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Prima della Scala, ballerini a rischio infortunio: “+22,5% di incidenti negli ultimi 4 anni”. I consigli del traumatologo che cura le stelle della danza

Il traumatologo Riccardo Accetta spiega come prevenire gli infortuni che affliggono le stelle della danza scaligera
Prima della Scala, ballerini a rischio infortunio: “+22,5% di incidenti negli ultimi 4 anni”. I consigli del traumatologo che cura le stelle della danza
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La vigilia della Prima della Scala arriva con un dato che fa discutere: gli infortuni legati alla danza sono aumentati del 22,5% negli ultimi quattro anni. Il botta e risposta tra chi invita a non allarmarsi e chi chiede più prevenzione si è riacceso alla luce della ricerca pubblicata dalla National Athletic Trainers’ Association, proprio mentre a Milano i ballerini si preparano all’appuntamento più atteso dell’anno. Il traumatologo Riccardo Accetta, che ha seguito molte delle stelle del teatro milanese, invita alla prudenza: “I ballerini sono tra i più sottoposti a stress muscolari”, spiega, indicando stretching, rafforzamento muscolare mirato e laserterapia tra gli strumenti più efficaci per ridurre il rischio.

La danza è da sempre considerata una disciplina completa: migliora tono muscolare, postura, coordinazione e contribuisce alla salute delle ossa. Ma la sua intensità, soprattutto ai livelli professionali, comporta carichi notevoli. La ricerca americana segnala che i distretti più colpiti sono ginocchia, caviglie e piedi, mentre gli infortuni più comuni restano distorsioni e fratture. La distinzione di genere non è irrilevante: gli uomini risultano più esposti a problemi a schiena e braccia, spesso a causa dei sollevamenti. Un quadro che trova conferma anche nella storia recente dei grandi protagonisti della Scala: dall’étoile Roberto Bolle, fermato da un problema alla schiena dopo una caduta, alla costola infortunata di Marta Romagna, passando per il ginocchio di Claudio Coviello e l’anca che costrinse Svetlana Zakharova a interrompere gli spettacoli.

Secondo Accetta, la prevenzione deve cominciare in sala prove: “La fase di stretching e riscaldamento è fondamentale sia per i professionisti che per chi pratica danza a livello amatoriale”, chiarisce. Il medico sottolinea l’importanza di un lavoro costante sulla resistenza cardiovascolare, attraverso esercizi mirati o discipline complementari come yoga e pilates, utili a sostenere il carico muscolare e ridurre l’affaticamento degli arti inferiori. Altro punto chiave è il controllo del sovraccarico: il gesto atletico della danza richiede ripetizioni frequenti e movimenti tecnici eseguiti sotto stress, elementi che aumentano il rischio di microtraumi se non si ascolta il proprio corpo.

Accetta ricorda anche l’utilità del taping, l’applicazione di un nastro elastico sui distretti muscolari per favorire il metabolismo cellulare e migliorare la stabilità durante l’esecuzione coreografica. Per la fase di recupero indica un ulteriore alleato: la laserterapia. “Un valido aiuto per il recupero in tempi brevi arriva dalla laserterapia che agisce in maniera ottimale grazie alla fotobiomodulazione”, spiega. Tra le tecnologie citate, il traumatologo menziona la Theal Therapy di Mectronic, un dispositivo che, secondo lo specialista, “grazie al suo effetto vasodilatatorio, aumenta il flusso sanguigno favorendo il processo di risoluzione dell’infiammazione e può avere un effetto antidolorifico dovuto all’aumento della soglia di attivazione delle terminazioni nervose”.

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