La famiglia Malacalza va all’attacco della Banca centrale europea nel tentativo di recuperare le dolorose perdite accumulate nell’investimento in Carige, banca genovese commissariata nel 2019. Malacalza Investimenti e Vittorio Malacalza hanno chiesto alla di condannare la Bce a risarcirli, per un danno stimato complessivamente oltre gli 875 milioni di euro. Secondo i ricorrenti la banca centrale, all’epoca ancora guidata da Mario Draghi, è responsabile di “omissioni di interventi doverosi” e di “positive condotte pregiudizievoli” attinenti all’esercizio delle sue funzioni di vigilanza su Banca Carige.

La famiglia “lamenta” in particolare nel ricorso che la Bce “abbia concorso a determinare una rappresentazione della situazione e delle prospettive della banca, nell’affidamento della quale gli azionisti hanno investito ingenti risorse nell’acquisto di azioni Carige e nella sottoscrizione e versamento di aumenti di capitale; e abbia successivamente tale affidamento frustrato con comportamenti e con l’emanazione di provvedimenti contraddittori, impositivi di misure ingiustificate, sproporzionate e anche sotto altri profili illegittimi, che si inscrivono in una condotta complessiva illecita e pregiudizievole”. Il ricorso elenca quindi “affidamenti ingenerati sulla situazione di Carige” per gli aumenti di capitale 2014, 2015 e 2017 e “la successiva frustrazione di tali affidamenti”, anche a causa di “comportamenti e provvedimenti della Bce”, citando la “illegittimità di tali provvedimenti” e la “illiceità della complessiva condotta alla quale essi ineriscono”.

I Malacalza entrano in Carige nel 2015 investendo 66 milioni di euro per comprare il 10% della banca che versa già in condizioni pre fallimentari. La svolta non è mai arrivata, nei quattro anni seguenti il titolo continua a perdere valore e il gruppo brucia gli aumenti di capitale che si susseguono. I Malacalza rafforzano tuttavia la loro quota, salendo fino al 27,5% diventando primi azionisti. Partecipazione che mantengono fino a inizio 2019 quando la banca viene commissariata su disposizione della Bce. Subentra il Fondo interbancario di tutela dei depositi che oggi controlla l’80% del gruppo ligure. Alla fine Malacalaza Investment dovrà svalutare la sua partecipazione, con una perdita di quasi 400 milioni di euro. Lo scorso anno Malacalza Investimenti ha citato in giudizio Banca Carige chiedendo un risarcimento danni di 486 milioni.

La richiesta contro la Bce è nel dettaglio per 870,5 milioni euro da parte della Malacalza Investimenti, la finanziaria cui faceva capo la quota di riferimento di Carige e che è controllata dai figli di Vittorio Malacalza, Davide (tramite Hofima) e Mattia (per un 48% ciascuno, il 4% restante è del fondatore). Chiede invece 4,5 milioni Vittorio Malacalza, che non era invece mai intervenuto direttamente nelle azioni già presentati alla Corte di Giustizia Europea dalla Malacalza Investimenti.

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