Una bomba distrugge le auto di Sigfrido Ranucci e di sua figlia: “Avrebbe potuto uccidere”. Indaga l’Antimafia
Una bomba, le auto che saltano in aria, le case che tremano. Un attentato. Le vetture di Sigfrido Ranucci, conduttore di Report, e di sua figlia sono state fatte esplodere alle 22.17 di giovedì mentre erano parcheggiate fuori dall’abitazione del giornalista a Campo Ascolano, frazione di Pomezia, alle porte di Roma, sono esplose e sono state avvolte dalle fiamme. L’ordigno, secondo quanto emerso finora, era stato confezionato con circa un chilo di esplosivo, non aveva un timer ed era posizionato tra i vasi fuori dalla villetta, in prossimità delle vetture. Si tratterebbe di un ordigno artigianale caricato con polvere da sparo compressa. (Leggi qui tutte le notizie e le reazioni sull’attentato a Ranucci).
La procura di Roma ha affidato le indagini al pubblico ministero della Direzione distrettuale Antimafia Carlo Villani, coordinato dall’aggiunto Ilaria Calò: l’ipotesi di reato formulata al momento è di danneggiamento con l’aggravante del metodo mafioso. Gli accertamenti sono stati delegati ai carabinieri del Nucleo investigativo di Frascati e alla Digos della questura di Roma. Gli investigatori sono già alla ricerca di eventuali telecamere di videosorveglianza che possano essere d’aiuto alla ricostruzione di quanto accaduto e a identificare gli autori dell’attentato. L’Opel Adam e la Ford Ka parcheggiate di fronte al cancello della casa, anche quello danneggiato, sono state sequestrate.
“Sul posto sono arrivati immediatamente carabinieri, Digos, vigili del fuoco e scientifica. La potenza dell’esplosione è stata tale per cui avrebbe potuto uccidere chi fosse passato in quel momento”, ha spiegato Ranucci. “Una cosa singolare è che io mancavo da tre giorni e sono tornato ieri. Le auto sono esplose mezz’ora dopo che sono passato. Mia figlia ha posteggiato la sua auto ed è passata da lì venti minuti prima dell’accaduto – ha fatto sapere il conduttore mentre andava a denunciare l’accaduto – Sembra che si tratti di un ordigno rudimentale, ma ora bisogna vedere la natura dell’esplosivo. Con tutte le minacce che riceviamo non è semplice risalire alla matrice”.
Nei video diffusi dallo stesso conduttore si vede la parte anteriore dell’auto del giornalista completamente distrutta e la vettura accanto, quella della figlia, danneggiata. L’esplosione dell’ordigno, piazzato sotto l’auto del conduttore, ha provocato anche il danneggiamento della casa accanto. I vicini hanno spiegato che nelle case sono tremate le finestre e i quadri si sono staccati dalle pareti: “Mai vista una cosa del genere”.
Ranucci ha spiegato che la sua auto era stata parcheggiata in quel posto dal figlio giovedì all’ora di pranzo. Il conduttore, che è sotto scorta dal 2014 dopo le minacce di morte da parte della mafia, da tempo denuncia anche “il clima di isolamento e di delegittimazione nei miei confronti“, ricordando di aver subito varie intimidazioni negli ultimi tempi, a partire dal ritrovamento di due proiettili P38 fuori casa fino al pedinamento di soggetti identificati dalla sua scorta. “Un gesto vigliacco e gravissimo che rappresenta un attacco non solo alla persona ma alla libertà di stampa e ai valori fondamentali della nostra democrazia. Ci sarà il massimo impegno delle forze di polizia per accertare rapidamente gli autori. Ho dato mandato di rafforzare al massimo ogni misura a sua protezione”, ha dichiarato il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi.
L’ad della Rai Giampaolo Rossi e l’intera azienda “si stringono al fianco di Sigfrido Ranucci ed esprimono massima solidarietà per il grave e vile attentato intimidatorio. Il ruolo della Rai e di chi opera al suo interno è quello di garantire dialogo, pluralismo e rispetto nel racconto quotidiano del nostro tempo – si legge in una nota -. La Rai respinge con forza e determinazione ogni minaccia contro chi svolge il proprio lavoro nel Servizio Pubblico. L’essenza vitale della nostra democrazia è la libertà informativa che la Rai garantisce e che i suoi giornalisti rappresentano”.
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha fatto pervenire a Ranucci la sua solidarietà, esprimendo “severa condanna” per il grave gesto intimidatorio. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha espresso “piena solidarietà” a Sigfrido Ranucci e la più ferma condanna per il grave atto intimidatorio: “La libertà e l’indipendenza dell’informazione sono valori irrinunciabili delle nostre democrazie, che continueremo a difendere”. Parole simili dal ministro degli Esteri, Antonio Tajani, e da quello della Difesa, Guido Crosetto: “Per fortuna nessuno è rimasto ferito, ma resta la gravità estrema di un atto che colpisce non solo un giornalista, ma la libertà stessa di informare e di esprimersi”. Ma, più in generale, tutte le forze politiche hanno espresso sdegno per quanto accaduto.
(Qui tutte le notizie e le reazioni sull’attentato a Ranucci)