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Ultimo aggiornamento: 13:34 del 5 Novembre

“Perché i soldi per ricostruire Gaza non li mette Israele?”: giornalista licenziato da Agenzia Nova dopo la domanda

Il giornalista italiano Gabriele Nunziati è stato licenziato dall’Agenzia Nova dieci giorni dopo aver posto questa domanda alla portavoce della Commissione Europea Paula Pinho
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“Se la Russia dovrà pagare per la ricostruzione dell’Ucraina, Israele dovrà fare lo stesso per Gaza?”. Il giornalista italiano Gabriele Nunziati è stato licenziato dall’Agenzia Nova dieci giorni dopo aver posto questa domanda alla portavoce della Commissione Europea Paula Pinho. Secondo quanto ricostruito da Fanpage.it, il quesito risale al 13 ottobre e non aveva portato a una risposta nel merito: “La sua è una domanda molto interessante che però non vorrei commentare in questo momento”.

Il 27 ottobre, si legge ancora sul sito, al giornalista viene recapitata una lettera di interruzione del rapporto di collaborazione: “Dopo la mia domanda, ho ricevuto delle telefonate da parte dei miei superiori. I toni erano abbastanza tesi. Poi è arrivata la lettera di interruzione del rapporto di collaborazione”, ha spiegato Nunziati a Fanpage.

Sulla questione è intervenuta anche l’Agenzia Nova, che ha replicato all’articolo: “Quanto riferito risponde solo parzialmente al vero. Gabriele Nunziati, nostro collaboratore, ha posto alla portavoce della Commissione Europea una domanda tecnicamente sbagliata. Quel che è peggio, il video relativo alla sua domanda è stato ripreso e rilanciato da canali Telegram nazionalisti russi e dai media legati all’Islam politico in funzione anti-europea, creando imbarazzo all’agenzia, in quanto fonte primaria attentissima alla propria indipendenza e all’oggettività delle informazioni trasmesse. È evidente che il rapporto di fiducia con il collaboratore, in questo contesto, sia venuto a cessare”.

Sull’episodio è intervenuta anche la deputata M5S Anna Laura Orrico: “Se la vicenda corrisponde ai fatti, sarebbe semplicemente vergognoso che un soggetto dell’informazione abbia preso una simile decisione. Esprimiamo piena solidarietà a Nunziati e siamo al fianco di tutte le voci che domandano verità, trasparenza e rispetto per la libertà di stampa”.

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