Il re d’Arabia Saudita è Sergio Pérez, per la Ferrari invece è notte fonda come a Jeddah. Il messicano è super, sbaglia solo alla partenza contro Fernando Alonso (che scatta davanti a tutti ma si becca una penalità di cinque secondi), poi risponde alla grande ai super 1’32” bassi quando Max Verstappen (partito 15esimo) si ritrova secondo dietro di lui. È la quinta vittoria in carriera per il messicano: tutte arrivate su circuiti di tipo cittadino dopo Sakhir 2020, Baku 2021, Montecarlo e Singapore 2022. Per Maranello, invece, è altra gara no: la SF-23 non va su gomma dura. Proprio per questo, l’ingresso più che dubbio della Safety per il ritiro di Lance Stroll non può essere una scusante. Carlos Sainz chiude sesto davanti a Charles Leclerc, i quasi cinque secondi dello spagnolo da Lewis Hamilton quinto (seppur l’inglese abbia chiuso la gara con gomme medie) parlano chiaro.

Sul podio uno straordinario Alonso, che però viene penalizzato durante la cerimonia di premiazione. Questo perché non ha smaltito correttamente i cinque secondi di penalità (subiti al via) quando rientra al box con la Safety Car già in pista. Il regolamento Fia dice infatti che la sanzione si può scontare solo prima dell’uscita dell’auto di sicurezza (o prima della attivazione della procedura). Sul podio quindi va la Mercedes di George Russell, che aveva chiuso quarto davanti a Hamilton. A punti anche le due Alpine di Ocon e Gasly e la Haas di Kevin Magnussen (decimo dopo il sorpasso nel finale all’AlphaTauri di Tsunoda).

La cronaca di gara: parte bene Alonso
È on fire Alonso prima della partenza. Anche troppo: lo spagnolo non c’entra la piazzola (va troppo a sinistra), ma supera comunque il poleman Pérez a fine rettilineo. Purtroppo per lui arriva subito la penalità di cinque secondi, mentre Sainz si vede sorpassare all’esterno dall’Aston Martin di Stroll. Trascorrono tre giri e Pérez si riprende la prima posizione prima di curva 1, mentre dietro partono le rimonte di Leclerc e Verstappen. Il monegasco passa Gasly e Hamilton, l’olandese insegue e si porta dietro di lui. Nel frattempo davanti Pérez allunga di cinque secondi su Alonso, mentre la finta Ferrari di richiamare Sainz ai box al 13esimo giro si rivela efficace: l’Aston Martin fa entrare Stroll ai box per inserire le dure, mentre lo spagnolo fa un overcut tre giri dopo e prende la posizione sul canadese.

Leclerc entra, poi tocca alla Safety Car
Nel frattempo, al 17esimo giro, Verstappen è subito dietro a Leclerc, ma il monegasco viene richiamato ai box prima di subire il sorpasso per mettere gomme anche lui dure, rientrando ottavo. All’improvviso però arriva un problema per Stroll che è costretto al ritiro e viene chiamata così la Safety Car. Decisione alquanto dubbia della Fia, dato che il canadese aveva fermato l’auto in una posizione sicura della pista. Una iella per Leclerc, che aveva cambiato da poco le gomme e si trova al settimo posto dietro a Hamilton, nel mezzo dei due ferraristi con un set di nuove gomme gialle. Un bene anche per Russell, Verstappen e Alonso, che montano le dure e si trovano rispettivamente terzo, quarto e secondo. Lo spagnolo sconta i cinque secondi di penalità durante il pit (non regolarmente), potendo ora liberamente spingere.

Inizia il duello tra Pérez e Verstappen
La Safety rientra al 21esimo giro, mentre un giro dopo Hamilton sfrutta le gialle per uscire meglio da curva 2 e superare Sainz, ora sesto davanti a Leclerc. Al 24esimo e 25esimo giro sale in cattedra Verstappen, che in fondo al rettilineo passa prima Russell e poi Alonso. Iniziando così la caccia nei confronti del compagno di box Pérez, che tenta in tutti i modi di spingere per mantenere il vantaggio di cinque secondi dall’olandese. Max è una furia e si prende super giri veloci sull’1’32”, confermando il ritmo anche nei giri seguenti, il messicano tiene a parità di gomma hard. Dietro Leclerc tenta di avvicinarsi in zona Drs per passare Sainz, che risponde. Il monegasco resta dietro e lo svantaggio si allarga a oltre due secondi, quando Charles taglia la chicane di curva 2.

Per la Red Bull qualche problema, Verstappen non obbedisce
Tra il duo Red Bull è una sfida di nervi. A suon di giri veloci, continua la battaglia al vertice, mentre Alonso, terzo, è lontano da Verstappen di 13 secondi. Al 36esimo giro l’olandese continua a sparare super fucsia e arriva a 4”3, prima di iniziare a lamentarsi dell’albero di trasmissione, lo stesso cambiato dopo le qualifiche di sabato. “Non lo sento scorrevole, sento un rumore strano”, dice. Nel box di Milton Keynes il cuore sale in gola, quando anche Pérez sente il pedale del freno non a posto. A Verstappen dicono di abbassare il ritmo sull’1’33”, ma l’olandese non vuole saperne. Il distacco tra i due è sempre di 4”3 perché il numero 1 non vuole obbedire agli ordini del team. Il messicano si riprende il giro veloce, mentre Verstappen inizia a rallentare a cinque giri dalla fine, capendo che non c’è più nulla da fare.

Verstappen, scherzetto finale a Pérez col giro veloce
Nelle retrovie, c’è il super duello in salsa McLaren tra Norris e Piastri, che se la danno di santa ragione nonostante il 16esimo posto. L’australiano passa all’ultima curva, Norris si riprende la posizione di forza in curva 2. Alla fine l’australiano passa due tornate dopo e nel finale supera anche Sargeant, chiudendo 15esimo. Così prosegue fino al termine, mentre Magnussen riesce a prendersi il decimo posto su Tsunoda dopo un duello durato dal rientro della Safety Car in avanti. Nel finale, nonostante gli almeno quattro richiami dati dal team a Verstappen, l’olandese va a caccia del giro veloce all’ultima tornata, mentre Pérez non lo fa. Alla fine il campione del mondo ci riesce in 1’31”906, disubbidendo al team. Alonso viene squalificato dalla Fia mentre è sul podio. Russell così chiude terzo davanti all’asturiano. Per la Ferrari, dopo Sakhir, è ancora notte fonda e una macchina che con gomma dura non va. Auto da migliorare o progetto sbagliato? Le prossime gare diranno di più.

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