Mosca avvisa che una sua sconfitta in Ucraina potrebbe portare a un conflitto nucleare. Dmitry Medvedev, vice capo del consiglio di sicurezza nazionale del presidente Vladimir Putin, lo ha scritto su Telegram. I politici occidentali “ripetono come un mantra: per raggiungere la pace, la Russia deve perdere”, scrive Medvedev, “a nessuno di loro viene mai in mente di trarre da ciò una conclusione elementare: la sconfitta di una potenza nucleare in una guerra convenzionale può innescare l’inizio di una guerra nucleare. Le potenze nucleari non hanno mai perso conflitti da cui dipende il loro destino. Questo dovrebbe essere chiaro a chiunque. Anche un politico occidentale”. La Russia dispone di una arsenale di 6mila testate nucleari.

Medvedev non è nuovo ad affermazioni apocalittiche, secondo gli osservatori rivolte principalmente ad un pubblico interno. Tuttavia il Cremlino ha sottoscritto i commenti di Medvedev, definendoli “in pieno accordo” con la politica nucleare russa, che prevede la possibilità di utilizzare armi nucleari per rispondere “all’aggressione contro la Federazione Russa” anche se operata con armi convenzionali a condizione che “l’esistenza stessa dello Stato è minacciata”. Le affermazioni di Medvedev arrivano dopo che il New York Times, ha scritto che gli Stati Uniti starebbero rivedendo le proprie posizioni sulla possibilità che Kiev riconquisti la Crimea. La Casa Bianca starebbe considerando la possibilità la penisola sia oggetto di attacchi con armi fornite da Washington.

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