“Non è stato firmato, discusso e nemmeno accennato ad alcun contratto in materia di forniture militari“: il ministero della Difesa italiano ha smentito la notizia, partita dalla Francia, per cui Roma e Parigi avessero chiuso un accordo per acquistare 700 missili terra-aria Aster 30 da donare all’Ucraina. A dare l’annuncio era stato il quotidiano francese l’Opinion: il contratto, secondo il giornale parigino, sarebbe stato firmato nel corso dell’incontro a Roma del 27 gennaio tra il titolare della Difesa Guido Crosetto e il suo collega Sébastien Lecornu. Le armi, dal valore di 2 miliardi di euro, erano destinate al Samp-T, il sistema di difesa aerea che i due Paesi hanno effettivamente dichiarato di voler inviare a Kiev nelle prossime settimane.

Il ministero della Difesa italiano ha precisato che si tratta di “notizie prive di fondamento“. Nel corso dell’incontro, specifica, si è parlato degli scenari geo-strategici e di possibili futuri sviluppi della crisi ucraina, del fianco Est e Sud dell’Alleanza, della sicurezza del Mediterraneo allargato, incluso il nord Africa e il Centro Africa. Ma non dei 700 missili. A rendere poco credibile la notizia rilanciata da l’Opinion, oltre al costo degli ordigni, circa due milioni di euro l’uno, è stata anche la quantità di Aster 30 previsti nell’accordo. Come si legge su La Repubblica, oggi Francia, Gran Bretagna e Italia dispongono complessivamente di mille ordigni di questo tipo. La loro produzione è molto complessa. Dal momento dell’ordine ci può volere anche un anno a realizzare questi missili, anche perché i sistemi produttivi hanno una capacità limitata.

Secondo la Difesa, i media francesi hanno riportato “capziosamente e in maniera fuorviante” la notizia di una commessa approvata con decreto nel 2021 da un altro governo, il cui contratto finale è stato firmato a fine dicembre scorso dal direttore dell’Occar, Organizzazione congiunta per la cooperazione in materia di armamenti. Era stato il governo Draghi, dunque, ad avviare un programma di potenziamento delle difese contraeree. Al momento, come si legge sul sito del ministero della Difesa, sono cinque le batterie di Samp-T in dotazione alla Forza Armata. Dall’entrata in servizio nel 2013, questi sistemi sono stati impiegati in molteplici attività operative e addestrative, e adesso sono richiesti con molta insistenza dal presidente Zelensky.

Nel 2021 è stato deciso di modernizzare le cinque batterie in dotazione all’esercito con nuovi radar e con l’ultima versione dei missili Aster 30, in grado di abbattere i missili balistici a lungo raggio. In più è prevista la costituzione di una sesta batteria, rimasta non operativa a causa della carenza di fondi, e l’acquisto di altre cinque batterie da posizionare in difesa degli aeroporti. In tutto il piano costerà tre miliardi di euro e verrà realizzato entro il 2034.

Già dallo scorso ottobre Zelensky sta sollecitando l’Italia perché invii d’urgenza la batteria Samp-T. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani il 27 gennaio ha ripetuto che ancora devono essere risolti alcuni problemi tecnici tra Italia e Francia per mettere insieme i vari elementi che compongono il sistema. Mentre attendono i tank occidentali e i sistemi di difesa aerea, nel prossimo futuro gli ucraini sperano di ottenere ancora di più. Secondo il consigliere presidenziale Mykhailo Podolyak, Kiev “sta accelerando i negoziati” per ricevere missili a lungo raggio e caccia. Brutte notizie per Zelensky sono arrivate invece dal Brasile: il presidente Lula ha respinto una richiesta del governo tedesco di fornire munizioni per i carri armati che saranno inviati da Berlino. Questo con l’obiettivo di mantenere la neutralità nel conflitto e non provocare la Russia.

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