Migliaia di persone, attivisti, associazioni, oltre alle opposizioni (per una volta) compatte, hanno partecipato al Roma Pride. Un lungo corteo arcobaleno, con 35 carri partiti da piazza della Repubblica che hanno raggiunto i Fori Imperiali e il Colosseo, per un appuntamento preceduto dalle polemiche per il sostegno all’iniziativa prima concesso e poi ritirato da parte della Regione Lazio, così come per le trascrizioni di bambini nati all’estero da due coppie di mamme da parte del sindaco capitolino Roberto Gualtieri. “Siamo un milione, mai vista tanta gente”, hanno scandito gli organizzatori dal carro che ha aperto il corteo sulle note di Festival e Viva l’amor, con le madrine di questa edizione, le icone arcobaleno Paola e Chiara. “Da oggi parte la resistenza della nostra comunità a questa destra, a questo governo e a Giorgia Meloni – afferma Mario Colamarino, portavoce della manifestazione e presidente del circolo Mario Mieli – Quello che è successo con il patrocinio della regione Lazio è l’ennesima prova di quanto questa destra sia omofoba e cialtrona. È una vergogna”.
Al fianco del Mario Mieli, in prima fila, il sindaco Gualtieri che è salito sul carro degli organizzatori da dove ha intonato anche Bella Ciao. “Roma è in prima fila nelle battaglie per riconoscere i diritti a tutti” ha detto il primo cittadino. Alla manifestazione anche la segretaria del Pd, Elly Schlein: “Il Partito democratico sarà sempre nei luoghi della tutela e della promozione dei diritti Lgbtq+”, ha rivendicato la leader dem. Ma tutte le forze dell’opposizione, dal M5s (con la senatrice Alessandra Majorino in testa) a +Europa, fino a Italia Viva (con Maria Elena Boschi) e Azione hanno partecipato al corteo del Pride capitolino. “Contro questa destra noi non ci arrendiamo, ci siamo e non arretreremo”, hanno rilanciato diversi attivisti. E ancora: “Ancora oggi ho paura di camminare per strada, le leggi come quelle contro l’omolesbobitransfobia servirebbero a renderci più tranquilli”. Ma non solo. Al corteo c’è anche chi è stata costretta a una lunga battaglia legale: “Abbiamo avuto un bambino in Francia, abbiamo richiesto il riconoscimento qui a Roma, ma ci era stato negato, solo da qualche settimana ci è stato riconosciuto. Siamo qui per far valere il nostro diritto di essere madri, siamo felici per chi, dopo la decisione di Gualtieri, non ha dovuto fare i conti con la nostra odissea legale”, ha spiegato una giovane madre.
“Noi ci siamo, non siamo silenti, abbiamo la speranza di poter andare in giro per strada senza il timore di essere aggrediti. Speriamo si possa mettere su famiglia, con la speranza di essere riconosciuti”, c’è chi rilancia. Ma l’appello è rivolto anche alle opposizioni: “Schlein al corteo? Siamo felici, ma ora dalle opposizioni ci aspettiamo fatti concreti e un’opposizione dura. Sappiamo che la destra ha i numeri a proprio favore in Parlamento, ma ci sono tante cose che si possono fare. Perché troppo spesso il Pd non si è comportato come una forza di sinistra”.
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