“Si fa presto a dire ‘credo’ ma non senza conseguenze”. Questo il titolo dell’editoriale a firma di don Giuseppe Lorizio, teologo della Pontificia Università Lateranense che, dalle pagine del quotidiano della Conferenza episcopale italiana, Avvenire, commenta l’uso della parola “credo” come slogan elettorale nella nuova campagna di comunicazione della Lega in vista delle prossime elezioni politiche del 25 settembre. Da giorni, infatti, per le strade di mezza Italia, si vedono cartelloni e camion pubblicitari in cui campeggia questa parola. Un’iniziativa la cui paternità è stata svelata solo in un secondo momento e che ha creato non pochi malumori nel mondo cattolico. L’accusa che viene mossa a Matteo Salvini è quella di strumentalizzare la religione a fini elettorali.

Un azzardo che non è sfuggito al quotidiano della Cei che ha voluto mettere i puntini sulle i. “Non è difficile pensare che dietro la scelta di un leader politico attento agli umori dei molti, in questo caso Matteo Salvini, vi sia un’accurata indagine sul sentire del popolo, composto di eventuali elettori”, fa notare don Lorizio. Nonostante nel testo della campagna elettorale del leader leghista si faccia riferimento ad una “fede laica” e non religiosa , il teologo ci tiene a precisare che “onde evitare ogni possibile deriva populista, sarà bene che, mentre leggiamo sulle facciate delle nostre città la parola “credo”, cerchiamo di distinguere i diversi significati e le diverse condizioni che questo verbo propone a tutti noi”. Commenti anche da parte di padre Antonio Spadaro, direttore della rivista Civiltà Cattolica, che ha affidato ad un tweet il suo pensiero, condividendo la foto di un libro sulla politica a firma di George Bernard Shaw: “Il credo politico di chiunque”, accompagnata dalla frase “C’era una volta”.

In soccorso di Matteo Salvini, invece, arriva Francesca Immacolata Chaouqui, ex membro della Cosea, la commissione che si doveva occupare della riforma economica in Vaticano e che è stata processata e condannata a 10 mesi per concorso in divulgazione di documenti riservati nell’ambito degli scandali di Vatileaks. “Credo è un verbo bellissimo. Usarlo in Politica non offende i Cristiani. Anche perché nell’accezione scelta da Lega Salvini significa ‘ritengo, penso e non ‘professo che sarebbe la traduzione letterale dal latino della Preghiera. Prima di parlare studiate”, ha scritto in un post condiviso sui social.

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