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Un’alpinista iraniana ha aperto un percorso contro le spose bambine: “Un invito alla consapevolezza”

Nasim Eshqi con "End Child Marriage" intende dare voce ai diritti delle facendola risuonare nelle montagne
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L’alpinista professionista e attivista iraniana Nasim Eshqi ha aperto un nuovo percorso di arrampicata di 700 metri e 14 corsi in Sardegna, intitolato End Child Marriage (Fine al matrimonio infantile). Questo è il terzo capitolo del suo progetto, attualmente in corso, chiamato When Mountains Speak (Quando le montagne parlano), che utilizza l’arrampicata come piattaforma per amplificare i diritti umani, in particolare le questioni relative ai diritti delle donne.

Ogni percorso è un messaggio scolpito nella pietra, un invito alla consapevolezza e all’azione. Queste ragazze sono le nostre future madri, dobbiamo fermare il matrimonio infantile per avere madri sane per una società sana”. I percorsi precedenti nel progetto includono: Raise Up for Human Rights (Innalzarsi per i diritti umani) a Chamonix e Donna, vita, libertà nelle Dolomiti. Con questa nuova linea, Eshqi continua a dare voce alle lotte globali attraverso il linguaggio delle montagne. Questa volta con Fine al matrimonio infantile.

Nata a Teheran il 21 marzo 1982, è cresciuta sotto l’oppressione del governo iraniano. Nel suo libro “Ero roccia ora sono montagna. La mia battaglia per la libertà delle donne in Iran”, racconta del suo spirito indomito e libero, e ricorda gli anni dell’infanzia, le prime arrampicate, i divieti e le ritorsioni subite da parte della polizia morale, ma soprattutto ripercorre le molte nuove vie che ha aperto sulle montagne di Iran, Armenia, Georgia, India ed Europa. Dopo le rivolte del 2022 e la stretta del regime, ha deciso di esporsi in prima persona dando voce, attraverso i suoi social network, a tutte le donne vittime di soprusi, denunciando gli orrori e le violenze della repubblica islamica.

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