Sono stati uccisi da Hamas, a sangue freddo in un nascondiglio sotterraneo, mentre sopra le loro teste lo scontro armato tra i miliziani e l’esercito israeliano diventava sempre più duro e il blitz delle Forze di Difesa sempre più imminente. Israele ha identificato i corpi di sei ostaggi ritrovati morti nel sud della Striscia di Gaza, i loro resti sono stati recuperati sabato da un tunnel nell’area di Rafah: si tratta di due donne e quattro uomini. Cinque di loro erano stati rapiti dal festival di musica techno Nova dai commando di Hamas durante l’attacco del 7 ottobre. Tra questi anche Hersh Goldberg-Polin, un israelo-americano, come ha annunciato il presidente Usa, Joe Biden, affermando di essere “devastato e indignato”. La rabbia però è soprattutto quella delle famiglie degli ostaggi che hanno annunciato grandi proteste contro il premier Benyamin Netanyahu: “A partire da domani, il Paese tremerà. Chiediamo alla gente di prepararsi. Israele si fermerà. Netanyahu ha abbandonato gli ostaggi. Ora è un fatto. L’abbandono è finito”. E già nella serata di domenica si tiene una grande manifestazione organizzata dal Forum delle famiglie degli ostaggi davanti al Ministero della Difesa, mentre per la giornata di lunedì Arnon Bar David, capo dell’Histadrut, il sindacato che rappresenta centinaia di migliaia di lavoratori nel settore pubblico in Israele, ha fatto sapere di aver proclamato lo sciopero generale.

Il premier israeliano ha quindi rotto il silenzio, ma con una dichiarazione registrata: “Hamas rifiuta di negoziare. Chi uccide gli ostaggi non vuole un accordo”, ha detto. I familiari dei rapiti avevano chiesto al primo ministro di parlare in pubblico. “Siamo in una giornata difficile. I cuori dell’intera nazione sono lacerati. Insieme a tutti i cittadini di Israele, sono rimasto scioccato nel profondo della mia anima dal terribile omicidio a sangue freddo di sei dei nostri rapiti. Insieme a tutta la nazione, io e mia moglie condividiamo il pesante dolore delle famiglie. Siamo tutti in lutto insieme a loro”, ha detto Netanyahu. E ha poi chiesto perdono ai genitori dell’ostaggio Alexander Lubnov: “Voglio dire quanto mi dispiace e chiedervi perdono per non aver potuto riportare a casa Sasha vivo – ha detto in una telefonata. Due delle sei famiglie degli ostaggi, invece, si sono rifiutate di rispondere alle telefonate di condoglianze del primo ministro.

Anche il ministro della Difesa, Yoav Gallant, ha detto al premier che deve trovare al più presto possibile un accordo per una tregua a Gaza proprio per evitare altri epiloghi drammatici: “È troppo tardi per i rapiti assassinati a sangue freddo, ma i rapiti che restano prigionieri di Hamas devono essere rimpatriati. Il gabinetto politico e di sicurezza deve riunirsi immediatamente e annullare la decisione presa giovedì”. Ma il premier chiude a qualsiasi cedimento: “Voglio liberare i nostri ostaggi tanto quanto vo, ma anche dopo l’assassinio degli ostaggi non scenderemo a compromessi sulla rotta Philadelphia“, ossia sulla presenza israeliana nella zona cuscinetto tra Rafah e l’Egitto.

Chi sono i sei ostaggi deceduti – I nomi dei sei ostaggi ritrovati morti sono: Carmel Gat, Eden Yerushalmi, Hersh Goldberg-Polin, Alexander Lobanov, Almog Sarusi e Ori Danino. Alex Lobanov, 33 anni, è stato rapito al festival Nova, dove lavorava come manager di un bar. Lascia la moglie Michal e i figli Tom, 2 anni, e un neonato nato durante la prigionia. Alex aveva anche la cittadinanza russa. Almog Sarusi, 27 anni, era anche lui al festival Nova. Era rimasto alla festa per prendersi cura del suo compagno, Shachar Gindi, che era stato ferito dai terroristi prima di essere ucciso. Hersh GoldbergPolin, 23 anni, è stato portato via dal Nova, era lì con gli amici e si è nascosto in un rifugio, dove uno dei suoi amici, Aner Shapira, è stato assassinato. Alla fine di aprile, Hamas ha pubblicato un video di Goldberg-Polin che mostrava il suo braccio amputato sotto il gomito, dopo essere stato ferito il 7 ottobre. Eden Yerushalmi, 24 anni, era al festival dove lavorava come barista: la sua foto con i capelli lunghi, è dappertutto a Tel Aviv. Ori Danino, 25 anni, è stato rapito a sua volta al rave. Carmel Gat, 39 anni, del Kibbutz Beeri, lavorava come terapista, di lei si sa che era stata in India per un periodo ed era tornata in Israele il primo ottobre, una settimana prima di essere rapita.

