“I morti sono tutti uguali”. Così nel 2013 l’ex prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro giustificò la decisione di concedere funerali pubblici al boia Priebke, responsabile degli orrori della Fosse Ardeatine. Il governo Meloni però lo ha nominato “coordinatore nazionale per la lotta contro l’antisemitismo”, dopo la mancata elezione in parlamento con FdI. Il caso è raccontato da Repubblica e la polemica per questa decisione, che suona come uno sfregio alla Memoria delle vittime che si è appena celebrata, non si placa: esponenti politici ma anche storici ne chiedono le dimissioni.

Pecoraro, 72 anni, ex prefetto di Roma (venne nominato dal governo Berlusconi), un lungo cursus honorum nelle istituzioni, anche come procuratore della Figc, alle ultime politiche sperava di sbarcare in Parlamento con Fratelli d’Italia. Invece ha perso la sfida nel collegio uninominale di Campania 1 e così ora è stato ricompensato con questa nomina che fa discutere anche per altri episodi. Nel 2009, da commissario all’emergenza nomadi, Pecoraro propose un “censimento” nominale dei residenti nei campi rom «per capire chi può restare e chi no”. Sulla Stampa Anna Foa, storica, figlia di Vittorio, ha ricordato che “il progetto di schedatura dei rom, poi abortito, ricordava tanto la schedaura degli ebrei”.

C’è poi un episodio che risale al 2012, quando l’allora presidente della Comunità ebraica di Roma, Riccardo Pacifici, chiese di aumentare la sicurezza dopo un attacco antisemita a danni dei tifosi del Tottenham. Pecoraro rispose picche: “Roma non è Tel Aviv, la comunità ebraica romana non corre particolari rischi”. E ancora, c’è chi ricorda come nel 2014 annullò le trascrizioni nel registro dello stato civile del Campidoglio. Abbastanza per sollevare un muro di proteste. Durissimo l’ex deputato del Pd Emanuele Fiano, sentito da Repubblica, che negli ultimi mesi ha girato sessanta scuole per parlare di antisemitismo, e che in passato è stato oggetto di pesanti attacchi anche da esponenti di destra: “Certe cariche dovrebbero rimanere estranee allo spoils system. Non ho capito cosa c’entri Pecoraro con questo incarico. Per esercitarlo bisogna avere conoscenze culturali e sensibilità specifiche”.

Rincara la dose David Bidussa, storico sociale delle idee, saggista che per Feltrinelli ha analizzato gli scritti e i discorsi di Mussolini: “La nomina di Giuseppe Pecoraro a coordinatore nazionale per la lotta contro l’antisemitismo dimostra che il tema non è esattamente nell’agenda di questo governo.Possibile che la destra non disponga di un intellettuale in grado di svolgere quel compito, preferendogli un tecnico passacarte?”

A onor del vero Pecoraro ha tentato fin da subito di riabilitare la reputazione macchiata da questi episodi e accreditarsi come una figura di garanzia adeguata promettendo di sciogliere i movimenti neofascisti: “Vanno sciolti i movimenti neofascisti e quelle realtà che non rispecchiano i valori di democrazia e rispetto reciproco. Uno dei principali obiettivi sarà quello di lavorare con i giovani. Ci sono segnali preoccupanti di poca conoscenza della storia”. Un segnale che risponde alle aperture di credito che ha ricevuto nonostante i trascorsi. “Sono fiduciosa: penso che potremo lavorare bene insieme” si tiene fuori dalle polemiche Noemi Di Segni, la presidente dell’Unione delle comunità ebraiche. La presidente della comunità ebraica di Roma, Ruth Dureghello, ha twittato gli auguri al prefetto: “Sono certa saprà continuare il lavoro profuso dalla professoressa Milena Santerini e aumentare l’azione di contrasto all’odio antiebraico nel nostro Paese”.

I nuovi Re di Roma

di Il Fatto Quotidiano 6.50€ Acquista
Articolo Precedente

Regionali Lombardia, il Terzo Polo inciampa sui taxi. Moratti: “Tutelare le licenze”. Ma Calenda le va contro: “Non è nostra posizione”

next
Articolo Successivo

Ucraina, l’ex premier Dini: “Siamo all’escalation, non si sa a cosa può portare. Da capo del governo, non avrei agito come Draghi e Meloni”

next