e tensioni nei cittadini, soprattutto nei più anziani, ed è parte centrale del dibattito pubblico, anche se il problema è di difficile risoluzione dal momento che queste aggirano la legge a modo loro per evitare il carcere. Queste donne non possono essere arrestate (un po’ come nel film “Ieri, oggi, domani”, dove Sophia Loren nei panni di una venditrice ambulante di sigarette sfuggiva sempre all’arresto perché incinta), perché incinte o perché madri di bambini molto piccoli. Per quanto il problema sia delicato e richieda interventi di una certa ampiezza e complessità – affermano ancora Morrone e Bisa – sembra preliminare a ogni altro intervento introdurre un minimo di certezza della pena, in modo che sia possibile, da un lato, arginare il fenomeno criminale e tutelare i cittadini vittime di borseggi, dall’altro, tentare di svolgere una qualche forma di rieducazione nei confronti delle autrici di questi deprecabili reati. In altri termini, sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa: chi commette reati deve essere sanzionato, pur nel rispetto dei diritti di tutti, nascituro compreso”.

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