L’ipotesi al vaglio dei consiglieri di Donald Trump, riportata dal Wall Street Journal, è quella di realizzare la “ più grande deportazione di massa” di clandestini nella storia Usa promessa dal neo presidente. L’idea è quella di emanare nel primo giorno di insediamento una dichiarazione di emergenza nazionale, in questo modo il tycoon avrebbe la libertà di usare i fondi del Pentagono, strutture militari per la detenzione e aerei militari per le espulsioni.

L’altra idea emersa dalla futura amministrazione è quella di rinunciare al divieto di 10 anni per il rientro in modo da incoraggiare gli immigrati ad andarsene volontariamente.

Inoltre è in esame la revoca dell’Immigration and Customs Enforcement fatta dall’amministrazione Biden, che prevedeva di non perseguire gli immigrati entrati illegalmente nel paese che non hanno commesso altri reati e apportare modifiche al sistema giudiziario dell’immigrazione per accelerare i procedimenti. Gli alleati di Trump prevedono di concentrarsi prima sugli immigrati illegali che hanno ricevuto ordini definitivi di espulsione da un tribunale dell’immigrazione, circa 1,3 milioni, così come su quelli con altre condanne o accuse penali.

Una stima dell’American Immigration Council ha calcolata che le deportazioni di massa dell’attuale numero di immigrati clandestini negli Stati Uniti, 11 milioni di persone secondo una stima governativa nel 2022, 20 milioni secondo Trump, potrebbero costare 968 miliardi di dollari in più di un decennio. Ma per Trump “non c’è un prezzo” per questa operazione”.

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