Ricardo Franco Levi, commissario straordinario del governo per l’Italia Paese ospite d’onore alla Fiera del libro di Francoforte 2024, ha rimesso il mandato nelle mani del ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. Levi lo ha comunicato al dicastero già ieri, giovedì, con una nota riservata: la notizia del suo passo indietro arriva dopo l’articolo di Libero che racconta come la comunicazione per questa partecipazione dell’Italia alla Fiera internazionale sia stata assegnata a una società belga, IFC Next, per la quale lavora il figlio. Da qui la decisione di Levi, amareggiato – secondo quanto riporta LaPresse – perché è stata messa in dubbio la sua correttezza professionale. L’ex deputato Pd e sottosegretario all’Editoria del governo Prodi era già finito al centro delle polemiche per la decisione, poi revocata, di annullare l’invito alla cerimonia d’inaugurazione di Francoforte 2024 del fisico Carlo Rovelli.

La Fiera del libro di Francoforte è la più importante kermesse internazionale dell’editoria e ogni anno viene dedicata attenzione particolare a un Paese: nel 2024 è il turno dell’Italia. Levi, presidente dell’Associazione degli editori, è stato nominato commissario del governo per l’occasione. Inizialmente era stato indicato dal ministro Dario Franceschini a capo della commissione per la Buchmesse nel 2019, il 10 marzo 2022 la nomina di commissario straordinario arriva invece da Mario Draghi. Mattarella controfirma il decreto di nomina. Levi, per decreto appunto, deve rispondere del suo operato direttamente al Presidente del Consiglio, che ovviamente non è più Draghi bensì Giorgia Meloni. E la premier a fine anno avrebbe dovuto prolungare il suo mandato.

Interpellato da Libero, Levi ha difeso la sua scelta di affidare la comunicazione del nostro Paese alla IFC Next: “È una delle grandi compagnie di comunicazioni europee , che ha come clienti il Parlamento europeo e le massime istituzioni di Bruxelles. Per cui sono abituati a occuparsi di progetti su scala internazionale e ad avere come controparte istituzioni pubbliche”. Sul fatto che però suo figlio lavori proprio per la IFC Next, Levi ha ribattuto: “Mio figlio, pur lavorando a IFC Next, non si è mai occupato di questo progetto e quel lavoro se l’è trovato da solo“. Nel frattempo però il commissario ha deciso di fare un passo indietro.

Le dimissioni arrivano anche a pochi giorni di distanza dall’altra polemica, quella che ha riguardato appunto il fisico Rovelli. Dal palco del Concertone del Primo Maggio, Rovelli aveva attaccato il governo Meloni e il ministro della Difesa Guido Crosetto per l’invio di armi all’Ucraina. Dopo quell’intervento, Levi aveva deciso di revocare l’invito del fisico alla cerimonia d’inaugurazione della Fiera. Una sorta di censura preventiva, che si è rimangiato dopo le richieste arrivate dalla maggioranza e dallo stesso Crosetto.

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