Due su due, in negativo. Un’altra finale persa dall’Italia, dopo quella di Europa League. Un’altra finale persa soprattutto dalla Fiorentina, dopo quella di Coppa Italia. Il sogno europeo della Viola si spegne nei minuti di recupero: la Conference League è del West Ham, che a Praga vince 2-1, grazie al gol decisivo di Bowen allo scadere, dopo il botta e risposta fra Benrahma (rigore) e Bonaventura.

È il finale di una finale più amaro possibile. La Fiorentina aspettava questa partita da 22 anni, stagione dell’ultimo titolo (Coppa Italia 2001), l’ultimo trofeo internazionale si perde negli albori dei tempi (Coppa delle Coppe ’61). Dovrà aspettare ancora. Il West Ham era favorito alla vigilia e ha rispettato il pronostico sul campo. Solo 14esima in campionato, ma con in rosa un fuoriclasse da 100 milioni come Declan Rice, pezzo pregiato del prossimo mercato, e svariati nazionali come Paquetà, o gli azzurri Emerson e Scamacca. Il divario non si è visto, ma alla fine si è sentito. La squadra di Italiano si è arresa in fondo a un avversario che le era superiore, come due settimane fa in Coppa Italia. Ma il rimpianto più grande è proprio non aver imparato da quella lezione, e aver perso più o meno nella stessa identica maniera: dominando dall’inizio alla fine la gara, se non nelle occasioni (quelle non ci sono state proprio, da una parte e dall’altra), di certo nella conduzione, e poi facendosi infilare in contropiede, per sfortuna, disattenzione o semplicemente i limiti un po’ strutturali di questa squadra.

È stata una partita di rara bruttezza, che a confronto Siviglia-Roma della settimana scorsa è sembrata uno spettacolo da intenditori. Un botta e risposta in una manciata di minuti, prima e dopo un’interminabile fase di studio, fino all’episodio conclusivo. Le due squadre non si sono snaturate, giocandosela con le loro armi: la Fiorentina col possesso, il West Ham con l’intensità. I ragazzi di Italiano hanno fatto la partita, provando come sempre a costruire il gioco da dietro. Gli inglesi o aggredivano nei primi trenta metri, oppure si rintanavano dietro, comunque puntando sempre a chiudere le linee di passaggio e recuperare palla, per ripartire. Entrambe ci sono riuscite poco: la manovra viola è stata a lungo sterile giro palla, dall’altra parte la difesa e contropiede è diventata per lo più difesa. Un calcio quasi da Premier Anni Novanta, che però alla fine ha pagato.

Il primo tempo non ha prodotto mezza occasione fino allo scadere del recupero, quando la Fiorentina passerebbe addirittura in vantaggio: colpo di testa di Kouame sul palo, il tap-in di Jovic è vincente ma in fuorigioco. Da segnalare solo una pioggia di bicchieri dalle tribune inglesi piove sul malcapitato Biraghi, ferito alla testa: chissà cosa dirà la Uefa.

In una partita in cui non succede assolutamente nulla, non poteva essere che un episodio a spezzare l’equilibrio. Magari un rigore. Purtroppo, per il West Ham: tocco di mano di Biraghi, abbastanza rocambolesco nella dinamica dell’azione (in corsa, sul controllo dell’avversario), ma piuttosto netto. Dal dischetto Benrahma non sbaglia. Sotto nel punteggio, la Fiorentina potrebbe smarrirsi ma non si perde d’animo: reagisce, si ributta in area e alla prima occasione trova subito il pareggio con Bonaventura, controllo e volée all’angolino sulla torre di Nico Gonzelaz. Di nuovo tutto in equilibrio. Di nuovo il solito copione, fatto di studio e timore reciproco. Uno stillicidio che premia di nuovo gli inglesi, proprio allo scadere, quando ormai i supplementari sembrano inevitabili e invece arriva il gol che vale una coppa: Bowen si infila in contropiede nelle maglie viola tra Biraghi e Igor, così poco allineati, e davanti a Terracciano giustizia le speranze viola. Una beffa irrimediabile: manca solo il recupero, troppo tardi anche solo per provarci. La Fiorentina di Italiano, la Fiorentina di Rocco Commisso rimane una bella incompiuta, per ora.

Twitter: @lVendemiale

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