La rabbia delle famiglie – Il Forum delle famiglie degli ostaggi e dei dispersi chiede al premier israeliano, Benyamin Netanyahu, di assumersi la responsabilità dell’abbandono degli ostaggi dopo il recupero di sei corpi nella Striscia di Gaza. Al momento, il primo ministro non ha ancora commentato il ritrovamento. Il suo ufficio ha solo annunciato di aver annullato la partecipazione di Netanyahu all’inaugurazione dell’anno scolastico presso la scuola elementare ‘Guatemala’ di Gerusalemme. Il forum afferma che la morte degli ostaggi è il “risultato diretto” del “siluramento” da parte del premier delle proposte di accordo sugli ostaggi e della sua richiesta di mantenere la presenza dell’Idf nel Corridoio di Filadelfia, scrive Times of Israel.
“Negli ultimi mesi, otto ostaggi sono stati salvati vivi nel corso di operazioni militari, rispetto ai 105 ostaggi rilasciati nell’accordo di novembre“, si legge nel forum. All’appello delle famiglie si è unito anche il leader dell’opposizione Yair Lapid, invitando il sindacato israeliano Histadrut e le autorità locali a fermare l’economia: “Ci sono ancora rapiti in vita, un accordo è ancora possibile. Netanyahu non lo fa per ragioni politiche”. E ancora: “Il Paese sta crollando, non si può continuare così”. Anche l’”Israel business Forum” che rappresenta la maggior parte dei lavoratori delle più grandi aziende private israeliane ha dichiarato che si unirà all’appello del Forum delle famiglie degli ostaggi per una mobilitazione pubblica. Mobilitazione che inizia nella serata di domenica con una manifestazione davanti al Ministero della Difesa e, contemporaneamente, con dimostrazioni in altre città e località del Paese. Una lunga lista di ristoranti, cinema e teatri nel centro di Israele ha chiuso dalle 18.00 in segno di protesta e per incoraggiare la popolazione a partecipare alle manifestazioni.

Cosa è successo: la ricostruzione – I sei ostaggi recuperati a Rafah, nella parte meridionale di Gaza, sono stati uccisi da Hamas poco prima dell’arrivo delle truppe, nella notte tra venerdì e sabato. L’autopsia sui corpi rivela che sono stati freddati con colpi di arma da fuoco alla testa e in altre parti del corpo nelle ultime 48 ore. Il tunnel nella zona di Rafah in cui erano tenuti i sei ostaggi assassinati dai terroristi si trova a un chilometro dalla galleria dove era tenuto prigioniero Farhan al Qadi, il rapito liberato dall’esercito nei giorni scorsi. L’Idf ha recuperato i corpi in un cunicolo a 20 metri sottoterra. Il portavoce dell’esercito israeliano, Daniel Hagari, riferisce: “Secondo una prima valutazione sono stati brutalmente assassinati dai terroristi di Hamas poco prima che li raggiungessimo. Sono stati rapiti vivi la mattina del 7 ottobre”. In conferenza stampa ha spiegato: “Non avevamo informazioni sulla posizione esatta“. Tre degli ostaggi assassinati i cui corpi sono stati recuperati nella Striscia di Gaza erano nella listaumanitaria” dei prigionieri e dovevano essere rilasciati nella prima fase di una proposta di accordo sugli ostaggi. Lo riferisce una fonte della Sicurezza ad Army Radio, scrive Times of Israel. “Il numero di ostaggi che hanno i requisiti per essere rilasciati nella prima fase di un accordo proposto – donne, uomini sopra i 50 anni e ostaggi con gravi condizioni mediche – sta diminuendo“, afferma la fonte.

Le parole di Joe Biden – “In un tunnel sotto la città di Rafah le forze israeliane hanno recuperato sei corpi di ostaggi. I leader di Hamas pagheranno per questi crimini. E continueremo a lavorare 24 ore su 24 per raggiungere un accordo che garantisca il rilascio degli altri” rapiti, ha detto il presidente americano. Il 23enne “Hersh era tra le persone innocenti brutalmente aggredite mentre partecipavano a un festival di musica pacifista in Israele. Ha perso un braccio mentre aiutava amici e sconosciuti durante il feroce massacro compiuto” dal movimento islamista palestinese, ha spiegato Biden. Rivolgendosi ai genitori del giovane, Jon e Rachel, che “hanno difeso instancabilmente e irrefrenabilmente il loro figlio e tutti gli ostaggi tenuti in condizioni inaccettabili”, il presidente americano ha detto di “ammirarli” e di “condividere il loro dolore più profondamente di quanto le parole possano esprimere”. Biden ha assicurato di aver “lavorato instancabilmente per fare in modo che il loro amato Hersh li raggiungesse sano e salvo”.

Anche la candidata Dem, Kamala Harris, ha dichiarato che “con questi omicidi Hamas ha ancora più sangue americano sulle mani. Condanno fermamente la continua brutalità di Hamas e così deve fare il mondo intero. Dal massacro di 1.200 persone alla violenza sessuale, alla presa di ostaggi e a questi omicidi, la depravazione di Hamas è evidente e orribile. La minaccia che rappresenta per il popolo di Israele e per i cittadini americani in Israele deve essere eliminata e Hamas non può controllare Gaza”.

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