L’istanza di accesso agli atti – con relativa richiesta di copia – non può essere esitata da questo ufficio“. Così Giusi Bartolozzi, vicecapo di gabinetto del ministro della Giustizia Carlo Nordio (nonché ex parlamentare di Forza Italia) ha negato ai tre parlamentari che ne avevano fatto richiesta la consegna della scheda di sintesi redatta dal Nic (il Nucleo investigativo centrale della Polizia penitenziaria) sui colloqui ascoltati in carcere tra Alfredo Cospito e i mafiosi suoi compagni di reparto al 41-bis. Si tratta delle frasi di cui il deputato di FdI Giovanni Donzelli è venuto a conoscenza dal sottosegretario Andrea Delmastro e che ha poi usato per attaccare in Aula i colleghi del Pd, accusandoli di vicinanza alla mafia per la loro visita all’anarchico in carcere. Aprendo un caso politico sulla diffusione di quelle informazioni, su cui anche la Procura di Roma ha aperto un fascicolo (per ora a carico di ignoti) per rivelazione e utilizzazione di segreto d’ufficio.

Consegnato solo un estratto da tre pagine – In Parlamento, Donzelli si era giustificato dicendo che il documento del Nic è “consultabile da qualsiasi deputato“. Pure Nordio ha ribadito che l’atto non è coperto da segreto, e perciò il comportamento dei compagni di partito non è censurabile. Il sottosegretario, da parte sua, ha sempre giurato che avrebbe riferito le stesse circostanze a ogni parlamentare. Una linea di difesa ribadita anche dalla premier Giorgia Meloni: “Il ministero della Giustizia ha più volte detto che non erano documenti coperti da segreto”, ha detto martedì. La tesi però è smentita da un dato incontrovertibile: quando a chiedere l’atto sono stati tre deputati di opposizione, Angelo Bonelli, Riccardo Magi e Marco Grimaldi, il ministero lo ha negato, trasmettendone solo un piccolo estratto. “Avuto riguardo alle conversazioni tra Presta, Di Maio, Rampulla (i tre mafiosi detenuti nello stesso reparto dell’anarchico a Sassari, ndr) e Cospito si forniscono le informazioni di cui alle pagine 49, 53 e 54 della indicata scheda Nic”, si legge nella nota. Cioè appena tre pagine su almeno 54, che corrispondono più o meno alle frasi riferite da Donzelli in Aula. Tutto il resto, per il ministero, non è divulgabile, a differenza di quanto assicuravano da Fratelli d’Italia.

Bonelli: “Risposta evasiva e contraddittoria” – Come giustifica il gabinetto di Nordio una soluzione così arzigogolata? Da un lato citando le norme che sottraggono alcune categorie di atti al diritto di accesso, dall’altro riqualificando d’ufficio le istanze dei tre deputati in “atti di sindacato ispettivo”, un po’ come interrogazioni parlamentari. Una tesi “sorprendentemente evasiva e contraddittoria“, attacca Bonelli. Quelle norme, ricorda, “dicono che i documenti richiesti non possono essere consegnati perchè non accessibili e non divulgabili in quanto riservati“. Perché allora, si chiede il leader di Europa Verde, “gli atti da me richiesti per il ministero sono riservati e non divulgabili e quello divulgato da Donzelli per il ministro era divulgabile? La natura degli atti da me richiesti è identica a quella che l’onorevole Donzelli ha reso pubblici”, afferma. E domanda ancora: “Perché non mi è stata consegnata tutta la relazione che l’onorevole Donzelli ha avuto attraverso il sottosegretario Delmastro, pur avendo inviato formale richiesta, al contrario di Giovanni Donzelli che non ha fato alcuna richiesta di atto ispettivo o di accesso agli atti?”. Bonelli fa sapere di aver immediatamente trasmesso la risposta di via Arenula alla Procura di Roma, che nei giorni scorsi ha ascoltato come persone informate sui fatti il capo del Dap Giovanni Russo, l’ex capo del Gom della Polizia penitenziaria (Gruppo operativo mobile, il reparto che si occupa dei detenuti al 41-bis) Mauro D’Amico e l’attuale direttore Augusto Zaccariello.

Grimaldi (Avs) insiste: “Cos’altro c’è in quel documento?” – Indignato anche Marco Grimaldi, vicecapogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera, un altro dei deputati che si erano rivolti al ministero: “Davvero il ministero della Giustizia ha impiegato una settimana per stenografare le frasi già riportate in aula da Donzelli? Siamo oltre la decenza. È surreale”, prosegue, “il ministero mi comunica che la scheda di sintesi non è coperta da segreto ma continua a non farmela vedere. Siamo arrivati a un cortocircuito non più tollerabile, in cui il segreto d’ufficio viene applicato in modo arbitrario ad alcuni atti e riservato agli uni e non agli altri. Non siamo in una dittatura in cui il potere può usare i dossier contro le opposizioni e negare i diritti alle stese. Nordio si sta rendendo responsabile di atti contro la democrazia e la Costituzione”. Non solo: dopo aver ricevuto il diniego, Grimaldi si è rivolto di nuovo al ministero di via Arenula, chiedendo ancora “di prendere visione e/o di ottenere copia integrale della scheda sintetica del Nic predisposta sul detenuto Alfredo Cospito”. Grimaldi sottolinea come “i brani estratti dalle pagine 49, 53 e 54 (…) siano esattamente coincidenti con quelli divulgati dall’onorevole Giovanni Donzelli”. E chiede pertanto “se nel documento non sia presente nessun’altra informazione (…) cui si possa accedere nell’espressione della funzione parlamentare; se il collega onorevole Donzelli abbia potuto prendere visione solo dei suddetti estratti o di copia integrale della scheda di sintesi; quali altre informazioni siano contenute nella (corposa, se contiene almeno 54 pagine!) scheda di sintesi”.

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