Dobbiamo andare avanti: è nell’interesse superiore della nazione”. Emmanuel Macron, a pochi giorni dal terremoto dentro l’Assemblea Nazionale sulla riforma delle pensioni, si è presentato in diretta tv, intervistato da France2 e TF1 per difendere il provvedimento. E difendere soprattutto le modalità di gestione usate finora, compresa la decisione di scavalcare la camera bassa e attivare il meccanismo 49.3 previsto dalla Costituzione. “Nel momento in cui vi parlo, pensate che mi faccia piacere fare questa riforma delle pensioni? La risposta è ‘no’. Avrei potuto mettere la polvere sotto al tappeto, come tanti prima di me, la risposta è ‘sì…'”. Ed ha aggiunto: “Non è un lusso”, ma è più che mai “necessaria” per riportare il sistema previdenziale in equilibrio. Macron si è detto pronto ad “addossarsi l’impopolarità” sulla riforma delle pensioni. Ricordando di non poter venire rieletto per una terza volta all’Eliseo, il leader francese ha martellato sulla necessità di adottare la contestata riforma previdenziale. “La riforma che facciamo è molto difficile, chiediamo uno sforzo alla gente, non è mai popolare”, ha detto. Nessun rimorso? “Non essere riuscito a convincere sulla necessità di questa riforma”, ha ripetuto dicendo che adottarla “non mi fa piacere, lo ribadisco, ma non ho nessun rimorso, non vivo di rimorsi”.

Alla domanda sul cosa succederà ora al provvedimento, il capo dello Stato ha detto che la riforma delle pensioni “proseguirà il suo cammino democratico”. La mozione di censura (sfiducia) contro il governo è “fallita”. Ora “bisogna aspettare il pronunciamento del consiglio costituzionale”. A proposito delle manifestazioni, Macron ha dichiarato: “Quando i sindacati manifestano, hanno la loro legittimità, quando organizzano cortei, che lo facciano, sono contrari a questa riforma, io li rispetto”. E ha aggiunto di “non accettare la violenza quando si è scontenti di qualcosa”. “Siamo una grande nazione e un antico popolo – ha detto Macron – che può dotarsi di responsabili che hanno una legittimità politica. Presidente della Repubblica, parlamentari…sono eletti dal popolo. I sindacati sono legittimi”. “Ma non è accettabile che dei gruppi utilizzino un’estrema violenza per aggredire come in questi giorni, dei sindaci, degli esponenti della Repubblica che sono per la riforma. Non è accettabile che utilizzino una violenza senza regole perché sono scontenti di qualcosa”.

Macron ha anche detto di fidarsi ancora del suo esecutivo e della premier Elisabeth Borne. Macron ha detto che Borne ha “la fiducia per condurre questa squadra di governo“. E ancora: “Il mandato che le ho dato è di continuare ad ampliare questa maggioranza il più possibile”. Ricorrendo all’articolo 49,3 della costituzione per far passare la contestata riforma previdenziale, secondo Macron Borne ha dato prova di “responsabilità”, aggiungendo che “non abbiamo diritto allo stop o all’immobilismo”.

Per quanto riguarda i punti su cui intende intervenire, Macron ha detto di aver sentito la “rabbia legittima che si esprime in un ambito repubblicano” da parte di alcune professioni che hanno condizioni di lavoro difficili: ha promesso nuove discussioni con i sindacati affinché sia affrontato meglio il tema dei “lavori usuranti”. Il presidente della Repubblica ha riconosciuto che le proposte dell’esecutivo su questo punto “non sono abbastanza forti e tangibili”. In generale “bisogna che si trovi una strada e che ci si rimetta attorno al tavolo. Riprenderemo le discussioni con i partner sociali, lo faremo nelle prossime settimane”, ha aggiunto, precisando però sulle violenze di questi giorni che “non sarà tollerato alcun eccesso” e che “il governo agirà per un ritorno alla normalità”. E questo in particolare “sul fronte dell’accesso al carburante”: “Spetta a noi anche il compito di provare ad ascoltare la rabbia legittima. Che non è la violenza”.

Alla fine dell’apparizione televisiva di Macron, il leader de La France Insoumise, Jean-Luc Mélenchon, ha lamentato nel presidente “i tratti tradizionali del disprezzo ai quali ci ha abituati”. “Ci sono state così tante offese in così poche parole – ha detto Mélenchon – quest’uomo vive al di fuori di qualsiasi realtà”. Quanto agli argomenti utilizzati dal presidente per convincere dell’inevitabilità della riforma, Mélenchon ha commentato: “Non è vero che c’era bisogno di riempire le casse, che già lo sono”. Stessa linea per il leader della CGT, il secondo sindacato di Francia, Philippe Martinez: “Quelle pronunciate da Emmanuel Macron, intervistato in diretta su TF1 e France 2, sono parole “di disprezzo per milioni di persone che manifestano”.

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