“Sono senza parole. Purtroppo non è il primo a morire in bici per strada e non sarà neanche l’ultimo, siamo sempre qui a piangere amici e persone che vanno in bici”. La tristezza si mischia alla rabbia nelle parole dell’ex ct della nazionale di ciclismo, Davide Cassani, che commenta la morte dell’ex compagno Davide Rebellin, investito oggi da un camion proprio mentre andava in bicicletta. “Rimango tremendamente scioccato nell’apprendere questa triste notizia. Che la terra ti sia lieve, R.I.P. Davide”, ha scritto su Twitter Vincenzo Nibali. Anche un altro grande del ciclismo italiano, Mario Cipollini, ha ricordato Rebellin: “Ci ritroveremo tutti, e continueremo a pedalare sulle strade dell’infinito… chissà quanti pseudo km faremo ancora tutti insieme…”, ha scritto sulla sua pagina Facebook.

Cassani a LaPresse dice: “Sono veramente triste, perché abbiamo perso un altro ragazzo, uno che dopo trent’anni di bicicletta aveva smesso di correre appena un mese fa. Incredibile, atroce, uno che dedica tutta la sua vita alla bicicletta dopo un mese andando un giro in bici perde la vita”. “Ricordo quando abbiamo corso insieme nel ’94 e ’95, andammo a fare un allenamento alle Canarie e nonostante lui fosse un giovane e io dieci anni più di lui quando si tornava in albergo lui ‘allungava’ sempre”, racconta Cassani. Che poi sottolinea: “Rebellin è sempre stato un professionista esagerato. Viveva per correre in bicicletta, silenzioso, mai visto arrabbiarsi. Un buono, a dispetto di tutti amava la bici e questo gli dava gioia”.

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