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La Bce taglia i tassi di 0,25 punti portandoli a 2,25%. “Con i dazi prospettive peggiorate”

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La Banca centrale europea ha ridotto i tassi di interesse della zona euro di 25 punti base, portandoli a 2,25%. Si tratta del settimo taglio dallo scorso giugno quando i tassi erano al 4%. La decisione era attesa dagli analisti e si giustifica con la necessità di fornire una spinta ad un’economia alle prese con le fortissime incertezze legati ai dazi. Blanda la reazione dei mercati ad una mossa prevista e quindi già “incorporata” nei prezzi delle azioni. Tassi più bassi significano anche rate di mutui e prestiti a tasso variabile meno care.

La Banca centrale ha abbandonato il riferimento alla condizione “restrittiva” dei tassi d’interesse, una decisione che riflette probabilmente il fatto che i tassi sono ora in area “neutrale” (ovvero su un valore che non frena la crescita economica ma neppure la supporta, ndr). Nel suo comunicato di marzo la banca centrale spiegava che “la politica monetaria diviene sensibilmente meno restrittiva”, una formula ora del tutto abbandonata

“L’economia dell’area dell’euro ha acquisito una certa capacità di tenuta agli shock mondiali, ma le prospettive di espansione si sono deteriorate a causa delle crescenti tensioni commerciali. È probabile che la maggiore incertezza riduca la fiducia di famiglie e imprese e che la risposta avversa e volatile dei mercati alle tensioni commerciali determini un inasprimento delle condizioni di finanziamento. Tali fattori possono gravare ulteriormente sulle prospettive economiche per l’area dell’euro”, sottolinea la Bce nel suo comunicato..

“Le prospettive economiche sono offuscate da incertezze eccezionali“, ha spiegato la presidente Christine Lagarde, riferendosi allo “sconvolgimento del commercio internazionale”, alle tensioni sui mercati internazionali e all’incertezza geopolitica che pesano su consumi e investimenti. “I rischi al ribasso per la crescita dell’area euro sono aumentati”, ha sottolineato la banchiera centrale , spiegando che il clima creato dalla guerra commerciale “abbasserà la crescita indebolendo l’export”, rischia di pesare su investimenti e consumi e “potrebbe portare a una stretta sulle condizioni finanziarie. Allo stesso tempo, ha detto, un aumento della spesa nella difesa rafforzerebbe la crescita“.

“Per la prima volta il comunicato di politica monetaria fa riferimento all’euro digitale. È il chiaro segnale che non solo siamo pronti, ma anche che altre autorità europee auspicabilmente accelereranno la velocità con cui possiamo arrivare all’obiettivo”, ha affermato Lagarde in risposta a una domanda sull’euro digitale e sulla spinta della presidenza Trump a favore delle stablecoin.

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