A modo suo. Come sempre. Con un tuffo notturno nella neve, rigorosamente in mutande. Il personale show di Zlatan Ibrahimovic al Festival di Sanremo era già iniziato con quel video pubblicato su Instagram, diventato virale nel giro di pochi minuti e che aveva fatto seguito all’annuncio piuttosto orgoglioso di Amadeus. Una presenza arrivata di comune accordo con il Milan, che per spegnere ogni polemica si era affrettato a istruire i propri tifosi per mezzo di una nota ufficiale: “Il giocatore ci ha informati, la sua partecipazione è frutto di un accordo contestuale alla firma del nuovo contratto”. Ma da allora (dicembre 2020) a oggi, la situazione è radicalmente cambiata. Non per Ibra, che ovviamente non ha deciso di rinunciare a un’occasione mediatica così ghiotta. La società rossonera sta vivendo uno dei momenti più complicati della stagione. Ha lasciato il comando della classifica all’Inter, ha assistito allo splendido affresco nerazzurro nel derby di San Siro e ha perso tre delle ultime cinque partite giocate in campionato. Una mini crisi che sta cancellando quanto di straordinario ha fatto la squadra di Pioli dalla ripartenza post-lockdown.

Quella che non va via, almeno per adesso, è la brutta pagina di Coppa Italia. Il testa a testa (verbale e quasi fisico) con Lukaku aveva fatto montare la polemica sui social. In molti chiedevano alla Rai una riconsiderazione sull’intervento dello svedese in Riviera. Allarme prontamente rientrato grazie alla complicità di Amadeus, conduttore e direttore artistico del Festival: “Zlatan non è razzista. Solo chi non ha giocato a calcio non può capire l’adrenalina che scorre in certi momenti”. Impossibile lasciar cadere una simile opportunità, a maggior ragione in un’edizione inevitabilmente diversa dalle altre a causa del Covid. Porte chiuse, nessun evento di contorno in esterna e un rigido protocollo da osservare per cantanti e staff. La sfida infrasettimanale contro l’Udinese e la trasferta di Verona in programma domenica 7 sembrano essere l’ultimo dei problemi. Il programma messo in piedi con il club gli farà saltare un paio di allenamenti con il resto del gruppo, ma non le due partite in calendario. Giocherà la prima “tornando” a Sanremo a mezzanotte inoltrata (come dichiarato da Amadeus, sicuramente con un collegamento da Milano) e sarà protagonista nella seconda raggiungendo i compagni direttamente al Bentegodi, a poche ore dalla conclusione del Festival. Lavorerà in solitaria, con il prezioso aiuto di un preparatore e di un fisioterapista della società. Dall’ambiente rossonero filtra un certo ottimismo. Sono sicuri della professionalità di un fuoriclasse ancora decisivo alla soglia dei 40 anni.

“Con Zlatan ci parlo tutti i giorni – ha rivelato Stefano Pioli – Se c’è una persona, un campione in grado di reggere questo tipo di pressione, quello è assolutamente lui. Anzi, credo che da queste pressioni tragga più convinzione e motivazione per aiutare la squadra”. Dichiarazioni distensive nei confronti di quella parte del tifo rossonero piuttosto scettica, che avrebbe volentieri appoggiato un gesto forte dell’attaccante alla luce degli ultimi risultati. Alcuni hanno parlato ironicamente di smart working, strumento che ormai accompagna gli italiani da un anno, altri invece sono stati più morbidi concentrandosi sull’eterna voglia di rivalsa del gigante svedese. Che ha la maturità necessaria (e il fisico) per sostenere il doppio impegno. Ibrahimovic, a Sanremo, dovrà “accontentarsi” di 250mila euro. Lo stesso cachet che percepirà il co-conduttore Fiorello. 50 mila a serata, ma bisognerà capire come verrà valutata la presenza “da remoto” di mercoledì, il giorno della sfida tra Milan e Udinese. Compensi stellari, cifre astronomiche che da prassi hanno fatto storcere il naso ai più. Indiscrezioni anche sull’abbigliamento dello svedese. Tutti gli indizi portano a Dsquared2, la casa di abbigliamento italiana fondata dai gemelli canadesi Dean e Dan Caten. Ibra ne è testimonial già da un po’ e giovedì ha lanciato sui suoi profili virtuali la collezione primavera-estate 2021.

Massimo riserbo invece sul ruolo che svolgerà al Festival. Di sicuro canterà insieme a Mihajlovic, il tecnico del Bologna che farà tappa in Riviera per una serata. Un duetto inedito, fortunatamente fuori concorso, di nemici diventati amici: la testata rifilata da Ibra a Sinisa in un Juve-Inter del 2005 (che costò tre giornate di squalifica allo svedese) si è tramutata in stima reciproca. Caratteri forti e dominanti, la ricetta perfetta per infiammare il palco dell’Ariston. Amadeus è riuscito a ricomporre una coppia che avremmo potuto ammirare anche in Serie A: Zlatan diede priorità al Milan, ma fu davvero vicino al club rossoblù. Lo conosciamo. Giocherà con il suo personaggio, farà lo spaccone. Come ci ha abituati. Come ha sempre fatto. Piaccia o non piaccia, non è un profilo banale. Alcune volte è ripetitivo, altre volte è noioso. Ma indubbiamente un campione infinito. Quasi quanto il suo ego, che spesso lo fa uscire dalla carreggiata principale. Mai, però, fuori dal campo. Lì continua a stupire, sventolando con leggerezza dati anagrafici pesantissimi. A ottobre compirà 40 anni. E il rendimento è ancora altissimo.

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